L’assessore regionale all’Ambiente risponde all’interrogazione posta dal M5S
Geotermia, concentrazioni di mercurio in aria «ben al di sotto del valore di cautela sanitaria»
«Sulla base di quanto a conoscenza, non sembrano sussistere allo stato attuale elementi tali da indicare condizioni di rischio ambientale e sanitario»
[6 Settembre 2017]
L’assessore all’Ambiente della Regione Toscana (nella foto) ha risposto all’interrogazione a risposta scritta presentata dal consigliere regionale Giacomo Giannarelli (M5S) in merito alle concentrazioni in aria di mercurio nell’area geotermica tradizionale, ovvero quella comprendente i distretti di Larderello (con 22 impianti all’attivo per l’impiego della geotermia) e Radicondoli-Travale (8 impianti), ribadendo che «sulla base di quanto a conoscenza, non sembrano sussistere allo stato attuale elementi tali da indicare condizioni di rischio ambientale e sanitario in ordine ai quali assumere provvedimenti limitanti l’esercizio delle attività di coltivazione delle risorse geotermiche».
L’interrogazione posta dal consigliere pentastellato prende le mosse dai «dati pubblicati sul sito del comitato Difensori della Toscana», ovvero un «calcolo fatto da alcuni semplici cittadini» sulla base di dati relativi al 2015, secondo i quali «la quantità di mercurio immessa da queste centrali nell’ambiente in cui viviamo è spaventosa». Ricordando comunque che «il piano energetico regionale individua nella geotermia una fonte rinnovabile strategica» il consigliere Giannarelli si è dunque rivolto all’assessore Fratoni per delucidazioni sulla attendibilità dei dati riportati dal comitato.
Per quanto riguarda le concentrazioni in aria di mercurio – è la risposta arrivata dalla Giunta regionale – le campagne di monitoraggio effettuate dall’Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) mostrano «concentrazioni ben al di sotto del valore limite di cautela sanitaria indicato dall’Atsdr, pari a 200 ng/m3 come media annuale, e alle linee guida dell’Oms, pari a 1.000 ng/m3 con valori compresi tra 1 e 18 ng/m3». Inoltre, «le indagini condotte dall’Agenzia regionale di sanità con il “Progetto geotermia e salute” su incarico della Regione Toscana non mostrano correlazioni causa-effetto derivanti dall’esposizione della popolazione a tali livelli». Valutazioni, aggiungiamo noi, che stando agli ultimi studi (qui in versione integrale) recentemente pubblicati dall’Agenzia regionale di sanità (Ars) sono valide anche per quanto riguarda geotermia e salute nell’area dell’Amiata.
Più in generale, ricorda l’assessore Fratoni nella sua risposta, le «emissione prodotte in atmosfera prodotte dalle centrali geotermoelettriche si sono negli anni ridotte grazie alla dismissione degli impianti più vetusti, all’innovazione dei processi industriali impiegati e all’introduzione dei sistemi di abbattimento degli inquinanti. Anche il miglioramento delle procedure di manutenzione e delle modalità di gestione degli eventi non previsti a causa di malfunzionamenti e guasti ha permesso di limitare rilasci non controllati». I livelli di concentrazione delle sostanze inquinanti rilevati «si sono ridotti nel tempo mantenendosi in ogni caso distanti dai valori di concentrazione presi a riferimento per la tutela della salute umana e utilizzati in ambito internazionale».
Osservazioni queste derivanti dalla mole di dati proveniente non da un “calcolo fatto da alcuni semplici cittadini” ma sulla dalle 17 stazioni di misura della rete di monitoraggio Enel «che coprono tutti i centri abitati interessati dagli effetti, i cui dati sono validati da Arpat e confermati grazie all’utilizzo dei mezzi mobili, nonché dalla stazione di Montecerboli della rete regionale di rilevamento della qualità dell’aria». Rilevazioni che presto mostreranno dati ancora più accurati: una procedura coordinata dall’Istituto di geoscienze del Cnr ha formalizzato un metodo per il campionamento ed analisi delle emissioni di mercurio dalle torri di raffreddamento, alla scopo di definire una procedura applicabile negli stessi termini da Arpat e Enel green power: «Alla fine del 2017 – chiosa Fratoni – dovrebbero essere analizzati i risultati del monitoraggio».