Biodiversità, Regione e Parco dell’Arcipelago rafforzano l’impegno
Tartarughe marine, cetacei e falco pescatore gli impegni prioritari
[25 Maggio 2018]
Dall’iniziativa sulla biodiversità organizzata ieri a Portoferraio, è stato «Confermato e rafforzato l’impegno della giunta regionale e del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano a sostenere le iniziative e le attività specifiche per la tutela della biodiversità, in particolare delle tartarughe Caretta caretta per le quali si apre una nuova stagione di nidificazione, e per il falco pescatore, tesori del patrimonio naturalistico della Toscana».
L’incontro, al quale hanno partecipato l’assessore regionale Federica Fratoni e il presidente del Parco Giampiero Sammuri (nel quale ha ancora una volta brillato la totale assenza degli amministratori comunali elbani) e che è stato aperto dalle relazioni scientifiche di Arpat, università di Siena e Istituto zoo profilattico del Lazio e della Toscana, ha fatto il punto sulle attività in corso dell’Osservatorio regionale della biodiversità e quelle avvenute durante questa prima metà del 2018, grazie anche all’impegno di tutta la Rete di coordinamento che raduna oltre 40 soggetti tra istituti di ricerca, università, associazioni e istituzioni, tra questi, le Capitanerie di porto, le Università toscane, Arpat, i Comuni partner del Santuario Pelagos (compresi tutti quelli elbani assenti) e varie associazioni ambientaliste.
La Fratoni ha ricordato che «Un anno fa prendemmo l’impegno di varare un’importante campagna informativa di sostenere adeguatamente le associazioni di volontariato che operano nella rete – ha detto l’assessore regionale all’ambiente. Oggi siamo qui a testimoniare che le promesse sono state mantenute e che prosegue con rinnovato slancio l’attività di tutela delle specie marine».
Sammuri ha aggiunto: «Sono soddisfatto –dell’impegno per la tutela delle specie marine emerso da questa giornata di lavori, il nostro territorio è ricco di parchi e immerso nel Santuario dei mammiferi marini “Pelagos”, oggi abbiamo avuto conferma di quento sia importante collaborare e sostenere questa Rete virtuosa di collaborazioni per raggiugere insieme gli obiettivi di tutela di questo patrimonio da difendere».
Il convegno è stato anche l’occasione per fare il punto sulle iniziative della Regione Toscana nell’ano passato: »lLa stagione 2017 l’assessorato all’ambiente con il settore Tutela della Natura e del mare – si legge in un comunicato – , hanno messo in campo azioni di programmazione e politiche di settore che venissero incontro alle esigenze di tutela e conservazione con il coinvolgimemto anche di cittadini e operatori turistici del mare. L’Osservatorio Toscano per la Biodiversità, realtà importante di supporto al più vasto Santuario Pelagos, ha implementato la rete toscana degli spiaggiamenti e recuperi delle principali specie target, come cetacei, tartarughe e mobule e squali (Elasmobranchi), sostenendo anche i Communi costieri nei casi di esemplari spiaggiati e nelle attività didattiche e scolastiche con a tema la biodiversità».
Per quest’anno è prevista una campagna di comunicazione – a tutela delle tartarughe marine e dei loro cuccioli, amici ormai della Toscana, rivolta agli operatori economici della costa e a tutti i cittadini, che prevede la distribuzione di oltre 17.000, brochure, per informare e sensibilizzare tutti gli utenti della costa, e tutte le categorie economiche che gravitano intorno alle attività turistiche e della pesca per renderli partecipi della salvaguardia di queste specie marine presenti lungo le nostre coste e che sempre più scelgono le spiagge toscane per la loro riproduzione.
Dopo l’esperienza della scorsa estate all’Elba, con la deposizione di una tartaruga marina che con 118 uova è stata quella di maggior successo in tutto il Mediterraneo, grazie anche a un capillare controllo del nido effettuato dai volontari organizzati da Legambiente, la Regione ha approvato un bando che prevede «Contributi per soggetti pubblici e associazioni, che operano in questo settore. Con 45000,00 euro si contributi si vuole andare incontro a chi opera in questo settore con la possibilità di sostenere le varie attività fino al prossimo 30 novembre. Il bando scade il prossimo 1 giugno e contiene anche criteri di premialità per i Comuni aderenti alla carta di Partenariato del Santuario Pelagos. Nei progetti inseriti nel bando, troveranno posto anche i vari moduli formativi e informativi utili ad ampliare l’elenco dei soggetti coinvolti, e soprattutto per preparare le nuove generazioni ad appassionarsi a questi temi».
Intervenendo al convegno, Umberto Mazzantini, di Legambiente Arcipelago Toscano, ha ricordato che «La tartaruga di Marina di Campo è stata fortunata perché ha scelto i bagni da Sergio gestiti da personale attento che ha subito capito il valore, anche economico, di una deposizione eccezionale, e un gruppo di Legambiente che ha messo subito in campo tutto quanto possibile per salvaguardare una nidificazione che probabilmente è stata la più seguita da sempre». L’esponente del Cigno Verde ha poi ricordato che, per quanto riguarda le plastiche e microplastiche che hanno un forte impatto su tartarughe e mammiferi marini, anche quest’anno Legambiente e Diversamente Marinai organizzeranno i campi di volontariato velico di Vele Spiagate da fine giugno a fine agosto e che ci sarà anche Pelagos Plastic Free per studiare gli impatti sul mare e sui cetacei, inoltre, dal 27 al 30 Giugno Marciana Marina ospiteà “Seif” una grande manifestazione internazionale che Legambiente organizzerà insieme ad Acqua dell’Elba e che parlerà proprio dei problemi del mare. «Tra questi problemi – ha ricordato Mazzantini – c’è anche la carenza depurativa all’Isola d’Elba, dove esiste un Paese, Marciana Martina, privo di depuratore, Un problema che Asa e Regione dovrebbero contribuire a risolvere al più presto».
Mazzantini ha poi ricordato quello che ha definito «Lo scandalo internazionale dell’istituzione dell’Area marina protetta dell’Arcipelago Toscano, prevista da una legge del 1982 e mai istituita, nonostante l’Italia si fosse impeganata prima con la Convenzione di Barcellona e poi con la Convention on biological diversity a realizzarla entro il 2012. Magari, se lo avessimo fatto, ora anche per la Regione sarebbe più facile rispondere alle sollecitazioni dell’Unione europea che chiede alla Regione Toscana e all’Italia di istituire altri Siti di interesse comunitario e Zone di protezione speciale a maree per rispettare gli obiettivi previsti per il nostro Paese e per la Toscana».
Rispondendo all’ambientalista, Sammuri ha rivelato che qualcosa si sta muovendo anche all’Elba e che alcuni Comuni sembrano disposti ad avviare il procedimento per istituire un’area marina protetta sul modello di quella di Capraia.
Al convegno si è parlato anche del progetto Falco pescatore, inserito nel Documento operativo per la conservazione e valorizzazione del patrimonio naturalistico toscano 2018, che «è finalizzato alla tutela e conservazione di una specie di particolare interesse conservazionistico e si pone in continuità con azioni già intraprese in passato che hanno interessato il parco regionale della Maremma, la riserva naturale regionale della Diaccia Botrona ed il Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano alle quali da quest’anno si aggiunge anche la riserva laguna di Orbello gestita da Wwf».
Gli unici quattro nidi di Identikit del Falco pescatore in Toscana – in Italia sono tutti in aree protette della Maremma: nel Parco regionale Maremma, nella riserva naturale regionale della Diaccia botrona e nella riserva di Orbetello. Sammuri ha detto che «Sono vivi otto dei nove pulì nati. I piccoli in genere dopo che hanno preso il volo vanno verso sud e dopo due anni ritornano a nord ove possono anche nidificare. La coppia che si trova al Parco della Maremma vede il maschio che è stato liberato nell’ambito del progetto ed è rimasto in loco. La femmina ė sconosciuta. La coppia alla Diaccia ė formata dal maschio che ė nato in loco e dalla femmina che è stata liberata in Corsica. L’altro nido ė formato da individui sconosciuti. La coppia di Orbetello ha la femmina inanellata in Corsica».
Parco e Regione evidenziano che «Il progetto dura 3 anni e vale 380mila euro. Per questo primo anno la Regione e il Parco dell’Arcipelago contribuiranno con 70mila euro (20mila la Regione e 50mila il Parco). Parco dell’Arcipelago, Regione Toscana con il Parco Regionale della Maremma (capofila) e WWF svilupperanno il progetto, in particolare il Wwf contribuirà con il personale e la mano d’opera. La partenza è prevista per i primi di settembre alla fine della nidificazione attuale. L’impegno di tutti è continuare anche per i prossimi anni costruendo anche una rete di soggetti di gestori di aree umide, elemento fondamentale per la buona riuscita del progetto. Nell’ambito del progetto saranno sviluppate e realizzate azioni tese a consolidare ed ampliare la presenza della specie sul territorio toscano. Saranno previsti anche investimenti finalizzati alla comunicazione e sensibilizzazione della popolazione verso la tutela della specie».
Tra le azioni proposte dal progetto Falco pescatore ci sono: la realizzazione di nuovi nidi artificiali in aree ritenute di grande rilevanza per la connettività interna della popolazione; il monitoraggio mediante telecamere e osservazioni comportamemtali al nido; l’inanellamento e relative riletture; le analisi ecologiche ed ecotossiclogiche; e analisi genetiche degli individui; le analisi e monitoraggio dei popolamenti ittici presenti nell’area di presenza del falco; la costante promozione e divulgazione dei risultati.