Quale energia (e quali materiali) per la costa toscana in crisi?
Il presidente Rossi chiede al governo un intervento sui costi energetici. Per la competitività serve anche il riciclo
[9 Novembre 2015]
Un intervento da parte del governo per sbloccare il nodo della competitività dei costi energetici, che sono un freno allo sviluppo industriale della costa toscana: è quanto è tornato a chiedere il presidente della Regione, Enrico Rossi (nella foto), stavolta con una lettera ufficiale inviata al ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi. D’altronde da mesi il governo si è impegnato il tal senso, senza mai far giungere provvedimenti concreti.
Dall’altra parte la Giunta toscana, recentemente rinnovata, ha deciso di puntare sullo sviluppo della costa – colpita assai più duramente rispetto al resto del territorio – per risollevare la Toscana tutta dalle secche della crisi economica. Per concretizzare quest’auspicio, il destino delle aree di crisi complessa di Livorno e Piombino sarà decisivo. In entrambi i casi, il costo dell’energia rappresenta un freno alla competitività che necessita interventi correttivi (a Piombino la Cevital ha ipotizzato di arrivare a pagare l’energia elettrica 41€ per MW/h, ovvero quanto i concorrenti bresciani, invece dei 75 MW/h pagati dalla ex-Lucchini).
Nei due accordi di programma per l’area livornese e per Piombino – ricordano dalla Regione – vi sono capitoli importanti dedicati ad una questione che è fondamentale per il consolidamento ed il rilancio delle attività industriali; sono stati fatti passi in avanti nel confronto in sede tecnica, ma non ancora tali da far ritenere raggiunti gli impegni che il governo ha assunto col territorio. La richiesta di Rossi – puntualizzano in una nota da Firenze – riguarda la possibilità di assegnare gli incentivi nazionali previsti per le aziende cosiddette energivore, ovvero a forte consumo di energia elettrica, al polo di Piombino e alla Solvay di Rosignano, in modo da poter abbattere i costi energetici ed evitare lo svantaggio di costo che ne deriva rispetto ai principali competitors italiani ed internazionali.
«Finora – ha detto Rossi – nel corso degli incontri tecnici non è stata trovata una soluzione percorribile su questo punto. Pertanto, anche alla luce dei comuni impegni sottoscritti, chiedo un impegno diretto al governo nella speranza di individuare una soluzione». Soluzione che sarà davvero sostenibile se imboccherà fino in fondo la strada dello sviluppo sostenibile. Sia per quanto riguarda l’utilizzo dell’energia (in un contesto italiano dove le emissioni di gas serra sono tornate ad aumentare nel 2015), sia per quanto riguarda i materiali: milioni di tonnellate di rifiuti in Val di Cornia aspettano solo d’essere riciclate e reimmesse nei cicli produttivi, come propone il progetto Rimateria, per realizzare un’economia circolare disegnata attorno alle esigenze del territorio. Di quest’aspetto, però, a oggi gli accordi di programma per la costa toscana neanche parlano.
L. A.