Aamps, non economia ma problemi circolari

[30 Novembre 2015]

Oggi a Parigi apre la Cop 21, l’attesissima conferenza Onu sui cambiamenti climatici, e tra due giorni dall’Unione europea si attende il nuovo pacchetto legislativo sull’economia circolare: una proposta che dovrà passare al vaglio di un’attenta analisi, ma che negli intenti punta a un modello di sviluppo capace di creare 1,8 mila miliardi di euro di benefici complessivi per l’Europa da qui al 2030, e una riduzione delle emissioni di CO2 pari al 48%. Visti da Livorno, questi sono numeri che oggi paiono tratti da un libro di fantascienza. La realtà locale parla di una città che, più che muoversi verso un’economia circolare, si mostra incapace di gestirne anche solo un pezzetto, quello circoscritto all’igiene urbana: l’Aamps, la municipalizzata di settore, è triste protagonista di uno scenario surreale.

Anni di gestione a marchio Pd hanno portato l’azienda, al 100% di proprietà del Comune di Livorno, ad accumulare 49 milioni di euro di debiti contabilizzati a settembre; 18 mesi di non-gestione (e nessun piano industriale approvato) da parte dell’amministrazione a 5 stelle l’hanno portata sull’orlo del definitivo fallimento. Dopo ripetute rassicurazioni sulla volontà di ricapitalizzare l’azienda, oggi il Consiglio comunale a maggioranza grillina si è riunito per esprimere il proprio parere sulla proposta di avviare l’azienda verso un concordato preventivo in continuità, arrivata da sindaco e Giunta. «Lancio un appello al sindaco, alle forze di governo della città di Livorno e alle forze politiche in Consiglio comunale – è stata la reazione a caldo di Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana – perché si approvi il programma di ricapitalizzazione di Aamps e si scongiuri una crisi aziendale che avrebbe conseguenze drammatiche sull’azienda, i lavoratori, l’indotto, e che priverebbe Livorno di un interlocutore forte in questa delicata fase di costruzione del gestore unico […] Fermare tutto adesso avviando un concordato è irresponsabile e non ne esistono i presupposti economici e finanaziari-patrimoniali. Serve una Aamps forte ed efficiente nel percorso di costituzione del gestore di ambito, non una crisi aziendale e industriale».

Il voltafaccia della giunta grillina è arrivato repentino, spiazzando i circa 300 lavoratori Aamps e i 200 dell’indotto, come anche tutte le opposizioni e pure buona parte degli stessi pentastellati. Ora in crisi è la stessa maggioranza a 5 stelle: l’assessore all’Ambiente, contrario alla via del concordato, nella mattinata di oggi neanche era presente in aula; alcuni consiglieri a 5stelle si sono schierati contro l’ipotesi arrivata dalla giunta, mentre da Roma i parlamentari del Movimento continuano a tifare per il concordato speculando sulle disgrazie della città. La paralisi ha infine abbracciato tutto il Consiglio comunale, che – pressato dalle forze di opposizione, dai sindacati come dai lavoratori presenti in aula (nella foto) – ha interrotto la seduta.

Involontariamente, con questa amarissima telenovela tutta interna al Movimento5Stelle, i grillini labronici si trovano così a riproporre nella peggior declinazione possibile gli esempi di non-governo cui proprio il Pd, in tema di rifiuti, ha già dato prova in Toscana. Le aziende del’indotto, quelle della famosa green economy, restano ancora una volta paralizzate: «Adesso basta – sbotta Marco Valtriani, direttore Cna – martedì alle 21 presso la nostra sede provinciale riuniremo le imprese dell’indotto, congiuntamente alla presidenza della Cna di Livorno, per decidere le azioni da intraprendere». Altro che economia circolare: a Livorno il cerchio che pare non spezzarsi mai non è quello della materia, ma quello dei problemi.

L. A.