Acqua, insediato l’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici in Appennino settentrionale
Al via un sistema di allerta in quattro fasce, ma ancora non c’è traccia degli 802 mln di euro contro la siccità chiesti dalla Regione Toscana al Governo Meloni
[6 Marzo 2024]
Si è insediato ieri all’interno dell’Autorità di bacino dell’Appennino settentrionale il nuovo “Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici”, col compito di monitorare e gestire le fasi di siccità nel territorio di competenza, che si snoda prevalentemente in Toscana e Liguria.
L’insediamento è arrivato alla presenza della segretaria generale dell’Autorità, Gaia Checcucci, insieme al commissario nazionale contro la siccità, Nicola Dell’Acqua.
Il protocollo sottoscritto nel merito «individua nell’Autorità dell’Appennino settentrionale – spiega Dell’Acqua – l’amministrazione in grado d’interpretare le nuove funzioni codificate nel decreto siccità del 2023, svolgendo, attraverso il nuovo Osservatorio, un unico centro di riferimento e cabina di regia per raccolta, analisi, approfondimenti per la gestione ottimale della risorsa idrica, attraverso l’adozione di un set di indicatori sensibili al cambiamento climatico da testare ed eventualmente standardizzare su scala nazionale».
La fotografia scattata conferma «l’estrema propensione» del territorio agli eventi estremi, con precipitazioni concentrate in modo assai diseguale dal punto di vista temporale e geografico: più abbondanti in autunno e inverno, piuttosto che nel periodo primaverile, con meno pioggia in Casentino e proporzionalmente più pioggia nella Toscana meridionale.
L’Osservatorio, dopo l’insediamento, diventa adesso pienamente operativo come organo dell’Autorità di bacino, e sarà in grado di valutare la situazione attraverso un calendario d’incontri con i componenti delle varie amministrazioni statali e territoriali.
Sono quattro i vari scenari di severità idrica contemplati: normale, quando i valori degli indicatori sono tali da soddisfare le esigenze del territorio per tutti gli usi; bassa, se le esigenze possono essere ancora soddisfatte ma con alcuni segnali di criticità; media, nel caso in cui la situazione peggiori, con possibili danni economici; alta, quando la risorsa idrica non è più in grado di soddisfare gli usi e di evitare danni al sistema.
In quest’ultimo caso, sulla base delle analisi prodotte dall’Osservatorio dell’Autorità, può essere adottata, anche preventivamente, la deliberazione dello stato d’emergenza di rilievo nazionale.
Oltre a deliberare gli stati d’emergenza, occorrono però gli investimenti infrastrutturali necessari ad affrontarli. Per questo, nel maggio scorso Regione Toscana, Consorzi di bonifica, Autorità idrica toscana e i gestori locali del servizio idrico integrato hanno elaborato un piano composto da 255 opere per 802 milioni di euro.
L’elenco è arrivato sul tavolo della Cabina di regia nazionale contro la siccità, presieduta dal ministro Salvini e con Dell’Acqua chiamato a svolgere il ruolo di commissario. Da allora è quasi passato un anno ma, mentre l’estate si avvicina portando in dote l’elevata probabilità di una nuova fase di siccità, dal Governo non sono arrivate né risposte né – soprattutto – risorse.