Riceviamo e pubblichiamo
Parco nazionale dell’Arcipelago toscano: Rallye e gare di Enduro in area protetta
[28 Settembre 2021]
Sull’Isola d’Elba si è svolta una gara automobilistica (Rallye Elba Storico, dal 23 al 25 settembre) ed è in programma una gara di Enduro (Trofeo FIM Enduro Vintage 2021 dal 20 al 23 ottobre). Questo territorio, che è parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, dovrebbe essere protetto per la sua biodiversità. Attualmente è provato dalla persistente siccità ed è esausto dopo una stagione turistica intensa, che ancora continua e che ha segnato il tutto esaurito. Con la scusa di incentivare il turismo, le amministrazioni pubbliche concedono permessi di distruggere un ambiente naturale che a fine stagione dovrebbe invece essere almeno ripulito e manutenuto. Invece, inquinamento acustico, sentieri solcati dai motori, strade transennate, miasmi di carburanti…
Purtroppo l’italica schizofrenia legislativa permette al governo centrale di riempirsi la bocca di proclami relativi alla eco-sostenibilità e al turismo alternativo, e lasciare a Regioni e Comuni il piacere di accontentare le più svariate categorie di devastatori.
La manifestazione del rallye è nata negli anni ’80 quando ancora il Parco Nazionale non era stato istituito e l’ambiente non era ancora distrutto. La gara di Enduro è tornata all’Elba dopo 40 anni, grazie alle modifiche della Legge Regionale 48/1994 che vietava gare e manifestazioni di fuori strada in aree parco e ad alta biodiversità. La Legge Regionale 19/2017 non solo ha di fatto reso possibile l’ampliamento delle zone in cui sono consentite tali manifestazioni, ma ha anche deputato i singoli Comuni a rilasciare le relative autorizzazioni, con le conseguenze del caso connesse alla pressione degli interessi di categoria.
Come cittadini responsabili e consapevoli del disastro ambientale, non abbiamo parole per dire il nostro profondo disprezzo per questa prassi politica da farisei che, a destra come a sinistra, permette di dire una cosa e di farne tutt’altra. Ci auguriamo che l’Europa, prima di darci i soldi per l’ambiente, si renda conto delle gravi incongruenze del nostro Paese.
Prof. Maria Ines Aliverti
Prof. Fabio Garbari