Il rapporto CABS: la Toscana terza regione italiana per casi di bracconaggio

Nella regione con la maggiore densità venatoria sono diminuiti i controlli

[21 Settembre 2020]

Il nuovo rapporto “Calendario del cacciatore bracconiere 2019-2020  – Un’analisi della caccia illegale in Italia” appena pubblicato dal Committee Against Bird Slaughter (CABS)  si occupa anche della situazione in Toscana. Ecco cosa si legge nella scheda dedicata alla nostra Regione:

 

In Toscana non ci sono blackspot ma è la regione con la maggior concentrazione di cacciatori (73.978). Non a caso nel 2015-2016 era risultata la terza regione italiana per casi di bracconaggio, nota ogni anno alle cronache per i regolari abbattimenti di lupi e dei pochi esemplari di ibis eremita parte del progetto Waldreapp.

La vigilanza venatoria è diminuita negli anni (da 177 agenti nel 2008 a 125) e non è certamente adeguata: per ogni agente ci sono 592 cacciatori. Se poi si considera che la stessa Regione ammetta che solo la metà si occupa di caccia, i numeri peggiorano ulteriormente.

Nei rapporti ex art. 33 la Regione cerca di ingrossare le fila dei vigilanti, conteggiando anche i volontari, ma come ammesso nel II rapporto al PdA, queste “hanno per legge compiti e poteri molto più limitati, non essendo nemmeno agenti di Polizia Giudiziaria, in Toscana ne sono presenti alcune centinaia”. La Regione ammette poi di aver ridotto al minimo la vigilanza: “I corpi di Polizia Provinciale hanno subito una rapida riduzione dei propri effettivi, con numerosi trasferimenti di agenti a corpi di polizia municipale”. “la riforma delle amministrazioni provinciali ha posto grandissime difficoltà giuridico amministrative impedendo il passaggio del personale di Polizia Provinciale alle Regioni; in Toscana attualmente sono state stipulate convenzioni (ma solo per alcune Province) con i Corpi di Polizia Provinciale per garantire un livello minimo di vigilanza.”

Come conseguenza sono diminuite anche le CNR redatte dalla PP: dalle 178 del 2009 alle 91 del 2019. Un quadro a cui ancora non è stato posto rimedio alcuno, se non con la formazione di nuove GVV (che appunto hanno poteri molti limitati).

Secondo il rapporto Zoomafie, senza contare le procure di Grosseto e Pisa, per l’anno 2018 sono 78 i procedimenti aperti, 85 le persone indagate e 21 i reati commessi da ignoti. Di questi, 58 persone sono state denunciate dai carabinieri forestali.