Goletta Verde e Marine Strategy, la Toscana come leader del Mediterraneo
[13 Agosto 2013]
Oggi a Festambiente, il festival nazionale di Legambiente in corso a Rispescia (Gr), si affronta un tema che è conosciuto dai lettori di greenreport.it ma che trova poco spazio sui media italiani: la “Marine Strategy”dell’Unione europea. Secondo gli ambientalisti «La costa Toscana e l’Arcipelago possono diventare l’area ottimale per attuare la Strategia per l’Ambiente Marino, approvata dall’Unione europea, e rilanciare la “blue economy”, a partire da iniziative a favore della pesca sostenibile, del turismo e dei trasporti, l’utilizzo del mare e delle coste. Attuare, insomma, quel modello virtuoso che ci è imposto dall’Europa e per il quale la Toscana ha tutti i numeri e le idee e le infrastrutture per diventare la regione leader del Mediterraneo e per riconvertire la sua economia in maniera blue e green. Per fare questo è necessario mettere in rete le aree protette costiere e marine, a partire dall’istituzione dell’Area marina protetta dell’Arcipelago Toscano».
L’’approdo in Toscana di Goletta verde è stata l’occasione per organizzare il dibattito “Marine Strategy per tutelare la costa e salvaguardare la biodiversità marina”, che parte dalla constatazione che «La costa e l’Arcipelago Toscano, con i Parchi regionali, quello nazionale dell’Arcipelago Toscano, le aree marina protette dell’Arcipelago e delle Secche della Meloria, gli osservatori dei cetacei della Regione Toscana, uno dei pochi segni di visibilità del Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos, mettono il litorale toscano al centro di un’area che racchiude in sé tutte le ragioni che hanno spinto l’Unione europea ad approvare la Strategia europea per l’Ambiente Marino: la presenza di aree protette costiere nazionali, internazionali e regionali, un forte traffico marittimo locale (collegamento tra isole e continente) ed internazionale (collegamento tra il sud del mediterraneo ed i grandi porti di Livorno e Genova), una sviluppata industria turistica con un forte impatto su coste ed ambiente (porti, urbanistica)».
Franco Di Martino, direttore Legambiente Toscana, sottolinea: «Un’area che la tragedia del naufragio della Costa Concordia ha messo sotto i riflettori della comunità internazionale e che potrebbe rappresentare per l’intero Mediterraneo un modello di via di uscita sostenibile da quella insostenibilità del presente modello di sviluppo che, secondo la stessa Marine strategy, la strategia europea per l’Ambiente Marino, deve essere gradualmente superato per raggiungere quella blue economy prospettata e richiesta dalla Commissione europea. Per fare questo è necessario mettere in rete le aree protette costiere e marine, a partire dall’istituzione dell’Area marina protetta dell’Arcipelago Toscano, passando dagli attuali vincoli del Dpr istitutivo alla gestione, e superare lo stallo della gestione del Santuario internazionale dei Mammiferi Marini Pelagos. Tutte azioni che permetterebbero di fare sistema in una zona nevralgica, la costa e le isole Toscane, per il Tirreno e l’intero Mediterraneo».
In questo scenario, al traffico petrolifero e navale, sia turistico che commerciale, vanno applicate le nuove normative europee richieste anche dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.
Legambiente è convinta che «Fare il punto della situazione servirà anche a capire come in un’area così delicata e trafficata possa essere realizzato a Piombino quel centro di livello europeo per la demolizione della navi dell’Ue e degli armatori europei che realizzi le nuove disposizioni europee che esigeranno entro il 2015 precise garanzie in campo ambientale e sociale e che tendono ad impedire la demolizione delle navi in Paesi in via di sviluppo come India, Bangladesh e Pakistan che sono la causa di abusi sui lavoratori che finiscono in mutilazioni e morti e di un disastro ambientale».
Umberto Mazzantini, responsabile Isole minori Legambiente, conclude: «La costa Toscana e l’Arcipelago possono quindi diventare l’area ottimale per attuare la Marine strategy per l’Ambiente Marino e blue economy. Occorre partire immediatamente con iniziative che ristabiliscano la sostenibilità di pesca, del turismo e dei trasporti. È necessario un nuovo approccio nell’utilizzo del mare e delle coste, quel modello virtuoso che ci è imposto dall’Europa e per il quale la Toscana ha tutti i numeri e le idee e le infrastrutture, come ha dimostrato l’attenzione data alla vicenda della Costa Concordia, per diventare la regione leader del Mediterraneo e per riconvertire la sua economia in maniera blue e green».