Pianosa: al via l’eradicazione del ratto nero (FOTOGALLERY)

Resto con Life eradicherà i ratti come già fatto a Giannutri, Montecristo e all’isolotto della Scola

[15 Febbraio 2017]

A Pianosa, nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, dal traghetto che una volta a settimana collega l’ex isola carcere al continente e all’Elba, sono stati sbarcati centinaia di contenitori-trappola, per eradicare il ratto nero (Rattus rattus), «gli stessi che si utilizzano in varie altre città del nostro paese, segnalati e inaccessibili ad altre specie se non al ratto», spiegano i ricercatori del progetto Resto con Life “Island conservation in Tuscany, restoring habitat not only for birds”.

Le trappole anti-ratti sono state posizionate su tutta l’Isola e a Resto con Life sono convinti che «Nel giro di qualche mese Pianosa rinascerà; proprio così, poiché è quello che accadrà alla fauna e alla flora originaria senza uno dei peggiori predatori alieni al mondo».

Il Resto con Life è un progetto Life Natura cofinanziato dalla Commissione europea. Il Parco Nazionale Arcipelago Toscano, beneficiario coordinatore, insieme ai beneficiari associati quali l’ Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), il Dipartimento di biologia dell’università di Firenze e l’Ufficio territoriale per la biodiversità dei Carabinieri Forestali, un’iniziativa quadriennale «per migliorare lo stato di conservazione di habitat e specie rare, animali e vegetali, presso le Isole di Pianosa, Elba, Montecristo e Giannutri».

I ricercatori sottolineano che «Il progetto, ad ampio spettro di intervento, con un investimento complessivo di 3.123.670 euro, è finalizzato alla rinaturalizzazione di sistemi complessi, in parte modificati dall’intervento dell’uomo, per salvaguardare uccelli marini e avifauna nidificante nella macchia mediterranea, rettili endemici, boschi di leccio e ginepreti, dune costiere e vegetazione delle coste rocciose, stagni temporanei e pratelli con piante erbacee annuali tipiche di ambienti caldi-aridi».

Fino a pochi anni fa il ratto nero si era diffuso – “grazie” all’uomo – in tutte le isole dell’Arcipelago Toscano e solo di recente è stato eradicato con successo a Montecristo, Giannutri e nell’isolotto della Scola, a poche centinaia di metri a largo di Pianosa.  Ma l’eradicazione dei ratti neri è abbastanza difficoltosa perché questa specie si adatta praticamente a tutti gli ambienti, anche molto diversi fra loro. I ricercatori evidenziano che «Può vivere sia a stretto contatto con l’uomo che in habitat più naturali ed è capace di colonizzare isole con superficie inferiore all’ettaro, basando il suo sostentamento solamente su pochissime specie vegetali presenti. Può vivere sulle coste rocciose ma in generale preferisce ambienti forestali; si arrampica facilmente sugli alberi sui quali costruisce un nido sferico, simile a quello dello Scoiattolo comune».

Quelli di Resto con Life dicono che eradicarlo da alcune isole è essenziale perché «Il Ratto nero è ritenuta una delle specie più dannose nei confronti di specie sia vegetali che animali. Può predare pulcini, uova di uccelli che nidificano a terra o sugli alberi, e in molte situazioni può determinare un importante impatto economico, perché capace sia di danneggiare gli edifici che di alimentarsi di frutti e piante di interesse commerciale. Il Ratto nero inoltre, sin dai tempi antichi, è stato il vettore di molte malattie per l’uomo, alcune mortali, come la peste. R. rattus è stata inserita dalla Iucn tra le 100 specie aliene più pericolose al mondo. Tanto più che è la specie nei confronti della quale sono stati effettuati più interventi di eradicazione a livello mondiale.