Da Pisa al Salento: due professori contro la Xylella fastidiosa
Il batterio sta ancora devastando le colture olivicole del Salento, minacciando la sopravvivenza di milioni di piante
[17 Novembre 2015]
Dopo giornate di allarmi e polemiche al calor bianco, la lotta pugliese contro il batterio della Xylella fastidiosa è uscita dai principali radiar mediatici, ma non per questo può dirsi conclusa. Anzi. La Xylella sta ancora devastando le colture olivicole del Salento, minacciando la sopravvivenza di milioni di piante, tra le quali moltissime di elevato valore anche paesaggistico. Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha appena insediato una task force di ricercatori per contenere l’emergenza, e un aiuto sensibile arriva anche dalla Toscana.
Sono infatti due i professori del dipartimento di Scienze agrarie dell’università di Pisa coinvolti nell’operazione: Riccardo Gucci, professore di Coltivazioni arboree e presidente dell’Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’Olio, e di Giacomo Lorenzini, professore di Patologia vegetale e già membro della Commissione regionale Toscana per l’organizzazione di un piano di emergenza per mettere in atto le azioni volte al contenimento ed eradicazione della Xylella.
«Il problema – spiega Lorenzini – è decisamente assai grave, trattandosi di malattia nuova per la scienza, con pesanti implicazioni economiche, sociali e culturali. I primi casi sono stati segnalati nell’autunno 2013, anche se si ha motivo di ritenere che le infezioni fossero in atto da qualche tempo. E anche la Toscana è direttamente interessata alla questione, ad esempio le attività vivaistiche del pesciatino prevedono intensi scambi commerciali anche con la Puglia».
L’obiettivo del gruppo di esperti appena insediato – riassumono dall’Ateneo pisano – è di far emergere, attraverso un approccio sistematico e multidisciplinare, le specifiche esigenze per colmare i tanti deficit conoscitivi che ancora caratterizzano l’emergenza in atto. I risultati raggiunti dalla task force saranno utili per orientare le attività di ricerca e programmare le più opportune azioni da intraprendere ai diversi livelli di responsabilità. Intanto, un primo stanziamento di due milioni di euro è già stato approvato.