Incendi, Rossi: «Il passaggio della Forestale ai Carabinieri ha sottratto mezzi e forze»
Legambiente: da metà giugno in fumo più del 94% della superficie bruciata in tutto il 2016
[17 Luglio 2017]
Più di 100 squadre del servizio antincendi boschivi della Regione Toscana, costituite da volontari e operai forestali e affiancati dalle squadre dei vigili del fuoco, sono intervenute per fronteggiare il gran numero di incendi che ha colpito oggi la nostra regione. E’ in funzione la sala regionale, le 8 sale operative provinciali, sono mobilitati 10 elicotteri della flotta regionale, assieme a 2 Canadair e un elicottero della protezione civile nazionale.
Il presidente della Regione Toscana ha voluto dire «Grazie a tutti coloro che in queste ore di emergenza sono impegnati sul fronte degli incendi con grande spirito di sacrificio, dedizione e capacità. Se i cittadini avessero potuto vedere il lavoro svolto da queste persone avrebbero avuto motivo di orgoglio per essere cittadini della Toscana e dell’Italia».
Rossi ha anche sottolineato che «Il sistema degli antincendi boschivi della Regione ha dimostrato di funzionare, ma può essere migliorato ancora di più lavorando su 3 linee. Primo, costruire un piano di prevenzione forestale pluriennale, combinando il lavoro già fatto con l’allestimento di sentieri frangifuoco. Secondo, continuare con la formazione a migliorare la preparazione già alta del personale dipendente e dei volontari. Terzo, aumentare nella cittadinanza la consapevolezza e la responsabilità dei rischi derivanti da comportamenti sbagliati».
Ma il presidente della Toscana ha anche aggiunto: «Tuttavia, l’impegno non può essere solo della Regione. Il passaggio della Forestale ai Carabinieri ha sottratto mezzi e forze altamente qualificate alla prevenzione antincendi. Inoltre, la denuncia dei sindacati, Cgil in particolare, di carenza di organico dei Vigili del Fuoco e di vetustà dei mezzi, aerei e terrestri, richiede un impegno di investimenti da parte del Governo per garantire la sicurezza delle abitazioni e l’incolumità delle persone. La Toscana ha una dotazione di mezzi aerei sufficienti, avendo a disposizione 11 elicotteri. Credo sia venuto il momento di sapere quali Regioni non si sono adeguatamente dotate del loro sistema aereo antincendio, come ad esempio la Regione Sicilia. Ma quante altre sono nella stessa situazione? Vogliamo saperlo, perché la Regione Toscana ha fatto il suo dovere, ma non può vedersi negare mezzi aerei in momenti di emergenza perché impegnati dalla protezione civile nazionale in altre regioni che invece sono inadempienti. Una volta fatta la verifica delle Regioni inadempienti, si dovrà ordinare loro di mettersi in regola e allo stesso tempo si dovrà dotare adeguatamente la protezione civile nazionale perché non debba lesinare i mezzi in momenti di necessità».
Rossi ha reso noto che «Nelle prossime settimane scriveremo alla presidenza del Consiglio, ai ministeri interessati e ai presidenti delle altre Regioni per fare un punto a livello nazionale e trovare le soluzioni più confacenti. Non è possibile che l’Italia vada a fuoco e non sia attrezzata adeguatamente per far fronte alla siccità e ai suoi effetti più devastanti, come appunto gli incendi».
Rossi ha concluso: «Rispetto a tutto questo è evidente che bisogna migliorare gli interventi sugli effetti, migliorare ancora di più l’antincendio e la prevenzione forestale e più in generale accrescere la consapevolezza e la responsabilità di tutti, assicurando alla giustizia eventuali criminali piromani. Ma ancora più urgente per tutti è la lotta contro le cause dei cambiamenti climatici. E’ necessario battersi perché si applichino gli accordi internazionali e impegnarsi perché si affermino stili di vita e modelli di produzione più rispettosi della natura».
Dalla Maremma in fiamme, Legambiente ricorda che «Da metà giugno ad oggi è andato in fumo più del 94% del totale della superficie bruciata in tutto il 2016. Gli ultimi incendi di Castiglione della pescaia, Capalbio e Marina di Grosseto hanno messo a grave rischio l’incolumità di chi vive nel centro balneare».
Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente, ha detto che «Criminale è chi oltre a distruggere un enorme patrimonio ambientale mette in pericolo case e persone di un centro abitato. Ringraziamo innanzitutto la Prefettura, il Comune di Grosseto, i Vigili del fuoco e le Forze dell’ordine che si sono prestate con abnegazione e fortissimo impegno per domare le fiamme. Chiediamo un impegno maggiore alla Regione Toscana e alle autorità nazionali per assicurare un adeguato supporto a partire dai mezzi e dal personale di terra, coadiuvato dai mezzi aerei, per fronteggiare con maggiori risorse questa tragica emergenza in Maremma. Stiamo assistendo a un fenomeno di una gravità inaudita che va fronteggiato con tutti i mezzi possibili per evitare ulteriori danni al patrimonio naturale, vera ricchezza della nostra terra. A questa emergenza inenarrabile occorre rispondere con un adeguato piano di emergenza che ci aiuti a individuare i colpevoli di questi crimini ambientali. Vista l’enorme gravità di quanto sta avvenendo, che costituisce un’emergenza nazionale, si pianifichi un intervento capace di limitare al massimo i danni alle persone, ai centri abitati e al patrimonio naturale».
Un incendio ha anche lambito l’abitato di San Piero, nel Comune di Campo nell’Elba, è qui Legambiente Arcipelago Toscano solleva un altro problema: «Anche se Vigili del Fuoco, Protezione Civile, personale dell’Unione dei Comuni delle Colline Metallifere e forze dell’ordine stanno facendo un ottimo lavoro, mettendo in campo un impegno notevole, gli incendi scoppiati – per incredibile disattenzione o dolo – negli ultimi giorni all’Isola d’Elba fanno temere che, complici la siccità e il cambiamento climatico, si ripetano quelle terribili estati durante le quali dei delinquenti misero a fuoco la nostra isola».
Gli ambientalisti dicono che «Per un’efficace opera di prevenzione degli incendi, è fondamentale il ruolo dei Comuni, sia per una capillare opera di informazione sui comportamenti corretti da tenere, rivolta a turisti e cittadini (della quale non si vede traccia), sia per sospendere con apposite ordinanze ogni tipo di attività lavorativa che possa comportare – come sembra successo al Volterraio – la possibilità di appiccare involontariamente un incendio. Ci pare necessaria una riunione operativa tra tutti gli enti interessati, a partire dal Parco Nazionale, per affrontare subito questa emergenza informativa/comunicativa. I Comuni devono anche realizzare e aggiornare costantemente il Catasto delle aree percorse dal fuoco, finalizzato alla predisposizione dei vincoli di uso dei suoli, al fine di impedire speculazioni economiche sulle aree dove si siano verificati incendi, così come previsto dalla legge 353/2000. Inoltre, il ruolo degli Enti locali appare prioritario nelle attività di prevenzione degli incendi attraverso la cura e tutela del territorio e delle aree boschive, attraverso lo studio e la predisposizione di misure di mitigazione del rischio».
A livello più ampio, per Legambiente «E’ fondamentale che si definisca al più presto una politica di adattamento ai cambiamenti climatici, attraverso adeguate politiche forestali. Occorre poi rafforzare il sistema dei controlli e degli interventi delle Forze dell’ordine nei confronti dei criminali che appiccano gli incendi. Oggi, oltre il delitto di incendio doloso di cui all’art. art.423 bis del codice penale, si può e si deve applicare la legge sugli ecoreati (la n.68/2015) e in particolare il reato di disastro ambientale secondo quanto previsto dall’art. 452 quater del codice penale, uno dei nuovi delitti introdotti dalla legge, che usa la mano dura contro chi attenta alla salubrità degli ecosistemi, incrementando le pene fino a 15 anni di reclusione più le aggravanti».