Oggi a Firenze il convegno sul tema organizzato insieme all'Irpet
Allarme dalla Toscana, Rossi: «Povertà rischia di diventare permanente». La Regione spinge sul Reis
«Favorevoli a un provvedimento non di bonus, ma universalistico». Sul territorio sono 54mila le famiglie in povertà assoluta
[19 Febbraio 2016]
Quello della povertà è un problema anche toscano, acuto particolarmente in alcune zone della costa – non a caso caratterizzate dal riconoscimento di aree di crisi complessa – come Livorno, Piombino e Massa Carrara: su tutta la Regione le famiglie in povertà assoluta sono circa 54mila (su 1 milione e mezzo a livello nazionale). Si tratta di una condizione di indigenza che la crisi accentua – ha spiegato oggi il presidente Enrico Rossi, aprendo il convegno dedicato oggi al tema dalla Regione insieme all’Irpet – Per far fronte a questa situazione siamo favorevoli a un provvedimento non di bonus, ma universalistico, magari da attuarsi gradualmente nel tempo, come prevede la proposta dell’Alleanza contro la povertà che le Regioni appoggiano, con la Toscana a capo della Commissione sociale e lavoro».
Rossi torna così all’attacco su di un tema sollevato solo pochi giorni fa, da altra prospettiva, al Comitato europeo delle Regioni: «Oggi sono 12 milioni i cittadini europei disoccupati e sicuramente lo metà lo sono da più di un anno – ha spiegato a Bruxelles – Quindi la disoccupazione di lunga durata non può essere solo un problema nazionale, ma deve diventare un problema a cui l’intera Unione presti attenzione e per cui investa risorse». Dalla Toscana a Bruxelles, passando da Roma, e ritorno.
Anche oggi Rossi ha messo l’accento sulla necessità di politiche attive per il lavoro: «L’Italia deve mettersi al passo con gli altri paesi. Un esempio: paesi come la Germania hanno apparati importanti di centri per l’impiego che mettono in rapporto domanda e offerta, lì 8.000 addetti sono dislocati solo presso le aziende. Da noi questo è il numero di tutti gli addetti dei centri per l’impiego nel paese. Il Jobs act applichiamolo in tutte le sue parti, se no non si va da nessuna parte. Ci vogliono finanziamenti, non bastano quelli europei, il governo deve intervenire. Altrimenti la condizione di povertà con i numeri elevati di oggi rischia di diventare permanente».
Nell’immediatezza, la proposta rilanciata dalla Toscana è appunto la stessa messa in piedi dall’Alleanza contro la povertà, ovvero il Reddito d’inclusione sociale (Reis): «È buona idea e su questa strada bisogna andare avanti – ha sottolineato Rossi – Oggi dobbiamo aprire un capitolo nuovo, combattere le disuguaglianze e dare a tutti le stesse possibilità: nel nostro Paese serve una protezione universale per tutti coloro che non ce la fanno».
«La proposta di reddito di inclusione sociale dell’Alleanza contro la povertà – chiosa Rossi – è una proposta non generica e sostenibile. Prevede 4 anni per arrivare a un fondo di circa 7 miliardi, con un programma di interventi dello Stato per coprire tutta la povertà assoluta. Lo Stato può trovare questi soldi sia dalla lotta all’evasione, sia a chiedendo a chi ha di più e non è stato toccato dalla crisi, attuando una ridistribuzione della ricchezza. Penso che vivremmo tutti in una società più giusta e equa dove ci sentiremmo tutti più garantiti. La crisi mette a rischio tutti. Avere una sicurezza per tutti è un fatto assolutamente necessario. Peraltro lo scivolamento nella povertà non riguarda solo settori marginali. Mi capita spesso di incontrare persone che da situazioni sicure si sono trovate improvvisamente in mezzo alla strada, anche imprenditori, lavoratori dipendenti, professionisti».
L. A.