Asa punta sul riuso delle acque reflue, e taglia del 30% i consumi energetici
«Sono state inviate al riutilizzo 4,4 milioni di metri cubi di acque reflue su 30,8 trattate nei depuratori»
[16 Dicembre 2021]
La partecipata pubblica che ricopre il ruolo di gestore unico per il ciclo integrato delle acque nell’Ato Toscana costa, ovvero Asa spa, ha presentato oggi il proprio Bilancio socio-ambientale 2020, anno spartiacque a causa della crisi sanitaria che ha visto comunque i 500 lavoratori dell’utility impegnati a garantire servizi essenziali alla cittadinanza.
Non a caso il profilo sociale è rimasto in primo piano, con un’attenzione che «si concretizza anche quest’anno nello stanziamento di 450.000 euro a favore delle imprese del territorio e delle utenze più deboli», come sottolinea il presidente del Consiglio di gestione Stefano Taddia.
«Nonostante la pandemia nel 2020 è continuata l’implementazione del nuovo modello organizzativo e dei nuovi sistemi informatici – spiega il consigliere delegato Alessandro Fino – Il progetto “A4I – Asa spa for innovation” ha accompagnato l’azienda per tutto il 2021 e terminerà nel 2022 con l’introduzione di un moderno sistema informatico per la gestione di impianti e reti che vuole preparare Asa alle nuove sfide ed esigenze del servizio idrico integrato».
Che non significa solo far arrivare acqua potabile e sicura ai rubinetti, ma anche gestire la depurazione degli scarichi, possibilmente in un’ottica pienamente circolare.
«Nel 2020 – documenta nel merito il consigliere delegato Valter Cammelli – sono state inviate al riutilizzo 4,4 milioni di acque reflue su 30,8 milioni di metri cubi di acque di scarico trattate nei depuratori. Un altro aspetto fondamentale per un’azienda come la nostra è l’attenzione ai consumi energetici grazie all’installazione di inverter è stato possibile nel 2020 risparmiare il 30% di energia».
L’impiego di acqua consente un duplice vantaggio, in quanto le acque depurate non impattano sull’ambiente e l’industria e l’attività agricola non utilizzano acque di falda. Un aspetto su cui l’Italia deve migliorare ancora molto, considerando anche le ampie potenzialità inespresse: oggi più del 50% del volume d’acqua complessivamente utilizzato a livello nazionale è destinato all’irrigazione, mentre si stima che proprio le acque reflue depurate possano coprire fino al 50% del fabbisogno irriguo italiano.