Val di Cecina, accordo per uso idropotabile e migliore gestione risorse idriche
[25 Marzo 2014]
Oggi la giunta regionale della Toscana ha approvato lo schema dell’’accordo tra Regione, Province di Pisa e Livorno, Autorità Idrica Toscana e Comuni della Val di Cecina e della fascia costiera livornese, che sarà sottoscritto a giorni e che prevede «una condivisione di strategie da parte delle pubbliche amministrazioni e una scaletta di azioni incisive per la tutela delle risorse idriche della Val di Cecina e per garantirne prioritariamente l’uso idropotabile». All’interno di questo accordo si rimanda a uno successivo «per condividere tra tutti i soggetti la necessaria riorganizzazione del servizio idropotabile».
Per l’assessore all’ambiente e energia Annarita Bramerini si trattta di «Un atto molto importante con cui si individuano le azioni che vanno messe in campo per garantire una migliore gestione delle risorse idriche e acqua di miglior qualità per gli usi idropotabili nella Val di Cecina e nella fascia costiera livornese, ma che si intendono applicare a tutti i corsi d’acqua principali. Su questo bacino, vulnerabile e oggetto più volte di attenzione da parte della Regione per le sue criticità, è stato presentato un piano di tutela delle acque che va aggiornato. Ma con questo atto viene messo un punto fermo: si è infatti riusciti a quantificare nel dettaglio, insieme alle Province, titolari della gestione demanio idrico, le risorse ad uso idropotabile. L’uso idropotabile viene riconosciuto come prioritario rispetto a tutti gli altri. A questo uso va destinata la maggiore quantità e qualità dell’acqua, e vanno garantite le risorse, come quelle della Steccaia, preziosissime per il rifornimento idrico dei comuni interessati dalle acque del Cecina. Questa è una delle zone più colpite dalla crisi idrica nel 2012».
La scaletta concordata tra le istituzioni coinvolte per la definizione della pianificazione e programmazione delle risorse idriche della Val di Cecina e della fascia costiera ha quindi come priorità quella di «Soddisfare i fabbisogni idropotabili della popolazione, assicurandole acqua di migliore qualità».
La Regione si impegna a definire in seguito una cosa che sta a cuore alla Giunta Riossi: «Le linee guida per la revisione di tutte le concessioni, e le azioni e criteri per una migliore tutela e salvaguardia delle risorse idriche, affrontando e risolvendo le situazioni di criticità che negli anni si sono verificate e hanno alimentato polemiche mai sopite rispetto ai rapporti tra usi industriali e usi idropotabili della risorsa. Le azioni per la tutela quantitativa e la gestione ottimale delle risorse idriche della Val di Cecina e della pianura costiera verranno intraprese dai soggetti secondo regole definite e condivise, ognuno in relazione alle specifiche responsabilità e competenze».
La Bramerini ribadisce che «Nel lungo e approfondito lavoro di ricostruzione del quadro conoscitivo, si è individuato lo stato delle acque del territorio e i quantitativi emungibili da ciascun acquifero, i sistemi di approvvigionamento idropotabile in essere, i fabbisogni attuali e futuri per l’uso idropotabile, oltre a condividere una ipotesi di riorganizzazione degli approvvigionamenti, andando a individuare le disponibilità residue per usi diversi dall’idropotabile. Un lavoro di grande rilevanza che si intende applicare a tutti gli altri bacini. E’ la prima volta che la Regione entra in un settore così importante definendo quanta acqua c’è, come va usata e quali gli investimenti necessari per migliorarla. Un impegno che si completerà con il secondo accordo di programma, che va di pari passo col Paer, per investimenti in termini di ammodernamento delle strutture acquedottistiche e miglioramento degli invasi che col tempo si sono riempiti di fanghi e detriti e non hanno più la capienza originaria».
L’assessore regionale conclude ricordando i prossimi passi: «Quanto agli impegni assunti da province e comuni, le province provvederanno al rilascio oppure rinnovo delle concessioni idriche ad uso idropotabile nel rispetto delle linee guida regionali e soddisferanno le richieste per usi diversi dal potabile nel rispetto del quadro residuale delle disponibilità di risorse, provvedendo anche al riordino e alla revisione delle utilizzazioni in atto entro 6 mesi dall’emanazione delle linee guida. I comuni integreranno nei propri strumenti di pianificazione il nuovo quadro conoscitivo sullo stato delle risorse idriche entro trenta giorni dalla data di sottoscrizione dell’accordo e rivedranno entro 1 anno i regolamenti edilizi al fine di introdurre disposizioni, norme e vincoli volti per incentivare il risparmio idrico – anche attraverso la creazione di invasi e stoccaggi di acqua superficiale – disincentivare gli sprechi e ridurre i prelievi».