Ottenuti già 214 mln di euro, ma altri fondi potrebbero essere in arrivo

Acqua, dal Pnrr risorse record per il servizio idrico integrato della Toscana: a che punto siamo

Mazzei (Ait): «Siamo tra le Regioni che hanno ottenuto più finanziamenti, il segreto è stato essere già pronti con i progetti»

[28 Dicembre 2023]

Grandi infrastrutture idriche, depurazione, gestione dei relativi fanghi, perdite di rete: attorno a queste quattro linee d’investimento, l’Autorità idrica toscana (Ait) e i suoi sette gestori locali sono riusciti ad accaparrarsi risorse Pnrr per 214 milioni di euro, che miglioreranno drasticamente la sostenibilità quanto l’efficienza del sistema idrico integrato.

Basti osservare che gli interventi cumulati sul contrasto alle perdite degli acquedotti permetteranno alla Toscana di risparmiare, ogni anno, uno spreco equivalente a tutta l’acqua contenuta nel lago di Bilancino. E altre risorse potrebbero arrivare a breve, fino a raggiungere o anche superare quota 250 mln di euro.

Ma i fondi confermati fino ad oggi sono già sufficienti a fare della Toscana una delle Regioni più finanziate in Italia dal Pnrr, per quanto riguarda il servizio idrico integrato; tutto questo in un contesto che già nel 2022 ha visto investimenti sul comparto pari a 327 mln di euro.

«Siamo sicuramente tra le Regioni che hanno ottenuto più risorse, anche se non credo esista una statistica a livello nazionale su tutte e quattro le misure finanziate dal Pnrr – ci spiega il direttore generale dell’Ait, Alessandro Mazzei – La risorse per le linee d’investimento dedicate a infrastrutture idriche primarie e depurazione sono state decise suddivise tra le varie Regioni direttamente dai ministeri interessati (rispettivamente Infrastrutture e Ambiente, ndr), mentre per quanto riguarda le altre due linee la ripartizione è avvenuta tramite bandi: qui siamo tra le Regioni che hanno ottenuto più finanziamenti. Ad esempio il progetto Publiacqua contro le perdite di rete è stato tra i pochissimi in Italia ad assicurarsi il massimo delle risorse previste, ovvero 50 milioni di euro. Un risultato molto positivo».

Qual è stato il segreto per ottenere oltre 200 mln di euro dal Pnrr sul servizio idrico toscano?

«Essere già pronti, perché sono temi su cui avevamo già posto grande attenzione, sia l’Ait sia i vari gestori. Per quanto riguarda le due linee d’investimento andate a bando (perdite di rete e gestione fanghi da depurazione, ndr) avevamo già i progetti pronti, in alcuni casi erano addirittura in fase di realizzazione perché ci avremmo lavorato comunque anche senza Pnrr».

Se questi lavori si sarebbero svolti comunque, quali sono dunque i vantaggi per il territorio derivanti dal Pnrr?

«I vantaggi sono di tre tipi. In primis senza Pnrr avremmo dovuto finanziare quegli investimenti solo attraverso la tariffa, risorse che invece abbiamo potuto stornare su altre opere che non avremmo fatto, o programmato solo in futuro; il secondo vantaggio è che abbiamo potuto rafforzare gli investimenti inizialmente previsti, ad esempio ampliando il numero dei Comuni interessati dagli interventi contro le perdite di rete; il terzo punto a favore riguarda l’accelerazione delle tempistiche, dato che gli investimenti Pnrr dovranno essere conclusi tra la fine del 2025 e il 2026, a seconda dei casi».

Si tratta di una tempistica sfidante data la quantità e complessità dei lavori previsti. Riuscirete a rispettarla?

«Tutti i lavori finanziati dal Pnrr sono stati già appaltati, e questo significa che la prima milestone del cronoprogramma, prevista per quest’anno, è stata raggiunta. Inoltre stiamo portando avanti un’intesa attività di monitoraggio, sia perché ci viene richiesta dai ministeri che erogano i fondi, sia perché è nel nostro interesse verificare costantemente l’avanzamento dei lavori. Siamo confidenti di poterli concludere entro i tempi previsti».

A valle di tutti questi investimenti come immagina il servizio idrico integrato della Toscana al 2026, potrà dirsi al passo con le sfide poste dalla crisi climatica?

«I progetti Pnrr riguardano un pezzo molto importante della Toscana ma non coprono l’intero territorio regionale. Guardando ad esempio a quelli incentrati sulle perdite di rete, solo tre gestori su sette (Publiacqua, Gaia, Nuove acque, ndr) sono stati finanziati, e non per tutto il loro territorio di competenza.

Detto questo sono convinto che si raggiungeranno obiettivi di riduzione degli sprechi molto importanti nei territori interessati, scendendo da una media del 40% a circa il 25%. Ovvero quasi dimezzando le perdite di rete.

Certamente resta ancora molto da fare, perché tanti territori sono rimasti senza risorse dal Pnrr. Ma ci sono buone speranze perché guardando sempre alle perdite di rete, noi abbiamo presentato otto progetti, di cui tre finanziati e cinque ammessi e non ancora finanziati. Su questo fronte il Governo aumenterà lo stanziamento per circa 1 miliardo di euro, e avendoci già chiesto le specifiche del cronoprogramma si dovrebbe ricevere nel 2024 anche i finanziamenti per questi cinque progetti di Geal, Acque, Asa, Fiora e Comune di Zeri, dato che negli esiti del bando sono tutti ben posizionati. In tal caso si potrebbe intervenire contro le perdite di rete su una fetta di territorio toscano ancora più ampia».

A proposito di ulteriori risorse, la Regione Toscana in collaborazione con Ait ha presentato a maggio un elenco di 255 opere alla Cabina di regia nazionale contro la siccità – presieduta dal minsitro delle Infrastrutture – chiedendo finanziamenti per 802 mln di euro. Su questo fronte ci sono sviluppi?

«Il ministero ha raccolto le proposte d’investimento arrivate da tutta e Italia, e a gennaio dovrebbero essere disponibili i primi resoconti; a quel punto inizieremo a sapere come siamo messi. Dalla Toscana abbiamo presentato progetti molto importanti, alcuni a livello di studio di fattibilità e altri già avanzati. Sono convinto dunque che potranno arrivare nuove risorse per il servizio idrico dei toscani».