Legambiente: giù le mani dal Piano del Parco della Alpi Apuane
Miope balletto allestito da Sindaci e imprese estrattive. Basta con la corsa a demolire la proposta di Piano!
[12 Ottobre 2021]
«Come spesso accade nelle vicende delle Alpi Apuane, il percorso che porterà all’approvazione del Piano Integrato del Parco Regionale si sta rivelando accidentato e ricco di ostacoli» a dirlo è Legambiente Toscana che in una nota ricorda che «Eppure, la prima proposta elaborata dall’équipe di progettisti disegnava finalmente il futuro che deve avere un Parco (tanto più se riconosciuto come Global Geopark dall’Unesco): un futuro di conservazione del patrimonio naturalistico e geologico di queste montagne, mantenendo le sole attività davvero compatibili con un habitat unico al mondo. Un equilibrio fragile, che sulle Apuane riguarda un giacimento di unicità idrogeologiche e floristiche tra le più importanti d’Europa».
Per questo, Legambiente chiede che «Si fermi subito il del Parco, affannati a neutralizzare e demolire una buona proposta di Piano. Il Cigno Verde toscano denuncia che «Anzi, non contenti di aver ottenuto mediazioni riservate dal Parco che hanno già ridimensionato la previsione di dismissione delle “Aree Contigue di Cava” (già una contraddizione in termini) che si è ridotta dal 70% al 59%, tornano all’attacco con proposte indecenti per “salvare” altre cave e addirittura chiedendo nuove aperture».
Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente, sottolinea che «Le Alpi Apuane sono un patrimonio globale, le sue specie e i suoi habitat d’interesse europeo non è consentito che vengano compromessi. Legambiente difenderà la proposta originaria del Piano del Parco e, se necessario, si rivolgerà anche all’Unione Europea quale autorità deputata al controllo della Rete Natura 2000».
Fausto Ferruzza, presidente regionale e responsabile nazionale paesaggio di Legambiente, conclude: «Non ci limiteremo a valutare parametri quantitativi che pure vanno conservati, ma analizzeremo nel merito la qualità degli impatti delle singole aree estrattive intercluse nel Parco e mantenute attive. Questo appena il Parco renderà formalmente disponibile la proposta di Piano Integrato, che sollecitiamo a pubblicare, prima che amministratori e imprenditori poco lungimiranti la stravolgano del tutto!»