La Toscana ha approvato il Paer, ok anche alla moratoria di sei mesi sulla geotermia
[13 Febbraio 2015]
Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e contrastare i cambiamenti climatici attraverso la diffusione della green economy; promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici, la prevenzione e la gestione dei rischi. Sono queste le due direttrici del Paer, il Piano Ambientale ed Energetico della Toscana approvato mercoledì 11 febbraio a maggioranza dal Consiglio Regionale (con il voto contrario di Fratelli d’Italia e l’astensione degli altri gruppi di opposizione), dopo una prima fumata nera del giorno precedente dove era mancato il numero legale.
Il Piano è stato integrato contestualmente con l’approvazione del disegno di legge della Giunta Regionale, “Disposizioni urgenti in materia di geotermia”, che aveva avuto il via libera nelle commissioni Ambiente e Sviluppo economico, riunite in seduta congiunta. Com’è noto nella legge è prevista una moratoria di sei mesi per il rilascio di permessi di ricerca per la realizzazione di pozzi esplorativi. Limitando anche, per il futuro, il numero massimo di pozzi e la loro distribuzione sui territori.
Ivan Ferrucci presidente del gruppo Pd in Regione, ha tenuto a sottolineare come la moratoria di sei mesi per quanto riguarda l’attività geotermica sia un lasso di tempo necessario per aprire una discussione adeguata per arrivare a una nuova regolamentazione che tenga conto delle diverse caratteristiche e sensibilità dei territori interessati a questo tipo di estrazione. Questo aspetto è criticato dall’Ordine dei geologi della Toscana che, per bocca del proprio presidente, Maria Teresa Fagioli, evidenziano come nella norma sia del tutto assente «qualsivoglia coinvolgimento, nelle valutazioni che dovrebbero essere portate avanti nel periodo di “moratoria”, della categoria professionale più direttamente coinvolta, per competenza, esperienza e storia, nelle attività geotermiche: i geologi».
La geotermia, fonte energetica caratteristica della Toscana che contribuisce a soddisfare il fabbisogno elettrico regionale per una quota che supera il 26% e che rappresenta l’80% dell’energia rinnovabile prodotta (5.592 GWh nel 2014), nel territorio è pressoché totalmente appannaggio di Enel Green Power, leader nelle centrali (34) ad alta entalpia. Ma negli ultimi tempi un gruppo di aziende riunite nella Rete Geotermica, titolari di know how, permessi di ricerca e capacità tecnologico-produttive, ha cominciato a fare sondaggi esplorativi con l’obiettivo di costruire impianti a ciclo binario chiuso, senza emissioni in atmosfera, puntando anche sulle potenzialità dei fluidi tra 90 e 150 gradi di temperatura (media entalpia).
Per questo una maggiore attenzione verso le imprese che operano nel settore è stata oggetto di approfondite discussioni nei lavori di costruzione del testo definitivo da portare in aula, durante le sedute delle commissioni e – ad esempio – l’emendamento del consigliere Romanelli (gruppo misto) al fine di “non conteggiare la sospensione ai fini della vigenza del titolo minerario” è stato accolto e inserito nel testo approvato.