Riceviamo e pubblichiamo

Livorno, la cattiva “moda” delle potature non vuole cambiare (FOTOGALLERY)

[1 Febbraio 2016]

Siamo ancora costretti, per l’ennesima volta, a tornare sul problema della gestione del verde urbano nella nostra città. Non possiamo che essere d’accordo con la lettera di un lettore, apparsa in questi giorni su “Qui Livorno”, a riguardo dell’intervento di potatura delle siepi e degli alberi sul viale Italia, che è iniziato l’anno scorso e sta terminando la sua “opera” nella zona di Antignano. Il giardino storico ha subito, nel corso degli anni, pesanti stravolgimenti, in particolare quando fu approvato il progetto delle cosiddette baracchine agli inizi del 2000. All’epoca furono abbattuti più di 150 alberi, di cui alcuni secolari, per far spazio alle strutture. Una cementificazione che ha interessato diverse aree della città, e che nel corso del tempo ha portato ad ulteriori danni e degrado del patrimonio verde.

Già nella storiografia dell’800 si parlava della piantumazione della siepe come barriera a protezione delle piante retrostanti, come i lecci, sottoposti quotidianamente all’influenza dei venti salmastri. La siepe, costituita soprattutto da pitosfori e tamerici, si era sviluppata in tutta la sua bellezza, con piante di notevoli dimensioni. Essa non solo rappresenta un elemento storico-paesaggistico di notevole importanza, ma costituisce un habitat fondamentale per le specie di uccelli, sia in inverno che durante la stagione riproduttiva. Ma c’è dell’altro: con 84mila morti in Italia all’anno per tumori ai polmoni causati dall’inquinamento atmosferico (i dati sono dell’Agenzia Europea per l’Ambiente), le piante rappresentano una protezione dalle polveri sottili e dai rumori del traffico veicolare per la passeggiata sul mare. Questi “servizi ecosistemici” sono stati adesso compromessi gravemente, a danno della salute pubblica. E non è possibile giustificare un taglio così drastico con il pretesto di risolvere il problema dei rifiuti abbandonati tra le piante.

Peraltro, avevamo più volte segnalato la nostra disapprovazione all’amministrazione comunale su questo ed altri interventi di tagli drastici o comunque inutili alle alberature, che si sono ripetuti anche in altre aree verdi, vedi via Galilei, via Torino, la pineta di Barriera Roma, l’Ospedale, Borgo S. Jacopo e Villa Fabbricotti, tanto per citarne alcuni.

Da quasi un anno, come associazioni ambientaliste, abbiamo fatto proposte concrete per un nuovo regolamento del verde urbano, che rappresenti finalmente uno strumento per una gestione più ecologica e lungimirante. Purtroppo, questo non è stato ancora approvato, come del resto un piano del verde opportuno.

Le nostre richieste sono confermate dalle indicazioni gestionali della scienza e degli esperti agronomi: possiamo ad esempio citare le recenti pubblicazioni dell’Università di Padova, dove sta scritto che “nell’arco di 2 anni è bene non potare più del 10-20% della chioma” o il manuale sulla gestione del verde urbano della Provincia di Bergamo che recita “il diradamento di un albero adulto può essere considerato severo già con una rimozione del 10-15% dei rami”.

Provocatoriamente, concludiamo dicendo che, o gli alberi vengono mantenuti come tali (vale a dire con la chioma che esplica tutte le funzioni positive di miglioramento dell’ambiente, ombra compresa), altrimenti non servono.

di Sezione Lipu di Livorno, Comitato per la Salvaguardia del Verde cittadino

Foto di Cecilia Giorgetti e Marco Dinetti /Archivio LIPU