Non solo siccità in Toscana, anche il mare ribolle: 30 °C al largo della Gorgona
Frequenti picchi di caldo e l’assenza di importanti fasi di raffreddamento mettono a rischio l’ecosistema marino
[11 Agosto 2017]
Fortunatamente una perturbazione atlantica sta arrivando sulle nostre coste, ed è probabile che, se non creerà danni, possa dare un po’ di respiro ai nostri mari: quella in corso sarà comunque ricordata come un’altra estate calda e siccitosa ben oltre la media, comunque prosegua nel corso del mese. Sul suolo italiano – e toscano in particolare –, infatti, caldo e mancanza di piogge hanno già causato ingenti danni all’agricoltura (Figura 1), stimati da Coldiretti in oltre 2 miliardi di euro a livello nazionale. Superata la linea di costa, l’attenzione mediatica sul fenomeno in corso però crolla: eppure i mari sono i nostri principali regolatori termici. Cosa gli sta succedendo?
Con riferimento alla Toscana, il Tirreno settentrionale già dai primi di giugno ha registrato anomalie termiche, raggiungendo a inizio estate valori medi tipici di mari molto più a sud, come lo Jonio (Figura 2).
Nei giorni scorsi si è raggiunto però un preoccupante picco. Osservando i dati registrati dalla boa al largo della Gorgona (posizionata in acqua profonde, e con il sensore a -0,5m) si può rilevare che dall’inizio del periodo di registrazione (2008) valori di temperatura come in questa estate mai si sono verificati. È la prima volta, infatti, che si osservano parallelamente valori di picco molto elevati – addirittura fino a 30 °C – e l’assenza di importanti fasi di raffreddamento, legate a perturbazioni (Figura 3).
Se infatti anche nel 2015 (anno record per la siccità in Italia) si erano registrate temperature di picco analoghe, la media dei 25 °C era stata raggiunta nel mese di luglio, mentre nel 2017 già alla fine della prima decade di giugno.
Se la temperatura del mare alla Gorgona, nel 2015, è stata per 43 volte sopra i 25 °C, nel 2017 il fenomeno si è verificato ben 50 volte (Figura 4).
Quale sarà l’effetto di tale surplus di energia immagazzinata nel mare che lambisce la Toscana è difficile da prevedere; oltre alla drastica riduzione, nell’ultimo mese, delle consuete inversioni termiche giorno notte, i fronti perturbati autunnali troveranno un pericoloso contrasto termico.
Ulteriore pericolo è che il profilo della temperatura con la profondità possa essere influenzato da questa costante alta pressione che sta riscaldando la superficie del mare. Pur essendo un fenomeno che richiede tempi molto lunghi, il trend di aumento delle temperature superficiali, nel tempo, non potrà che riscaldare anche le acque profonde: un pericolo incombente per la fauna marina, e a lungo termine il rischio che il nostro mare diventi sempre più simile al Mar Nero: sarebbe un infelice destino.