Galenzana: nuova antenna sulla costa, con strada nella macchia mediterranea

Legambiente alla Istituzioni: «I lavori sono conformi con vincoli ambientali e paesaggistici?»

[4 Giugno 2015]

Non c’è pace per la costa di Galenzana: dopo gli abusi denunciati da Legambiente negli anni scorsi e le battaglie per riaprire lo storico sentiero costiero che porta alle spiaggette dei Salandri ed alla stessa Galenzana, dopo la manifestazione per impedire che vengano aperte nuove strade carrabili nel bosco passando su proprietà altrui,  nei giorni scorsi Legambiente Arcipelago Toscano ha ricevuto diverse segnalazioni, da cittadini e turisti, tra le quali quella «Antenna Wind a Galenzana, esattamente sul sentiero lungo la costa» corredata da molte foto.

Il Cigno Verde non demorde nemmeno questa volta e con una e-mail informa Sindaco di Campo nell’Elba, Capitaneria di Porto, Corpo forestale dello Stato e Soprintendenza che «Leggendo il cartello di cantiere la confusione aumenta: si parla infatti di ”Ristrutturazione di edifici civili”, e poi di “Adeguamento Impianto di Telecomunicazioni esistente della Wnd Telecomunicazione S.p.A, codice sito L1046 Marina di Campo” e si aggiunge che si tratta di una “Conclusione del procedimento per decorrenza termini relativi alla Segnalazione Certificata di inizio attività” ai sensi si un “D” che non viene specificato nello stesso cartello».

Invece, secondo gli ambientalisti, «A quanto attestano le foto ed un’altra segnalazione secondo la quale «Si tratta in realtà di una nuova antenna che sostituisce in un altro luogo quella vecchia già esistente e quindi non di un adeguamento»,  per la costruzione del nuovo impianto di telecomunicazioni è stata realizzata anche una nuova strada abbattendo la macchia mediterranea in un’area costiera in forte ed evidente dissesto idrogeologico».

Legambiente fa presente che «Il tutto avviene in un’area contigua alla Zona di conservazione speciale (Zcs ex Sic – Direttiva Ue Habitat) e Zona di protezione speciale (Zps – direttiva Ue Uccelli) Monte Capanne – Promontorio dell’Enfola, il che renderebbe necessaria una Valutazione di incidenza e non   una semplice «Segnalazione Certificata di inizio attività» per la quale sono decorsi i termini. Inoltre i lavori dell’accesso hanno pesantemente interessato la macchia mediterranea costiera, un habitat prioritario dell’Unione europea».

Quindi Legambiente chiede alle istituzioni interessate «Se quanto realizzato ed in corso di realizzazione è conforme agli strumenti urbanistici del Comune di campo nell’Elba ed a quanto richiesto con  la Segnalazione Certificata di inizio attività» e se «E’ conforme alle norme ed ai vincoli di tutela paesaggistica ed ambientale che ricadono sull’area interessata dai lavori e se siano state richieste le relative autorizzazioni».