Ombrone, un muro di 300 metri a Istia protegge davvero dal fiume?
Legambiente chiede gli atti del procedimento per la costruzione della barriera
[24 Aprile 2014]
In relazione alla costruzione della barriera di protezione che dovrebbe essere fatta a Istia d’Ombrone, Legambiente ha chiesto ufficialmente al Consorzio bonifica 6 Toscana sud, alla Regione Toscana, al Comune e alla Provincia di Grosseto gli atti del procedimento per esaminare il progetto in modo più specifico. In particolare l’associazione del Cigno ha chiesto gli studi e gli approfondimenti realizzati per giustificare l’opera a livello di impatto ambientale.
«Realizzare un muro lungo 300 metri per proteggere una parte di abitazioni dalle esondazioni del fiume Ombrone – spiega Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente – non è la scelta migliore per dare una risposta concreta a una situazione che sta diventando sempre più grave, soprattutto per il ripetersi di eventi straordinari. Oltre a non risolvere le problematiche legate agli allagamenti, potrebbe creare infatti problemi più gravi in caso di esondazioni di grande portata, complicando e aggravando la situazione invece di mitigarla. Occorrerebbe, invece, realizzare come a più riprese è stato richiesto anche dal primo cittadino, piccoli invasi a monte del corso del fiume per alleggerirne la portata e rallentare il deflusso delle acque nei periodi sempre più frequenti di piena, invece che intervenire unicamente a valle».
Un altro intervento che andrebbe realizzato è quello legato alla gestione, cura e manutenzione dell’alveo del fiume, che è una delle pratiche più efficaci di prevenzione. A tal proposito è necessario anche realizzare un attento monitoraggio e una verifica delle situazioni puntuali di maggiore emergenza, togliendo anche rami e materiali che creano ostruzione ed eliminando definitivamente il pilastro del vecchio ponte che rappresenta una barriera al fluire delle acque.
«Occorre anche – conclude Gentili – realizzare una pianificazione più ampia che, in base all’adeguamento delle classi di rischio, preveda una serie d’interventi nell’intero bacino del fiume, prima che sia troppo tardi e senza aspettare eventi disastrosi per dover investire molto di più sia in termini economici che sulla sicurezza delle persone. Gli eventi eccezionali e gravissimi che si sono ripetuti nel corso degli ultimi anni dimostrano infatti che occorre intervenire con tempestività mettendo in campo progetti e misure che interessino l’intero bacino del fiume».
È fondamentale, inoltre, riconsiderare fin da subito l’importanza della frazione di Istia d’Ombrone, non solo come luogo storico ma anche come abitato maggiormente interessato dal fiume all’ingresso del territorio comunale, visto che tutt’oggi continua a vivere una situazione di degrado. Basti pensare al parco giochi inutilizzabile e il Circolo canottieri, chiuso ormai da molto tempo e in evidente stato di abbandono.
di Legambiente