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Politiche ambientali, se il cavallo non beve…nemmeno in Toscana
[11 Settembre 2014]
Il vecchio slogan lo si può oggi attagliare al rapporto della politica con le politiche ambientali. Mai come in questo momento infatti e non soltanto sul piano nazionale specie dopo le denunce dell’ONU su cosa aspetta il nostro pianeta, la politica non sembra riuscire a cogliere adeguatamente il suo ruolo ormai irrimandabile. Un ruolo che ovviamente ricade e riguarda in particolare i partiti con responsabilità di governo a Roma come nelle regioni e negli enti locali. Cercare scusanti nelle imprevedibilità meteorologiche e sulla portata eccezionale delle ‘bombe d’acqua’ non ha senso per chi ha istituzionalmente il compito e il dovere di ‘prevenire’ per ‘evitare’ soprattutto i disastri. Perché questa crescente divaricazione che registriamo anche in forze politiche e regioni che hanno contribuito a dotare il nostro paese di leggi importanti grazie alle quali lo stato, le regioni e gli enti locali si sono fatti carico della tutela del paesaggio, del suolo, della natura e del territorio. Insomma politiche che hanno permesso di introdurre nel governo del territorio significativi strumenti di pianificazione e programmazione.
Perché oggi le politiche ambientali hanno perso sempre più di incisività, coerenza finendo spesso nel tritacarne che ne ha cancellato o fortemente sfigurato i connotati? Già da troppo tempo si è scaricato la responsabilità soprattutto sui tagli di bilancio che ovviamente hanno inciso eccome. Però da tempo è emerso pure che persino negli ambiti più esposti come il suolo non riusciamo a utilizzare del tutto le risorse disponibili come accade in maniera ancor più vistosa nei contributi comunitari che non riusciamo a mettere a frutto perché non siamo in troppi casi in grado di presentare progetti seri o di contare sui cofinanziamenti previsti. Anzi spuntano sempre più di frequente sia in sede parlamentare che governativa proposte che penalizzano o stravolgono norme a suo tempo felicemente introdotte. Proposte a cui le regioni e gli enti locali non sanno sovente rispondere come dovrebbero quando non concorrono in proprio a far danni.
A me forse fa velo l’esperienza politica e istituzionale del passato quando le scelte politiche e istituzionali e non solo sull’ambiente animavano il dibattito e il confronto nel partito come nei gruppi parlamentari e anche regionali e locali.
Oggi capita di leggere una proposta di legge presentata al senato ricalcata sul testo di chi ad esempio vuole stravolgere la legge quadro sui parchi di cui nessuno sa dove e chi ne ha discusso.
Se guadiamo alla situazione toscana dove si è impegnati in due importantissime leggi quella sul paesaggio e quella sulle aree protette capita di leggere dichiarazioni di autorevoli dirigenti di partito e parlamentari che sbeffeggiano personalità come Asor Rosa che alla Toscana guardano da tempo con impegno e disponibilità, mentre non capita mai di leggere qualcosa di chi formalmente è ‘responsabile’ dell’ambiente che sembra entrato in clandestinità.
E’ bene che il cavallo torni il prima possibile a bere in Toscana e a Roma.