Riceviamo e pubblichiamo
Cecina, acqua e salute: a che punto siamo?
[31 Gennaio 2017]
Che cosa fa l’amministrazione di Cecina per tutelare la salute dei cittadini, viste tutte le prove di inquinamento ambientale che sono state raccolte nel nostro territorio negli ultimi 15 anni? Se ci limitiamo a considerare il problema dell’acqua, il Comitato per la Sanità pubblica di Cecina si chiede se le famiglie possano tranquillamente continuare ad innaffiare le loro coltivazioni, cucinare, lavarsi e bere l’acqua che esce dai rubinetti di Cecina. Gli Enti ufficiali hanno infatti accertato la presenza di numerosi inquinanti nella nostra acqua di falda, già da parecchi anni.
Secondo lo studio “Origine del Cromo esavalente in Val di Cecina e valutazione integrata degli effetti ambientali e sanitari indotti dalla sua presenza” della Regione Toscana, ARPAT, CNR, ISE (Istituto Studio Ecosistemi) e Fisiologia Clinica (concluso nel 2012, ma reso pubblico solo nel 2015) gli inquinanti della nostra acqua sono molti, ad iniziare dal micidiale Cromo esavalente (qualcuno si ricorda del film “Erin Brockovich” con Julia Roberts?) e dai nitrati, la cui preoccupante contaminazione delle acque di falda è collegata sia all’avanzamento del cosiddetto “cuneo salino”, cioè l’infiltrazione di acqua di mare nell’interno, che è aumentata in modo esponenziale con la costruzione del nuovo porticciolo alla foce del Cecina, sia ai prelievi di acqua dolce effettuati dal polo industriale di Rosignano e che raggiungono quantità quasi duecento volte superiori a quelle consumate, ad uso civile, dalla popolazione della zona. E, continuando, nell’acqua si trovano Arsenico, Mercurio, Boro, Cloruri, legati alle attività industriali situate a Rosignano e lungo il corso del Cecina. E inoltre la trielina, di provenienza industriale anch’essa, ritrovata nel 2004 a Poggio Gagliardo e dintorni, e consumata con l’acqua, per decenni, dagli abitanti di Cecina. Infatti l’inquinamento dei temibilissimi tricloroetilene e tetracloroetilene riguarda tutt’oggi i pozzi della Ladronaia, del Pomodorificio, del Campo Sportivo, del Villaggio Scolastico e di San Vincenzino (ARPAT 2015). E come dimenticare la presenza di tubature in cemento amianto in gran parte dell’acquedotto di Cecina, tubature che una responsabile amministrazione avrebbe dovuto e dovrebbe prevedere di eliminare con un graduale piano di investimenti?
Già in un documento del 1996 ASA affermava che era necessario chiudere tutti i pozzi dell’area urbana cecinese, perché inquinati, e nel 2006, il Sindaco di allora, Pacini, che era anche presidente dell’ASA, sosteneva come priorità assoluta per far fronte all’inquinamento dei pozzi, la costruzione di un grande serbatoio di miscelazione delle acque, opera che non è mai stata realizzata. Nel sopracitato studio della Regione Toscana, si trovano anche dati statistici sulla mortalità e morbilità della popolazione di Cecina, Rosignano e di altri 5 Comuni della Val di Cecina, risultate entrambe superiori alla media della Toscana e nazionale. Gli stessi risultati sono presenti nello studio epidemiologico effettuato dal Dott. Marabotti e pubblicato nel 2016 sulla prestigiosa rivista medica internazionale “International Journal of Occupational Medicine and Environmental Health”.
Il Comitato per la Sanità Pubblica si rivolge quindi agli amministratori di Cecina e in particolare al Sindaco Lippi. Il Sindaco, secondo il Decreto Legislativo 267/2000, deve conoscere lo stato di salute della popolazione, deve informare i cittadini dei rischi rilevanti a cui sono sottoposti e deve prendere provvedimenti se esistono pericoli incombenti.
Non è forse l’ora che si rispettino impegni e promesse? Non è forse l’ora che si organizzi una bonifica rapida e seria del nostro ambiente? Se non ora, quando?
di Comitato della sanità pubblica di Cecina