Legambiente: riqualificare gli ecosistemi fluviali toscani. No alla tombatura della foce del Carrione
Migliorare la risorsa idrica significa anche ridurre il rischio idrogeologico
[7 Luglio 2021]
L’incontro “Ecosistemi fluviali: Il problema dell’artificializzazione delle foci”, tenutosi oggi a Marina di Carrara, si è occupato di una tematica molto sentita nel territorio: l’artificializzazione delle foci dei corsi d’acqua, aggiungendo un tassello alla complicata situazione delle coste toscane, «Anche perché – sottolineano a Legambiente – gli unici due corsi d’acqua che sfociano in modo naturale in mare sono solo l’Ombrone grossetano e il Serchio tra le provincie di Lucca e Pisa. È un tema cruciale anche alla luce dell’acuirsi della crisi climatica con effetti sempre più evidenti. Eventi estremi in aumento, da un lato flash flood e dall’altro carenze idriche prolungate, che hanno conseguenze dirette sulla qualità delle acque superficiali».
Secondo il direttore di Legambiente Toscana, Federico Gasperini, «Nonostante il trend positivo rilevato da ARPAT, che indica una qualità ecologica elevata e buona per circa il 50% delle acque superficiali, tali valori sono ancora ben al di sotto della soglia obiettivo indicata dalla Direttiva 2000/60. E’ ormai un dato di fatto che i corsi d’acqua toscani vivano profonde alterazioni morfologiche e di habitat, che si riflettono negativamente sulla qualità ecologica e allontanano dall’obiettivo di qualità previsto dalle normative europee. Per questo motivo, da tempo, sollecitiamo l’urgenza di porre la massima attenzione sulla gestione sostenibile dei corpi idrici soprattutto in termini di riqualificazione degli ecosistemi fluviali, di ripristino delle pertinenze fluviali e di rinaturalizzazione delle sponde impedendo l’impermeabilizzazione dei suoli. Questo non significa solo riqualificare gli ecosistemi ma ridurre il rischio idrogeologico, soprattutto ora che gli effetti dei cambiamenti climatici si stanno inasprendo, principi che devono essere alla base dei Piani di gestione delle acque e dei Piani alluvioni redatti dalle Autorità di Distretto».
Dal convegno organizzato in occasione della tappa toscana di Goletta Verde sono emerse le diverse situazioni territoriali che meritano un’attenzione e una riprogettazione lungimirante, tra cui il progetto di un’estesa tombatura della foce del Carrione a Marina di Carrara per costruire il nuovo accesso camionabile al porto di Marina di Carrara e Mariapaola Antonioli, presidente di Legambiente Carrara, ha concluso: «Ci opponiamo fermamente alla tombatura della foce del Carrione e del tratto di mare antistante. Un progetto che non tiene minimamente conto delle ripercussioni ambientali sul territorio, inducendo il rischio di nuovi alluvioni. Insieme a Goletta Verde ribadiamo la nostra proposta di ampliare la foce da 30 a 120 metri e l’attuale ponte ferroviario, eliminando la strozzatura dell’attuale ponte stradale che va sostituito con un ponte strallato sospeso senza campate in alveo. E’ evidente che solo in questo modo il nuovo accesso permetterebbe di ridurre l’incombente rischio alluvionale. Inoltre, questa soluzione permetterebbe la rinaturalizzare del tratto fociale del Carrione con la creazione di un parco lineare costiero tra la foce del Carrione e quella del Lavello. Accrescere il valore ecologico e paesaggistico è un imperativo per restituire finalmente l’area adiacente, oggi fortemente degradata, alla fruizione pubblica».