Ape-Toe per salvare i paesaggi dell’Appennino Tosco-Emiliano

Cambridge Conservation Initiative e Arcadia finanziano un progetto di Legambiente, Parchi ed enti locali

[26 Marzo 2024]

I meravigliosi paesaggi dell’Appennino Tosco-Emiliano oggi hanno un’opportunità per essere salvati dall’incuria e dall’abbandono. Stiamo parlando del mosaico di ecosistemi composto da praterie montane e foreste della Lunigiana, Garfagnana, Appennino reggiano e parmense e Alpi Apuane.

Infatti il programma “Endangered Landscapes & Seascapes Programme” gestito da Cambridge Conservation Initiative in collaborazione con Arcadia, una fondazione di beneficenza che lavora per proteggere la natura, preservare il patrimonio culturale e promuovere l’accesso aperto alla conoscenza, ha selezionato e finanziato il progetto “APE TOE: Ripristino praterie e foreste dell’Appennino”, candidato da Legambiente e altri 9 importanti partner istituzionali: Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano (Main partner), Regione Toscana, Regione Emilia Romagna, Parco Regionale delle Alpi Apuane, Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Occidentale, Unione di Comuni Montana Lunigiana, Unione Comuni della Garfagnana, GAL Consorzio Lunigiana e GAL MontagnAppennino, mentre il supporto tecnico sarà assicurato dalla Società Nemo di Firenze.

Il progetto, candidato da Legambiente e dagli altri partner istituzionali per l’ottenimento di un Planning Grant, cioè un finanziamento per progettare la successiva messa in atto di un programma di conservazione, è stato selezionato fra le 9 proposte finanziate (l’unica in Italia) su un totale di circa 200 presentate dall’Endangered Landscapes & Seascapes Programme (ELSP) che mira a «Ripristinare i processi ecologici naturali, le popolazioni di specie e gli habitat per un futuro migliore e più sostenibile. Segnala un passaggio da una narrazione di “declino rallentato” e “nessuna perdita netta” a un’agenda di conservazione positiva e creativa in cui viene riconosciuto il potenziale della nostra terra e dei nostri mari».

L’obiettivo generale di APE TOE è quello di «Porre le basi per avviare un ripristino a scala vasta del paesaggio agro-pastorale appenninico costituito da un mosaico di aree naturali, pascoli e coltivi tradizionali, in grado di mantenere elevati livelli di biodiversità, ripristinando habitat e processi ecologici, favorendo la resilienza climatica, l’attrattività per il turismo sostenibile e il benessere delle comunità locali».

L’area di progetto si estende su circa 155.000 ha, nell’Appennino settentrionale, a quote quasi ovunque superiori a 600 m. Il suo valore naturalistico è testimoniato dalla presenza di 27 siti Natura 2000 (43 % della Project area), 1 Parco Nazionale, 2 Parchi regionali e 4 Riserve Naturali, per un totale del 30 % di superficie protetta. Sono inoltre presenti 45 habitat inclusi nell’All. I della Direttiva 92/43/CEE e 53 specie elencate nell’All. II della Direttiva 92/43/CEE o nell’All. I della Direttiva 2009/147/CE. Da segnalare inoltre 32 specie endemiche di piante (19 esclusive delle Alpi Apuane) e di 18 di animali. Al confine fra le regioni biogeografica Mediterranea e Continentale, è strategica per la conservazione della biodiversità in Italia (principale hotspot di biodiversità secondo la Strategia regionale della Toscana), cruciale per la connessione fra l’Appennino, le Alpi e l’Europa continentale, costituendo una potenziale area di rifugio e di passaggio per specie che si sposteranno (dall’Appennino meridionale e centrale) in risposta ai cambiamenti climatici.

Ad APE TOE spiegano che «Il progetto si propone di creare le condizioni per il ripristino a scala vasta di un paesaggio eterogeneo di alto valore naturalistico, comprendente una rete di aree con elevato valore naturalistico (core areas) fortemente interconnesse, con benefici per la conservazione della natura e per le comunità locali. Obiettivo cardine del progetto è la stesura del Piano di Conservazione dell’Appennino Settentrionale (NACP1). In primo luogo si prevede di definire in modo partecipativo una vision complessiva, con obiettivi specifici e strategie per il loro raggiungimento e per il superamento dei principali ostacoli, anche attraverso proposte di integrazione e adeguamento delle politiche locali e regionali e degli strumenti finanziari connessi. In particolare, si definirà un complesso di pratiche e di interventi di gestione che permetta la naturale rigenerazione degli ecosistemi, sperimentando un nuovo modello di sviluppo che potrà essere esteso ad altre aree dell’Appennino».

Ecco le principali azioni previste: 1. Costituzione di un gruppo permanente di lavoro e coordinamento (costituito dai partner sottoscrittori di un Protocollo d’Intesa) per la condivisione della definizione della Vision, del percorso e degli obiettivi del lavoro, dell’integrazione di piani e programmi esistenti. 2. Costituzione di 4 Forum territoriali permanenti (almeno 4) per il coinvolgimento di tutti gli stakeholder nella definizione della Vision, del percorso, l’approfondimento degli obiettivi del lavoro e delle azioni di piano. 3. Definizione del quadro di conoscenze sulle componenti ambientali, sui processi naturali e sulle tendenze attuali. 4. Stesura del Piano di Conservazione dell’Appennino Settentrionale (NACP), predisposizione di una banca dati delle possibili azioni di ripristino, con mappatura delle aree di intervento, tipologie di intervento, priorità, costi e soggetti coinvolti e stesura di un progetto strategico che possa realizzare alcuni degli interventi più rilevanti fra quelli previsti e favorire la prosecuzione delle attività e la progressiva messa in atto delle altre azioni previste 5. Proposta condivisa di integrazione di piani e programmi esistenti o in fase di stesura o  aggiornamento (ad es. piani dei parchi, piani urbanistici, misure di conservazione e piani di gestione dei siti della Rete Natura 2000, piani di gestione delle aree di proprietà pubblica, strumenti finanziari a livello locale).

La partenza di “APE TOE Ripristino praterie e foreste dell’Appennino” è prevista Mercoledì 27 marzo 2024, dalle 11:00 alle 13:00 al Museo di San Giovanni a Fivizzano (MS), nell’incontro promosso da Legambiente e Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano insieme agli 8 partner istituzionali. Al convegno, al quale sono invitati cittadini e portatori d’interessi, dopo le conclusione di Marco Bussone Presidente Nazionale dell’UNCEM, sarà sottoscritto il Protocollo d’Intesa tra i Partner del progetto, mentre nel pomeriggio si svolgerà il primo Gruppo di Lavoro che programmerà ed avvierà questa interessante iniziativa.

Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette di Legambiente, conclude: «I protagonisti del Piano – commenta  – saranno i partner e tutti i portatori di interessi del territorio che saranno coinvolti nel processo di decisione attraverso Forum territoriali permanenti. E’ una fase importante che metterà le basi per successive opportunità di finanziamento degli interventi di restauro dei paesaggi, e una concreta occasione per invertire l’abbandono dell’Appennino».