Riceviamo e pubblichiamo
Lucca e la distruzione del Bosco di San Filippo
[27 Aprile 2015]
Una profonda ferita emotiva ha generato ieri la distruzione del Bosco di San Filippo, una piccola area umida con specie di flora e fauna tutelate da normative comunitarie, ordinata per costruire uno snodo viario di accesso al nuovo ospedale, senza dare ascolto agli appelli e alle proposte di mediazione di associazioni, esperti e cittadini.
Queste le parole di chi mestamente si trascinava ieri tra gli alberi morti come ad un funerale: “non può essere un giorno di festa e di liberazione, ma piuttosto il giorno dell’abuso di potere, dell’arrogante ignorante e vile atto con cui la ricchezza della comunità è stata violentata e distrutta”, “la ricchezza di un Comune è quello che resta della sua natura integra, non è una strada di asfalto e una serie di parcheggi in cemento quando il parcheggio già esiste”, “non possiamo essere governati da una amministrazione così vile e ottusa”, ”il modo che è stato scelto questa volta è degno delle peggiori dittature”. Ancora più grave il fatto che questo taglio sia avvenuto nel periodo di riproduzione della fauna selvatica. Ieri, intorno a quelle chiome sdraiate vilmente abbattute, si osservavano uccelli disorientati alla ricerca dei loro nidi distrutti. Siamo in presenza di habitat prioritari che la comunità europea tutela per la ricchezza di biodiversità e per la loro rarità.
L’area presenta le stesse caratteristiche del vicino sito di importanza comunitaria “Boschi di Verciano, Padule delle Monache” ed è in connessione con esso. Il bosco era piccolo ma ricco di biodiversità, era un polmone di vita e di benessere. Era perfetto accanto a un ospedale, perché dava serenità. Era un’ontaneta, umida per definizione, memoria di ciò che era il territorio di un tempo con canali di acqua pulita ricchi di quelle piante acquatiche che ormai sono unicità. Le associazioni ambientali e culturali (Wwf, Legambiente, Perlambiente, Laboratorio Mobilità e Paesaggio, Comitati Lucca Est, Assi Viari e Lucca Bene comune) coinvolte da tempo nello studio e tutela di quest’area e supportati da studi di professionisti e di università, pur insistendo nella volontà di incontrare i responsabili del Comune per rivedere il progetto della nuova viabilità per l’Ospedale San Luca e salvare il salvabile, hanno adesso il diritto-dovere di rivolgersi alla magistratura, al ministero dell’Ambiente e alla Comunità europea per denunciare quanto avvenuto. Vedremo se gli amministratori, dopo questa ferita mortale consapevolmente inferta, persevereranno nella loro indifferenza verso la memoria dei cittadini e del territorio. In nome di quali altri interessi?
di Wwf Lucca, a nome delle associazioni firmatarie