La Toscana e la cooperazione Africa – Europa
Un progetto sul baobab per lottare contro la malnutrizione in Mali
[30 Novembre 2017]
La Regione Toscana ha partecipato al primo “Forum Africa-Europa dei governi locali e regionali”, tenutosi ad Abidjan, in Costa d’Avorio, prima del quinto Summit Europa-Africa, e ha rilanciato la sua cooperazione nell’Africa subsahariana ed orientale. Al Forum Africa-Europa hanno partecipato più di 200 amministrazioni locali africane ed europee che chiedono di essere incluse nel quadro del dialogo d’alto livello tra Europa e Africa e nel suo intervento la vice presidente della Toscana Monica Barni ha detto: «Essere riuniti qui oggi ad Abidjan, proprio quando si negozia del futuro dei rapporti tra Europa e Africa ha un forte valore simbolico oltre che operativo. Il coinvolgimento attivo delle autorità locali costituisce un valore aggiunto che deriva dai partenariati e dalle relazioni dirette a livello locale, dall’impegno sul fronte della sostenibilità che diventa anche un elemento di sviluppo locale, dal coinvolgimento infine di tutti gli attori territoriali. Forte è stata la spinta negli ultimi anni a lavorare in rete. E solo così si possono affrontare le sfide globali e più urgenti».
La Barni ha sottolineato che «Il nostro impegno in Africa va avanti oramai da anni e lo rilanceremo nel 2018 con interventi sui temi dello sviluppo locale, del sostegno al decentramento, della salute pubblica in alcuni Paesi chiave del continente come Burkina Faso, Senegal, Niger, Mali e Etiopia». Infatti ad Abidjan la vice presidente della FREgione ha incontrato anche il nuovo ambasciatore d’Italia per la Costa d’Avorio, il Burkina Faso, la Sierra Leone e la Liberia, «con il quale – si legge in una nota della Regione – sono state individuate alcune linee di possibili interventi della Toscana nell’ambito della cooperazione economica e allo sviluppo, anche con il sostegno dei fondi che l’Unione europea promuoverà con il summit e che riguarderanno da un lato garanzie sugli investimenti privati nel continente e dall’altro un sostegno ai pro cessi di decentramento e al miglioramento delle competenze delle autorità locali».
Uno dei progetti toscani è quello “Il frutto del Baobab come fonte di sostanze nutritive e di molecole bioattive” appena avviato in Mali per approfondire la conoscenza delle proprietà nutritive e farmaceutiche del baobab per contribuire alla lotta contro la malnutrizione in Africa, favorendo anche la sua produzione e commercializzazione fra la popolazione locale. Il progetto, che durerà un anno, è coordinato dalla professoressa Alessandra Braca e dalla dottoressa Marinella De Leo del Dipartimento di farmacia dell’università di Pisa, è finanziato dalla Regione Toscana, e vede la collaborazione della Aidemet ONG e del Dipartimento di medicina tradizionale di Bamako, la capitale del Mali.
La Braca spiega che «Il Baobab è un alimento base della dieta quotidiana in molte zone dell’Africa centrale e occidentale, nelle zone rurali del Mali ad esempio è consumato sia in forma solida che come bevanda e tuttavia le sue proprietà nutritive, e potenzialmente anche farmaceutiche, sono ancora poco conosciute».
Per incrementare la conoscenza scientifica sul Baobab, e contribuire così alla lotta contro la malnutrizione, il progetto prevede l’indagine chimica della polpa del frutto per definire il suo valore nutrizionale e le sue potenzialità come fonte di sostanze biologicamente attive a scopo medicinale. La Braca aggiunge: «Nei nostri laboratori effettueremo le analisi del frutto per l’identificazione dei polifenoli ed eventuali altre molecole bioattive. Quello che sappiamo finora è che la polpa del baobab è particolarmente ricca di fibre, sali minerali, amminoacidi, vitamina C, mentre ha un basso tenore di zuccheri, tutte proprietà che lo rendono un alimento ad alto potere nutrizionale».
I partner maliani del progetto si occuperanno principalmente del controllo di qualità di frutti e della formulazione di prodotti a base di baobab. All’università di Pisa spiegano che «Un altro ramo di intervento del progetto sarà infatti quello di cercare di promuovere la produzione del baobab, la sua trasformazione ed il commercio fra le popolazioni locali al fine di valorizzare le risorse del luogo e di favorire l’educazione a un regime alimentare sano e sicuro».