Arpat trova specie aliene invasive nei fiumi del comprensorio pratese
Nei corpi idrici specie aliene come il bivalve Corbicula fluminea o il gasteropode Sinotaia quadrata
[19 Dicembre 2019]
Con il temine specie alloctona o specie non indigena, comunemente indicata con il termine specie aliena, si intende una specie sia animale che vegetale che sia stata introdotta dall’uomo, accidentalmente o volontariamente, in territori dove non era presente.
Il problema delle specie aliene, soprattutto di quelle invasive, è ormai da alcuni anni di grande attualità, così come lo sono gli impatti che queste specie hanno causato e continuano a causare su ecosistemi, attività economiche e salute.
Dal punto di vista ecologico, una specie aliena invasiva è una specie che si diffonde dal punto di introduzione, con una certa velocità, e diventa prima stabile e poi prevalente all’interno della nuova area. Durante il processo di stabilizzazione, le densità sono molto basse ed è difficile rilevarne la presenza; così la specie ha tutto il tempo di stabilizzarsi ed espandersi in modo indisturbato, spesso cominciando ad essere rilevata solo quando ormai ha raggiunto densità consistenti.
Le specie aliene invasive causano impatti più o meno gravi su singole specie autoctone, su comunità e ecosistemi attraverso meccanismi come competizione, predazione, ibridazione, trasmissione di malattie, parassitismo. Le specie aliene invasive rappresentano per questo la seconda causa di perdita della biodiversità dopo la distruzione degli habitat. Delle 680 specie animali estinte documentate, le specie aliene invasive hanno avuto un ruolo importante nel 54% dei casi e nel 20% dei casi sono state l’unica causa che ha portato la specie nativa all’estinzione.
Esistono ambienti o contesti particolarmente suscettibili e vulnerabili alle specie aliene invasive: in questo senso, ambienti “invadibili” sono le acque interne, soprattutto per lo stretto legame tra attività umane e acqua e a causa della capacità e rapidità di dispersione di una specie una volta entrata nell’ambiente acquatico.
Nell’attività di monitoraggio di ARPAT sui corpi idrici toscani, numerose sono state le osservazioni di questo tipo di organismi ed in tal senso citiamo solo a titolo di esempio l’erba-alligatore – (Alternanthera philoxeroides) – osservata nel tratto fiorentino del Fiume Arno o la Ludwigia peploides, osservata nel tratto planiziale dell’Ombrone pistoiese e nel Fiume Arno in località Camaioni e nel caso di specie animali Corbicula fluminea è stata segnalata per la prima volta in Toscana nel Fiume Serchio.
In particolare, nei fiumi del comprensorio pratese, negli ultimi anni si sono registrati numerosi ritrovamenti di Molluschi appartenenti a specie esotiche come il bivalve Corbicula fluminea nei tratti planiziali del fiume Bisenzio (foto di copertina) o il gasteropode Sinotaia quadrata sia nell’Ombrone pistoiese che nel Fiume Bisenzio, che nel fiume Arno a valle dell’immissione dello stesso Ombrone pistoiese (foto a fianco che riporta la specie fotografata nel Bisenzio nei pressi del Parco dei Renai – Signa).
Proprio in merito a S. quadrata, ha suscitato interesse sugli organi di stampa locali la nota del Comune di Montelupo F.no che segnalava la presenza, nel tratto di fiume Arno che segna il confine tra i Comuni di Montelupo F.no e Carmignano, di numerose persone dedite alla raccolta di questi molluschi per scopo alimentare.
I quantitativi raccolti, oltre a rappresentare un concreto rischio sanitario alimentare legato alla qualità delle acque in cui questi organismi si sono sviluppati e sono stati raccolti, rimandano alla necessità di inquadrare correttamente quali impatti possano esercitare sull’ecosistema e sulle altre specie autoctone naturalmente presenti.
Approfondiremo in una successiva Arpatnews il tema delle specie alloctone invasive presenti nei corpi idrici del comprensorio pratese, rivolgendo alcune domande a Stefano Cianfanelli, curatore presso il Museo di Storia Naturale della Specola dell’Università di Firenze, esperto in molluschi.
di Leonardo Lapi, Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Toscana