Contro la siccità la Toscana chiede al Governo 802 mln di euro per 255 opere
Monni: «Servono strumenti per aumentare la resilienza dei territori, ma se non si va all’origine del problema ci troveremo a rincorrere il fenomeno all’infinito»
[12 Maggio 2023]
In risposta alla fase ricognitiva per gli interventi urgenti contro la siccità varata dalla neo-insediata Cabina di regia nazionale, presieduta dal ministro Salvini, la Regione Toscana ha inviato un elenco da 802 mln di euro.
Si tratta degli investimenti necessari a finanziare 255 opere contro la siccità, tutte con un livello di progettazione già avanzato e dunque pronti ad andare a gara in breve tempo, se dal Governo Meloni arriveranno le risorse necessarie.
«Ci troviamo di fronte ad un’opportunità – spiega il presidente Eugenio Giani – e se il Governo manterrà le promesse potremmo avere invasi, laghi laghetti. È davvero una buona opportunità e noi siamo pronti con progetti in grado di coprire tutto il territorio della Toscana e che possono essere cantierabili già nell’arco di 6 mesi. Se arrivano questi 800milioni che abbiamo richiesto anche in Toscana vi sarà un salto di qualità».
Il piano è il frutto di un lavoro corale tra Regione Consorzi di Bonifica, Ait, ed i gestori del Servizio idrico integrato, e prevede interventi su più macro-categorie: invasi; condotte, interconnessioni e reti idriche; serbatoi; opere di captazione; pozzi; realizzazione e/o adeguamento ed efficientamento impianti irrigui; impianti di trattamento acque; impianti di depurazione.
Qualche esempio? La realizzaione di invasi artificiali sul torrente Ambra, a cavallo tra l’aretino e il senese (45 mln di euro), come anche sul torrente Lanzo (60 mln di euro) e sul torrente Gretano (37 mln di euro), entrambi nel grossetano.
Gli impianti di trattamento acque e di depurazione rientrano nell’ottica di alcuni degli interventi richiesti dal mondo ambientalista – come rimarcato ad esempio nell’ultimo Forum acqua di Legambiente Toscana –, mentre sembra invece esserci uno spazio ridotto per soluzioni basate sulla natura (Nbs), come le “città spugna” o le Aree forestali d’infiltrazione per ricaricare le falde, nonostante la Regione abbia già utilmente sostenuto un approccio simile nell’area di Suvereto.
Presentando il pacchetto d’interventi proposti alla Cabina di regia nazionale, l’assessora all’Ambiente Monia Monni ha invece sottolineato la necessità di portare avanti «un approccio integrato per combattere la siccità» che risalga alle sue cause, ovvero la crisi climatica in corso, legata in primis all’uso dei combustibili fossili (in Toscana la temperatura media è già aumentata di 2,2°C rispetto al 1961-90).
«Altrimenti – sottolinea Monni – si rischia di rincorrere il fenomeno e di essere efficaci solo fino ad un certo punto. Servono strumenti per aumentare la resilienza dei territori, serve investire sulle reti, sulle dighe, sui pozzi, sugli invasi e tutto quello che può aumentare la capacità di adattamento dei territori: ma se non si va all’origine del problema ci troveremo a rincorrere il fenomeno all’infinito».