In Toscana sedici Ong unite contro il Ceta: l’appello al Consiglio regionale

[12 Luglio 2017]

Il Ceta, il trattato di liberalizzazione commerciale tra l’Ue e il Canada è in via di ratifica al nostro Parlamento, e proprio per questo diverse Regioni stanno discutendo e votando mozioni od Ordini del giorno.  In seguito alle preoccupazioni della società civile, dei lavoratori, di ampi comparti dell’agricoltura italiana interpretate da realtà come Coldiretti, la Cgil o la Campagna stop Tttip Italia, diversi enti pubblici stanno prendendo posizione contro la ratifica del Ceta, chiedendo al contrario un dibattito ampio e informato sugli impatti, anche negativi, dell’accordo: Regioni come il Lazio, le Marche, il Veneto, la Puglia si sono già dichiarate Stop Ceta, e simili dichiarazioni sono state fatte dall’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte o da consiglieri regionali della Regione Molise.
Del resto il Ceta è un accordo commerciale che non impatta solamente sull’abbattimento di dazi doganali, ma incide sugli standard legati alla qualità dei prodotti, ai diritti del lavoro e alla tutela dell’ambiente. Esiste un capitolo sugli investimenti dove imprese private avranno la possibilità di fare causa ai governi, anche locali, in caso di politiche non rispondenti alle loro aspettative di profitto.

E la stessa politica di protezione delle Indicazioni geografiche appare debole e contraddittoria, arrivando al riconoscimento (parziale) di sole 41 indicazioni geografiche italiane su 293, permettendo comunque la compresenza sul mercato canadese (e per la reciprocità anche potenzialmente su quello italiano) di prodotti di imitazione.

Un risultato che ha scontentato molti consorzi, come quello della Soppressata Dop di Calabria, della cipolla rossa Dop di Tropea, del pesto Dop ligure, che hanno dichiarato la loro contrarietà all’accordo.

«La votazione in Regione Toscana sul Ceta è un passaggio importante – sottolinea Alberto Zoratti, responsabile economia e diritti del lavoro dell’Ong Cospe – perchè potrebbe aprire uno spazio di discussione ampio e partecipato. L’affrettata ratifica dell’accordo a livello parlamentare (l’Italia sarebbe tra le prime in Europa dopo la Croazia a concludere l’iter) non risponde alle richieste forti di buona parte della società civile, che chiede un blocco del processo di approvazione, garantendo un confronto approfondito e partecipato in tutto il Paese. Accordi come il Ceta non sono sostenibili e, per garantire accesso al mercato canadese di grandi gruppi europei, rischiano di aumentare disuguaglianze e di impattare negativamente sui nostri comparti produttivi.

Il sindacato internazionale si è schierato apertamente contro l’approvazione del Ceta, così milioni di persone che hanno firmato una petizione europea per fermare questo accordo. La questione non è scegliere la chiusura e l’autarchia, ma cambiare rotta collegando l’integrazione dei mercati con politiche attive di sostegno ai mercati locali, ai diritti del lavoro e alla tutela ambientale, l’esatto contrario di quello che si potrà avere col Ceta».

Cospe si appella ai consiglieri regionali toscani perché facciano proprie le preoccupazioni della società civile, chiedendo uno Stop al processo di ratifica del Ceta con la possibilità di aprire a un percorso di confronto partecipato tra tutte le forze sociali, e sta raccogliendo adesioni significative delle organizzazioni non governative, delle realtà del terzo settore e delle associazioni toscane per fare pressione sui consiglieri regionali perché si facciano interpreti di queste criticità.

di Cospe