Dall’università al campo, a Pisa nasce il pomodoro SuperBio
L'ateneo cittadino avvia la produzione a San Giuliano Terme (PI)
[12 Febbraio 2015]
Il pomodoro SuperBio passa dai laboratori di ricerca alla tavola. Infatti il dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’università di Pisa ha stipulato una convenzione con un’azienda vivaistica di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa, per la produzione 10.000 piantine di pomodoro “SuperBio” per il 2015, che saliranno a 70.000 nel 2016.
Il pomodoro “SuperBio” è frutto di uno studio multidisciplinare dell’Ateneo pisano, coordinato dalla professoressa Manuela Giovannetti (nella foto), condotto da docenti di agraria, medicina e biologia e pubblicato sulla rivista scientifica internazionale “British Journal of Nutrition“.
La Giovannetti, che dirige il Centro interdipartimentale di ricerca nutrafood-nutraceutica e alimentazione per la salute dell’università toscana, spiega che «questa ricerca ha dimostrato che i metodi di coltivazione possono influenzare il valore salutistico dei cibi prodotti. Infatti il contenuto in fitochimici, molecole prodotte dalle piante che hanno importanti proprietà protettive e preventive nei confronti di diversi tipi di malattie umane, puòla aumentare se le piante crescono insieme a microrganismi benefici che stabiliscono con loro un particolare tipo di simbiosi chiamata “micorriza”.
Lo studio su piante di pomodoro ha dimostrato che «i frutti prodotti dalle piante “micorrizate” (cioè che vivono in associazione con i microrganismi benefici simbionti) contengono concentrazioni più elevate di licopene (+18,5%), calcio (+15%), potassio (+11%), fosforo (+60%) e zinco (+28%) rispetto ai pomodori prodotti tradizionalmente».
La Giovannetti conclude: «I pomodori prodotti da piante coltivate biologicamente e con i loro microrganismi simbionti mostrano anche un più elevato potere anti-estrogenico, e rappresentano un esempio di produzione ecologica e sostenibile del cibo, capace di ridurre l’uso di fertilizzanti chimici e pesticidi, ottenendo cibo di alta qualità e con alto valore nutraceutico, un tema di grande interesse sociale, fortemente richiesto da consumatori e produttori».