Pendolaria: bollino rosso per le linee ferroviarie della Toscana sud

Trasporto su ferro e pendolarismo diventino priorità, non sprecare risorse in opere come la Stazione dell’AV Medio Etruria

[14 Febbraio 2024]

Quello che emerge dal rapporto Pendolaria di Legambiente per la Toscana è un quadro fatto di luci e ombre del trasporto ferroviario regionale. La Toscana è «Promossa per numero di treni (257) che compongono la flotta regionale (seconda in Italia dopo la Lombardia) e per età media dei treni; bocciata invece per le linee nell’area meridionale della regione, come la Grosseto-Siena inclusa tra le peggiori del Paese, a causa della mancanza di interventi e per l’assenza di un orario cadenzato delle corse».

Nel 2022, in Toscana ci sono state 825 corse giornaliere che posizionano la regione in quarta posizione nazionale per numero di utenti del servizio regionale (dopo Lombardia, Lazio e Campania) con 200mila viaggiatori e viaggiatrici al giorno.  La Toscana è nella parte alta della classifica delle regioni anche per i km di ferrovie elettrificate (1060). Legambiente Toscana evidenzia che «L’età media dei convogli è di 14 anni, di un punto percentuale più giovane della media nazionale. Il miglioramento delle flotte di Trenitalia è stato portato dagli inserimenti dei nuovi treni Blues, arrivati in Toscana, Sicilia, Sardegna, Lazio, Calabria e Friuli-Venezia Giulia.  In tutto, si tratta di 110 convogli con motore a diesel ma che possono essere sostituiti dalle batterie per entrare nei centri abitati e su linee elettrificate usando il pantografo; una tecnologia ibrida con forte riduzione in termini di emissioni di CO2 rispetto agli attuali convogli diesel».

Maglia nera invece per le linee toscane meridionali, tra cui la Grosseto- Siena, tra le 12 peggiori in Italia secondo Pendolaria: « Riaperta nel dicembre scorso, dopo più di un anno dalla frana che la interruppe, la Grosseto-Siena. Si tratta di una linea, lunga circa 100 km, non elettrificata e tutta a binario unico che però rappresenta una straordinaria risorsa per il futuro di territori che oggi non hanno alternative per muoversi al trasporto su gomma, dotata di nove stazioni e una velocità media di 72 chilometri orari. Grazie alla riapertura della tratta fra Buonconvento e Montepescali è stato possibile ricongiungere l’intero tratto rinnovando il binario in gran parte della linea. Permangono però ancora rallentamenti e disagi per i viaggiatori. Il problema è duplice: la mancanza di interventi sulla linea che possano migliorare tempi di percorrenza e affidabilità; l’assenza di un orario cadenzato. Il ‘memorario’, il sistema di orario cadenzato della regione Toscana, è praticamente fermo da 20 anni, cioè dalla sua introduzione nel 2004: ad eccezione dell’estensione nelle direttrici nord del 2009, nessuna linea a sud di Siena (cioè di quasi la metà della superficie regionale) ha un orario cadenzato. Il problema si propaga su linee secondarie come appunto la Siena-Grosseto, la Siena-Chiusi, la Arezzo-Sinalunga, la Arezzo-Stia, ma anche all’importante ferrovia tirrenica fra Pisa e Grosseto, parte della rete fondamentale di RFI. Al contrario, la direttrice Grosseto-Siena -Firenze sarebbe un collegamento trasversale in Toscana utilissimo a ridurre la marginalizzazione delle aree interne e a connettere veloce mente la Maremma al capoluogo. A riguardo, il progetto di potenziamento della Empoli-Siena, che include il raddoppio tra Empoli e Grana- iolo di circa 10 km in affiancamento al binario attuale per un investimento di circa 148 milioni e in un secondo step l’elettrificazione dell’intera tratta, prevede la fine dei lavori tra dicembre 2027, per il raddoppio della linea, e marzo 2028, per la completa elettrificazione».

Altra nota dolente riguarda le linee non attive da anni, sospese o cancellate come la Siena-Arezzo-Perugia (non attiva), la Firenze-Faenza-Ravenna (cancellata dopo l’alluvione in Romagna) e la Cecina- Saline – Volterra (sospesa e parzialmente dismessa). Inoltre il “memorario”, il sistema di orario cadenzato della regione Toscana, è praticamente fermo da 20 anni, cioè dalla sua introduzione nel 2004.

E legambiente evidenzia che «Sono tante le linee che richiedono investimenti urgenti come il potenziamento della Firenze-Empoli-Pisa-Livorno, il raddoppio e l’elettrificazione della Empoli-Siena e della Firenze-Siena-Grosseto; il raddoppio della Firenze- Lucca; il potenziamento della Montevarchi-Firenze- Prato, Firenze SMN-Prato-Pistoia, Grosseto-Pisa, Piombino Marittima-Firenze». E servirebbero 93 milioni di euro ancora mancanti per la velocizzazione del Corridoio ferroviario Tirrenico Nord, per questo sarebbe necessario dirottare sul pendolarismo locale gli investimenti previsti per l’ipotesi di Stazione dell’alta velocità a Creti.

Lorenzo Cecchi, responsabile mobilità sostenibile di Legambiente Toscana, conclude: «Il rapporto Pendolaria in Toscana sottolinea la necessità di dare priorità al trasporto regionale  invece di prevedere impattanti cattedrali nel deserto, come la stazione AV di Creti, che peraltro sarebbe priva del necessario interscambio ferro su ferro ed alimenterebbe altro trasporto su gomma. Servirebbe garantire l’accesso al servizio AV esistente, attraverso un potenziamento delle stazioni di Arezzo e Chiusi, spendendo un terzo dei 100 milioni previsti per Creti e dirottando gli investimenti su ciò che è davvero necessario:  acquisto e revamping di materiale rotabile, raddoppi e passanti ferroviari, potenziamenti e velocizzazioni, elettrificazione delle linee. Per migliorare il servizio auspichiamo più attenzione all’integrazione modale con il TPL su gomma e i servizi di Sharing mobility, e all’integrazione tariffaria, prevedendo pacchetti di abbonamento e sistemi di pagamento digitali validi su tutte le modalità di trasporto pubblico, con sconti progressivi in base alla frequenza di utilizzo».