Banca dati mondiale della biodiversità: l’università di Pisa maggior contributore per l’Italia
Risultato raggiunto grazie al progetto Wikiplantbase di citizen science avviato nel 2013
[6 Dicembre 2017]
Il maggior contributore per l’Italia della Global biodiversity information facility (Gbif) , la banca dati on line mondiale della biodiversità, è il Dipartimento di biologia dell’università di Pisa. La Gbif è un enorme archivio digitale che attualmente contiene circa 876 milioni di segnalazioni georeferenziate accessibili da chiunque via web e relative alla presenza di quasi 6 milioni di specie di animali, piante, alghe, funghi e microorganismi in tutto il mondo.
All’Ateneo pisano spiegano che «Per l’Italia si contano circa un milione e 300mila segnalazioni fra animali e piante di cui 215mila fornite appunto dal Dipartimento di biologia. Un risultato che è stato possibile grazie a Wikiplantbase, un progetto nato nel 2013 per iniziativa di Lorenzo Peruzzi e Gianni Bedini, docenti di botanica sistematica, con lo scopo di raccogliere, standardizzare e rendere pubblica la documentazione relativa alla distribuzione delle piante vascolari in Toscana, altrimenti dispersa in migliaia di pubblicazioni, centinaia di migliaia di campioni d’erbario e un numero imprecisato di quaderni di campagna».
Wikiplantbase si colloca quindi nell’ambito dei progetti di “Citizen Science”, che contribuiscono a instaurare solidi collegamenti tra l’accademia e la società civile e sostengono la terza missione delle università. Oggi il progetto può contare su 122 collaboratori, in maggioranza di estrazione non accademica, che per la prima volta l’estate scorsa si sono incontrati in occasione del primo Wikifestival che si è svolto all’Orto Botanico dell’università di Pisa.
Bedini conclude: «In questi anni molti volontari hanno aderito con entusiasmo all’invito a collaborare a Wikiplantbase inserendo le loro segnalazioni floristiche o quelle già pubblicate da altri e dopo poco più di un anno dalla nascita, il progetto ha ricevuto l’adesione dei colleghi di altre università italiane, che si sono fatti carico delle segnalazioni floristiche delle rispettive regioni di appartenenza attraendo a loro volta altri volontari»