Ecomostro a Marciana Marina: un villaggio là dove c’era un deposito di mobili
[18 Luglio 2013]
Legambiente Arcipelago Toscano scrive al sindaco del Comune di Marciana Marina per chiedere chiarimenti sulla realizzazione di un gruppo di edifici, un piccolo villaggio, in località La Camola, sulla sommità della collina di San Bianco e dal cartello di cantiere, oltre alla partecipazione al progetto di noti tecnici locali, esce un nome ormai noto agli ambientalisti, quello dell’impresa Alain Croci che sta costruendo le ormai note villette “Ecomostro” del Colle delle Vacche, a Lacona, che dovevano essere realizzate in cambio di un canile comprensoriale che non c’è e che dopo i controlli sollecitati dal Cigno Verde hanno rivelato la presenza di abusi ed una strano intreccio politico/tecnico/imprenditoriale.
La vicenda sulla quale punta i riflettori Legambiente, parte da diverse segnalazioni e foto da escursionisti e cittadini sulla grossa e visibilissima costruzione in corso di realizzazione in località La Camola, sulla Collina di San Bianco, in un’area che, così come la valletta sottostante, nonostante il suo grande valore paesaggistico ed ambientale, ha subito di recente e sta ancora subendo una pesantissima urbanizzazione su una zona a forte acclività.
Legambiente nella lettera al sindaco spiega che «L’area interessata sorge a poche decine di metri in linea d’aria dalla Zona di Protezione Speciale (Zps – Direttiva Ue Uccelli) , Zona Speciale di Conservazione ( Zsc x Sic – Direttiva Ue Habitat) e Sito di Importanza Regionale (Sir – Legge Regionale 56/2000) Monte Capanne e Promontorio dell’Enfola – Codice Natura 2000 IT5160012 e dai confini del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e quanto realizzato ed in corso di realizzazione ha un fortissimo impatto ambientale e paesaggistico».
Inoltre nel cartello di cantiere esposto dalla ditta Alain Croci si parla di “Riqualificazione previa demolizione per la realizzazione di nuove unità immobiliari” e lo stesso cartello presenta la costruzione di un vero e proprio villaggio là dove in precedenza esisteva un magazzino di mobili ed un deposito di bombole del gas. «Da quanto ci risulta – scrivono gli ambientalisti – l’unico edificio ad uso abitativo pre-esistente era un piccolo appartamento per il quale negli anni ’90 il Comune di Marciana Marina emise ordinanza di demolizione, verso la quale gli ex proprietari fecero opposizione che fu respinta in sede giudiziaria con una sentenza definitiva di demolizione che non è però stata fatta eseguire dalla successive Amministrazioni Comunali».
Inoltre, secondo il Cigno isolano, «I lavori in corso non sembrano poter essere definiti come semplice riqualificazione, visto la loro dimensione ed il fatto che stanno comportando sbancamenti e spostamenti di terra che interessano anche la macchia mediterranea».
Quindi gli ambientalisti rivolgono tre secche domande al sindaco: «Se quanto realizzato e in corso di realizzazione sia conforme alle concessioni edilizie, agli strumenti urbanistici del Comune ed ai vincoli ambientali e paesaggistici ricadenti nell’area. Se e come al momento della concessione si sia tenuto conto della presenza di una costruzione abusiva sulla quale gravava una sentenza definitiva di demolizione e cosa questo abbia comportato. Se, vista la presenza di una Zps/Zsc e Sir, per quanto realizzato ed in corso di realizzazione in questa grossa concessione e in tutta la zona a San Banco-Camola sia stata presentata la valutazione di incidenza necessaria per le aree contigue alle aree tutelate dalle Direttive Ue Habitat e Uccelli».