Lettera apeta del Cai di Carrara a Comunità del Parco, sindaci e Regione
Nuovo presidente del Parco delle Alpi Apuane, il Cai a Rossi: bisogna cambiare bene
«L’occasione di una netta inversione di tendenza rispetto alla precedente gestione»
[20 Gennaio 2017]
Il presidente generale del Cai, Vincenzo Torti, ha scritto una lettera al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, auspicando che la guida del Parco delle Alpi Apuane venga affidata «a chi, nel rispetto dei diritti di tutti, sappia impegnarsi per rimuovere gli abusi».
Oggi si riunisce la Comunità del Parco per approvare e inviare a Rossi la quaterna di nomi dalla quale il governatore della Toscana dovrà scegliere il nuovo presidente delle Alpi Apuane e secondo Torti «Potrebbe rappresentare l’occasione per una netta inversione di tendenza rispetto alla precedente gestione», escludendo quindi come fanno tutte le associazioni ambientaliste e i comitati che difendono le Apuane, la riconferma del presidente uscente che, a quanto pare, non sarebbe malvista da diversi sindaci apuani.
Nella sua lettera a Rossi, Torti sottolinea che «Come in ogni nuovo cammino, quel che conta è fare il primo passo e mi dico certo che la Signoria Vostra saprà cogliere questa occasione per affidare la guida del Parco a chi, nel rispetto dei diritti di tutti, sappia impegnarsi per rimuovere gli abusi».
Il presidente generale del Cai evidenzia che, nel maggio 2016, l’Assemblea nazionale dei delegati dell’associazione ha dato incarico alla presidenza generale di «attivarsi nei modi più opportuni per sollecitare l’attenzione su un territorio la cui bellezza straordinaria è, purtroppo, inferiore allo scempio che ne è stato fatto».
La lettera si conclude evidenziando le tante aspettative che gli oltre 300.000 Soci del Club alpino italiano hanno rispetto a questa decisione e con la disponibilità a collaborare, se qualcosa potrà essere fatto, «con la certezza che il Cai sarà al Suo fianco a favore della bellezza, dell’ambiente e della tutela delle persone».
Anche la sezione di Carrara del Cai ha inviato una lettera al presidente della Comunità del Parco, Riccardo Tarabella, ai Sindaci e a Rossi. Ecco il testo:
Non è compito del Club Alpino Italiano formulare o suggerire nominativi per la nomina del Presidente del Parco Regionale delle Apuane.
Tuttavia questa storica sezione di Carrara del Club Alpino Italiano, fondata nel 1888, la più esposta forse fra le sezioni apuane all’impatto invasivo delle attività di cava verso le nostre montagne, rivendica con orgoglio di essere stata il primo soggetto promotore della istituzione del Parco, con la raccolta delle firme avvenuta nei primi anni ’80.
A distanza di oltre 30 anni non possiamo nascondere una delusione profonda: a una visione delle aree protette, e in particolare dei parchi, come luoghi di conservazione dell’ambiente, di riscoperta del rapporto tra l’uomo e la natura, di sperimentazione di un modello alternativo di gestione del territorio, abbiamo viceversa assistito all’affermazione di una visione meramente economicistica: il compito del Parco è parso sì quello di promuovere il miglioramento delle condizioni di vita delle comunità locali, ma esclusivamente attraverso azioni volte a tutelare e privilegiare le sole attività estrattive presenti in area parco, facendo così del Parco delle Apuane quasi una associazione di categoria piuttosto che un Parco Naturale.
Un parco concepito come azienda che deve essere produttiva così da giungere all’assurdo di introdurre royalties anche nel caso di opere e impianti che incidono negativamente sull’ambiente, in clamorosa contraddizione con il concetto stesso di conservazione e tutela. In tale sofferenza identitaria nella quale la cultura naturalistica e ambientale ha subito una degradazione vistosa, la presidenza Putamorsi ha segnato il punto più basso di una triste parabola discendente, arrivando a promuovere battaglie contro la stessa area protetta e contro il Piano Paesaggistico della Regione. Il Parco nasce con un patto tra le comunità locali e la Regione affinché il governo dell’area tutelata sia fatto in modo congiunto. I soggetti responsabili di tali princìpi fondativi non possono consegnarsi, a nostro avviso, ad una politica al ribasso sul piano delle nomine, sorda alla spinta ideale della cultura e della scienza, e attenta invece alla sola logica degli interessi corporativi.
Siamo invece convinti che la nostra splendida realtà territoriale sia in grado di esprimere una figura di livello e passione, dove merito e competenza appaiano netti e trasversali. Occorre una figura ben preparata in materia di aree protette e biodiversità, attenta al proprio patrimonio paesaggistico, forestale, idrogeologico, floro-faunistico, e che ami la propria terra, affinché la tutela di uno degli ecosistemi più straordinari della Toscana e d’Europa non resti solo uno slogan ma si traduca in politiche di conservazione e valorizzazione sostenibile del più grande patrimonio di biodiversità, geodiversità e sorgenti carsiche di tutta la Toscana.
Club Alpino Italiano Sezione di Carrara