Il cambiamento climatico mette in crisi l’agricoltura toscana, raccolti fino a -40%
Coldiretti: «Il 2023 è stato un anno particolarmente complicato e difficile per le 52 mila imprese agricole della regione, con 183 eventi estremi»
[9 Gennaio 2024]
In netto ritardo sul calendario delle stagioni, l’inverno in questi giorni è tornato a fare capolino anche in Toscana, riportando le temperatura sulla media del periodo dopo l’autunno più caldo da (almeno) settant’anni; uno sfasamento che sta mettendo in crisi l’agricoltura regionale, come evidenzia l’analisi di Coldiretti Toscana.
Nei campi si trovano peschi e susini in fiore come a primavera e ortaggi mignon, a causa del cambiamento climatico che ha sconvolto il ritmo delle stagioni: «L’arrivo dell’inverno con il brusco crollo della colonnina di mercurio in queste condizioni di eccezionalità getta nel panico gli agricoltori, che devono affrontare gli sconvolgenti “risvegli” delle piante con il serio rischio di vedere compromessi i prossimi raccolti», spiega la principale organizzazione degli imprenditori agricoli.
Il 2023 è stato un anno particolarmente complicato e difficile per le 52 mila imprese agricole della regione, con «183 eventi estremi tra bombe d’acqua, trombe d’aria, alluvioni, fenomeni che sono cresciuti del 10% rispetto al 2022 e che hanno fortemente danneggiato le coltivazioni, le strutture e le infrastrutture agricole».
La sola alluvione del 2 novembre scorso, che in Toscana ha provocato complessivamente danni per 2 miliardi di euro, grava sulle campagne con perdite da oltre 50 mln di euro.
Ma, oltre alla “eccezionalità” degli eventi estremi, a incidere sui raccolti è lo sconvolgimento del normale ciclo vegetativo delle colture in campo; Coldiretti Toscana porta in particolare l’esempio della coltivazione di finocchi di Paolo Caruso, a Massa (Ms), nella frazione di Romagnano: «Da un paio di anni su questi stessi terreni, coltivando le solite varietà invernali e piantando la solita quantità di piantine, raccolgo il 40% in meno».
Da un lato dunque l’agricoltura si presenta come uno dei settori più danneggiati dalla crisi climatica in corso, dall’altra è tra i primi comparti chiamati a reagire, evolvendosi verso modelli di sviluppo più sostenibili; basti osservare che oltre la metà dell’acqua consumata a livello nazionale – in un contesto di crescente siccità e irregolarità delle precipitazioni – è impiegata proprio nei campi.
«I cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole – spiega Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana – Un obiettivo che richiede un impegno delle istituzioni per accompagnare innovazione dall’agricoltura 4.0 con droni, robot e satelliti, ed in questo senso la Regione Toscana sta andando nella direzione giusta fino alla nuova genetica green no ogm, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni resistenti e salvaguardare la fertilità dei terreni. Così come è altrettanto importante recuperare una parte dei 16 mila invasi già censiti nella nostra regione per raccogliere le acque piovane per poi rilasciarle nel momento del bisogno e semplificare la realizzazione di nuovi».
Altrettanto importante sarebbe unire le potenzialità dello sviluppo sostenibile in agricoltura con quelle della transizione ecologica, ad esempio puntando sull’installazione di impianti agrivoltaici sul territorio; un aspetto, quest’ultimo, verso il quale Coldiretti continua però a manifestare grandi ostilità.