In Toscana le tariffe idriche più alte d’Italia, la spiegazione di De Girolamo (Cispel): «La nostra Regione prima negli investimenti»
[7 Agosto 2013]
A commento del rapporto di Cittadinanza Attiva, quest’anno pubblicato in ritardo, in piena estate, è intervenuto Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana: «Il rapporto annuale di Cittadinanza Attiva sulla spesa delle famiglie per l’acqua conferma ulteriormente un dato ormai assodato: le tariffe idriche italiane sono fra le più basse d’Europa, le più basse fra i Paesi analoghi al nostro. In Italia non si supera mai la soglia di 2 euro al metro cubo di media, con molte realtà con tariffe fra 1 e 1,5 euro/mc, mentre in molti paesi europei le tariffe si attestano fra 3 e 4 euro al metro cubo, e aumentano annualmente, come il recente caso di Parigi. Gli aumenti tariffari di questi ultimi anni sono solo la conseguenza di un recupero di tariffa rispetto a valori di dieci anni fa che non coprivano i costi e non sostenevano gli investimenti. Rispetto al decennio scorso (1991-2000) il decennio 2001-2010 ha registrato un livello di investimenti triplo, ed ecco spiegato l’aumento delle tariffe».
Come tutti gli anni il rapporto dà luogo a polemiche, alimenta il dibattito e fa salire sul tavolo degli imputati i luoghi dove l’acqua è più cara. Anche quest’anno 8 province toscane su 10 risultano tra le meno “virtuose” da questo punto di vista. Il motivo lo spiega De Girolamo: «La Toscana presenta tariffe più alte del resto d’Italia, comunque molto più basse di quelle europee, perché ha avviato per prima 12 anni fa, il processo di riorganizzazione del servizio idrico integrato voluto dalla Legge Galli, dunque per prima ha regolamentato il servizio affidandolo ad un unico operatore obbligato alla copertura completa dei costi operativi e di investimento e al rispetto di standard di efficienza e produttività. Ha avviato da tempo dunque un processo di ammodernamento del settore che sta dando i suoi frutti».
Nell’occasione il presidente di Confservizi Cispel Toscana, si è soffermato sul nuovo documento di consultazione dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas sulla regolazione tariffaria: «E’ chiaro a tutti che l’Aeeg sta prendendo tempo in attesa delle sentenze del Tar Lombardia sui ricorsi di comitati dell’acqua e gestori, previste per ottobre. Questa modalità di continuo rinvio, prima la tariffa transitoria, poi un nuovo documento e la proroga di fatto di due anni fino al 2015 della tariffa “ponte”, non aiutano il sistema a fare gli investimenti e a trovare una propria stabilità. Ci auguriamo quindi che dopo le sentenze di ottobre si proceda in questo senso, abbandonando modalità incerte ed un po’ altalenanti e prendendo decisioni definitive e fondamentali per i cittadini».
Quanto al contenuto del documento di consultazione, il presidente di Confservizi Cispel Toscana si sofferma sull’introduzione del concetto di costo ambientale, la possibilità di utilizzare meccanismi diversi di calcolo degli ammortamenti, una maggiore adeguatezza dei Piani di ambito rispetto agli obiettivi di legge. «L’Autorità nazionale prevede una sorta di menu di modalità di valutazione tariffaria dei costi di investimento che le autorità locali potranno utilizzare in quello che è stato chiamato federalismo tariffario. Su questo punto occorre chiarezza: per sua natura il servizio idrico ha una base locale e richiede quindi la possibilità di lasciare alle autorità locali un certo grado di libertà e di flessibilità nell’applicazione di alcuni dispositivi tariffari, in continuità con quanto fatto fino ad oggi. Ma il settore idrico ha bisogno di un quadro tariffario nazionale unico, certo e definito, adatto ad un mercato in rapida evoluzione e che sarà sempre più caratterizzato da player che operano in diverse aree regionali. Il federalismo tariffario non può essere quindi un modo elegante con cui l’Aeeg non si prenda le sue responsabilità, di definire regole precise. Il punto – ha concluso De Girolamo – è fare gli investimenti, riprendere a farli e farne tanti nei prossimi anni, anche per aiutare l’Italia ad uscire dalla crisi».