Rifondazione comunista contro Rossi “il trasformista”
Guerra a sinistra: presentata oggi la campagna «per svelare il vero volto delle politiche di Rossi e della Giunta Toscana»
[11 Gennaio 2018]
La campagna elettorale non solo si annuncia durissima e con colpi bassi tra i vari schieramenti, ma a sinistra si presenta come una guerra a chi è più “vicino”. Ne è probabilmente una dimostrazione (ma le avvisaglie c’erano già sui social network) l’iniziativa presentata oggi a Firenze dal Partito della Rifondazione Comunista che prende di mira il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, che pure non sarà candidato per Liberi E Uguali in Parlamento e che verosimilmente non si candiderà alle prossime elezioni regionali,
Il comunicato che illustra l’iniziativa inizia con alcuni spezzoni di dichiarazioni di Rossi: «Sono favorevolissimo al contratto a tutele crescenti (…) giro moltissimo la Toscana e incontro centinaia di lavoratori (…) nessuno mi parla dell’articolo 18» e Rifondazione Comunista chiede: «E’ Renzi che parla?» La risposta è «No è l’attuale presidente della Regione Toscana Enrico Rossi poco più di due anni fa, autorevole esponente di Liberi e Uguali, che oggi dice – fra le altre cose – di voler reintrodurlo e di abolire il Jobs act. A dire il vero il programma di LeU mantiene ambiguità perché, dopo i proclami a favore dell’articolo 18, propone che per tre anni ci sia il contratto a tutele crescenti. Insomma Enrico Rossi è davvero “un programma politico vivente” della sua lista di riferimento. Rossi rilascia dichiarazioni contro riforme inique e oltretutto del tutto inefficaci portate a casa dal suo ex partito, il PD, ma col PD continua a governare la Toscana, con un patto di ferro per altro rilanciato ultimamente in forma pubblica».
Partendo dalle dichiarazioni di Rossi tutta la linea dell’altra forza politica della sinistra – dove non manca certo chi si è opposto da subito al Jobs act – viene definita politicamente “trasformismo! «E trasformisti coloro che ne sono i protagonisti»
E la campagna elettorale del Partito della Rifondazione Comunista della Toscana (che di Rossi e del PD è stato alleato nella precedente legislatura regionale) si chiama proprio “il trasformista” e i comunisti di Rifondazione – confluiti insieme agli altri partiti con la falce e martello e pezzi di sinistra radicale nella lista Potere al popolo – spiegano che si tratterà di «Un’iniziativa che si sostanzierà attraverso vari canali (social, cartellonistica, volantinaggi, iniziative ecc) con una serie di “puntate” periodiche dedicate a singoli aspetti delle reali politiche della Regione Toscana e del suo presidente». Insomma, la campagna elettorale in Toscana, la patria di Renzi, sarà incentrata su Rossi, a cominciare da dove fa più male, la sanità, «un tempo fiore all’occhiello e oggi con liste d’attesa infinite o indefinite, massacranti riduzioni di operatori e medici, macro strutture ingovernabili e costosissime, ticket e affini in rapida moltiplicazione con il risultato – tutt’altro che non voluto – di portare di fatto o di diritto ad una privatizzazione palese o strisciante e comunque a una destrutturazione del servizio sanitario pubblico e universalistico, pagato sulla pelle dai più deboli».
L’altro grande filone sarà quello delle «”grandi opere” inutili e dannose rilanciate con orgoglio anche ultimamente: mega aeorporto di Firenze, autostrada tirrenica, inceneritori ecc».
Ma a Rossi vengono imputati anche problemi che più che toscani sono nazionali: «Il lavoro sempre più scarso dequalificato e precario a fronte di una sbandierata ripresa la cui effettività e consistenza è solo nei sogni di chi la propaganda (con aiuti di ogni genere anche a realtà che poi hanno pensato bene di de localizzare); il dissesto idrogeologico e il consumo di suolo, ecc. Per non parlar del via libera all’amplicamento della base americana di Camp Darby, quando alcuni anni fa la stessa Regione parlava di riconversione a usi civili».
Secondo Rifondazione comunista, «Questo non il passato (sul quale si può cambiare idea), ma il rivendicato presente e orgogliosamente il futuro delle politiche della Giunta Toscana, quindi di PD e MdP che quella giunta sorreggono, e di Rossi che la guida».
E anche il segretario nazionale PRC Maurizio Acerbo è convinto che «L’esempio di quanto avviene in Toscana è il paradigma di come le chiacchiere stiano a zero. Si può andare a Roma a dichiarare di voler fare, come recita il titolo di un libro di Rossi, le rivoluzioni socialiste, ma i fatti ci dicono che non solo hanno sostenuto le politiche neoliberiste per 25 anni, e fino ad oggi al governo del paese, ma che queste si rivendicano – non escludendole affatto anche per il futuro – e nei territori queste si continuano a praticare e sostenere. Come in Toscana, come a Firenze, ecc. Per questo siamo sempre più convinti che ci voglia un alternativa a questa politica politicante: la vita concreta delle persone, il loro futuro non può aspettare oltre».
Forse un minimo di autocritica non guasterebbe, visto che . anche se è il passato – in questi 25 anni la Toscana è stata governata per 20 anni anche da giunte con il PRC dentro… Ma il segretario Regionale PRC Alessandro Favilli avverte: «Qui si parla di concretezza, delle disuguaglianze e del peggioramento delle condizioni delle cittadine e dei cittadini che queste politiche hanno portato, “il trasformista” è una campagna non su una persona, ma su un certo modo di intendere la politica, che pensa prima ai rappresentanti – novelli principi di Salina – che ai rappresentati, facendosi quindi paradigma di una personalizzazione che è la stessa in cui prosperano quelle elite che la democrazia vorrebbero sotto scacco. E non a caso Rossi ha votato sì al referendum costituzionale. La Toscana, oggi tutt’altro che felix, non merita oltre questi giri di valzer, e lo spirito della nostra campagna è far emergere i fatti, la scelta di campo incontrovertibile fatta dalla politica di MdP e Pd in Toscana».
La conclusione è che «Non può essere ulteriormente il tempo di sbiadite copie del “presidente operaio, il presidente imprenditore” di berlusconiana memoria in salsa toscana. Noi stiamo dalla parte del popolo, come dice l’articolo 1 della nostra costituzione, altri l’abbiamo visto il 4 dicembre dell’anno scorso da che parte stavano. Noi siamo per la credibilità della politica e di una sinistra degna di questo nome, per questo siamo e saremo agli antipodi di tutto questo. Perché è politicamente ipocrita, perché certe formule sono definitivamente fallite, perché non c’è più tempo da perdere. Ed è per questo che la lista “Potere al Popolo”, di cui siamo tra i promotori, è l unica alternativa al trasformismo».
Da osservatori interessati a quel che succede a sinistra – e che quando ce n’era bisogno non hanno fatto mancare le critiche alla Giunta Rossi (passata e presente) – non possiamo che rilevare che in Toscana e in Italia le stesse forze che esaltano l’unità delle sinistre in Grecia, Spagna, Portogallo, Olanda, Francia, Gran Bretagna… in casa nostra non hanno né la voglia né la capacità di praticarla.