Dissesto idrogeologico, dalla Toscana 134 milioni di euro per difendersi
Serviranno a finanziare 800 progetti di prevenzione e ripristino
[19 Dicembre 2013]
La Regione Toscana ha destinato più di 134 milioni agli interventi contro il dissesto idrogeologico, per il miglioramento dei boschi, per la prevenzione del dissesto stesso, per la prevenzione incendi e per interventi di messa in sicurezza in occasione di eventi metereologici eccezionali ed alluvioni.
In una nota la Regione sottolinea che «Parte degli interventi sono stati finanziati attraverso il Programma di Sviluppo Rurale (misure 226 e 227) e parte attraverso il Praf, il piano agricolo e forestale della Regione Toscana».
L’assessore regionale all’agricoltura e foreste, Gianni Salvadori, che ha presentato oggi i dati insieme al presidente dell’Unione dei comuni montani (Uncem), Oreste Giurlani, ha spiegato: «Gli interventi finanziati attraverso il Piano agricolo e forestale sono pari a 21 milioni e 584 mila nel 2011, quelli del 2012 sono pari a 18 milioni e 639 mila euro e quelli del 2013 sono pari a 15 milioni e 650 mila euro. A questi si aggiungono gli oltre 79 milioni di euro con i quali sono stati finanziati 761 progetti attuati da Province ed Unioni dei Comuni Montani su tutto il territorio regionale a partire dal 2008 attraverso le misure 226 e 227 del Piano di Sviluppo Rurale nel periodo di programmazione 2007-2013. Si tratta di interventi realizzati da soggetti pubblici. L’impatto maggiore è rappresentato dai 582 interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico, di riduzione del rischio di incendio o di ripristino di aree colpite da eventi meteorologici di particolare intensità, pari ad una spesa complessiva di poco superiore ai 65 milioni di euro, realizzati con la misura 226. Per la misura 227 invece sono stati 179 i progetti relativi ad interventi di miglioramento dei boschi di proprietà pubblica e adeguamenti o realizzazioni ex novo di infrastrutture per la fruizione turistica (sentieristica, bivacchi, rifugi) del patrimonio agricolo forestale di proprietà pubblica, che si estende per oltre 110.000 ettari».
Nella conferenza stampa tenutasi nella sede dell’Uncem e stato ricordato che «Per far fronte alle emergenze che dal 2009 hanno colpito, in molti casi ripetutamente, il territorio regionale ed in particolare la fascia nord-occidentale, dalla Provincia di Prato a quella di Massa-Carrara, nell’ambito della misura 226, mirata in particolare a contrastare e prevenire il dissesto idrogeologico in aree boscate, era stato costituito lo strumento del Fondo di riserva, attivabile a seguito della proclamazione dello stato di emergenza per fenomeni meteorologici eccezionali, che ha consentito di mettere rapidamente a disposizione degli Enti competenti, le risorse necessarie ai primi, urgenti interventi di messa in sicurezza. Dal 2010 al 2013 con il Fondo di riserva sono stati finanziati 125 interventi per una spesa complessiva di oltre 16,2 milioni di euro; 34 di questi interventi relativi a situazioni di grave pericolosità a seguito del solo evento che colpì la Lunigiana sul finire del 2011. A metà del 2013,a chiusura della programmazione, è stato aperto un bando per finanziare interventi di prevenzione dei dissesti ed oggi, a conclusione della fase istruttoria, è pronta una prima trance di finanziamento della graduatoria per l’assegnazione di oltre 9,2 milioni di euro, derivanti dalle economie accertate sulle varie misure del Piano di Sviluppo Rurale, che consentiranno la realizzazione di 63 progetti dalla Lunigiana all’area Amiatina».
Interventi che puntano soprattutto ad evitare l’aggravarsi di dissesti che possono mettere a rischio aree forestali ed infrastrutture di collegamento in aree montane ed a consentire il corretto deflusso delle acque in occasione di eventi meteorologici intensi, garantendo così l’efficienza idraulica del reticolo idrografico minore e contribuendo a ridurre il rischio di danni alluvionali..
Salvadori ha concluso: «Intendiamo dare una chiara indicazione sulle scelte che guideranno la Regione anche nella futura programmazione, privilegiando la prevenzione rispetto al ripristino post-evento e ricercando il massimo della sinergia fra tutti gli strumenti. Faremo cioè sempre di più progettazione integrata, coinvolgendo anche i fondi Fesr o quelli delle Autorità di Bacino e dei Consorzi di Bonifica».