Analizzato l’apprendimento per i segnali di pericolo degli insetti
Pisa conquista la Germania con le ricerche sugli insetti
Studio di grande importanza etologica in copertina su Naturwissenschaften
[10 Settembre 2014]
La prestigiosa rivista scientifica Naturwissenschaften, quella che più di 60 anni fa pubblicò le famose ricerche etologiche di Konrad Lorenz, ha messo in copertina lo studio “Associative learning for danger avoidance nullifies innate positive chemotaxis to host olfactory stimuli in a parasitic wasp” realizzato da Giovanni Benelli, , Giulia Giunti e Serena Geri ed Angelo Canale, del gruppo che studia ilcomportamento degli insetti al dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell’università di Pisa, di Cesare Stefanini, del BioRobotics Institute, della Scuola superiore Sant’Anna, e di Russell H. Messing, del Kauai Agricultural Research Center dell’università delle Hawaii – Manoa.
Il team pisano-hawaiano sottolinea che «gli insetti si basano sull’apprendimento associativo per una vasta gamma di scopi, tra cui evitarli. Questo è stato dimostrato da diversi insetti, tra cui scarafaggi, zanzare, mosche, vespe drosofile, vespe cartarie, api senza pungiglione, bombi e api, ma è meno è conosciuto per le vespe parassite».
Benelli e Canale, che hanno coordinato lo studio, spiegano che dai tempi di Konrad Lorenz, «La disputa sull’importanza relativa delle abilità innate e apprese è ancora uno dei temi più caldi e affascinanti in etologia animale» e con il loro studio hanno analizzato come le preferenze olfattive innate di un animale (le femmine di Psyttalia concolor – Hymenoptera: Braconidae) possano essere fortemente influenzate da dinamiche di apprendimento associativo per segnali di pericolo».
La Psyttalia concolor è un imenottero utile per il controllo biologico delle mosche della frutta e lo studio ha dimostrato che «Questo insetto utilizza la memoria a breve termine per apprendere informazioni relative a segnali di pericolo e, sulla base di queste, è in grado di invertire funzionalmente le preferenze olfattive innate a cui fa normalmente riferimento durante l’attività di ricerca di cibo e ospiti». Si tratta degli host-induced plant volatiles (HIPVs) innati e le vespe parassite sono state “addestrate” con successo ad evitarli.
Benelli conclude: «Tra le potenziali ricadute applicative dei nostri risultati, lo scenario più interessante è la possibilità di condizionare in pre-rilascio i parassitoidi usati in programmi di lotta biologica, “insegnando” loro a evitare gli odori correlati a contesti di pericolo (es. l’odore dei loro predatori, tra cui diverse famiglie di aracnidi) e aumentandone così le possibilità di sopravvivenza in campo».