Clima, l’inverno toscano è stato più caldo di 1,1°C rispetto alla media del 1981-2010
Lamma: ha piovuto il doppio della media ma non si è registrata nessuna ondata di freddo di lunga durata
[30 Marzo 2021]
La primavera sta tornando a riscaldare le giornate toscane, ma anche l’inverno si è dato un bel daffare a mantenere alte le temperature: secondo i dati aggiornati dal Lamma – il laboratorio di monitoraggio creato da Regione Toscana e Cnr – la stagione appena conclusa è stata caratterizzata da temperature ben oltre la media.
Sulla spinta della crisi climatica in corso, analizzando i dati registrati dalle stazioni meteorologiche sinottiche di Firenze, Arezzo, Grosseto e Pisa l’inverno 2020-2021 si è chiuso con una media di circa +1,1 °C rispetto ai valori attesi secondo la climatologia 1981-2010 (+0.8 °C rispetto alla climatologia 1991-2020). E poteva anche andare decisamente peggio, dato che quest’inverno si colloca al decimo posto tra gli inverni più caldi a partire dal 1955/1956.
In ogni caso, si tratta di dati in linea con quelli già noti: complessivamente, il 2020 registra infatti un +0,8°C rispetto alla media del periodo 1981-2010, dato che sale a +1,2°C risalendo al 1955. L’Italia intera del resto sta vivendo una fase di surriscaldamento climatico molto marcato: rispetto al periodo 1880-1909 si stima sia stata già raggiunta circa quota +2,5°C, più del doppio del valore medio globale.
Come ulteriore conferma, nell’ultimo periodo invernale non si è registrata nessuna ondata di freddo di lunga durata; il Lamma riporta una sola ondata di freddo di breve durata tra il 14/02 e il 17/02.
In compenso, quest’inverno verrà ricordato come il secondo più nevoso a partire dal 1969/1970, con ben oltre 5 metri di neve all’Abetone (515 cm di neve al Passo dell’Abetone), mentre l’inverno precedente – il 2019/2020 – era stato invece il secondo inverno più avaro di neve in Appennino (55 cm).
Eccezionale anche il regime pluviometrico: complessivamente ha piovuto il doppio della media; ovvero quasi il 100% di pioggia in più sulla Toscana, tanto da collocare questo inverno al secondo posto tra i più piovosi dal 1955. Un fenomeno legato soprattutto alle «precipitazioni nord-atlantiche, quasi continue, che si sono avute tra fine dicembre e inizio gennaio; per oltre 2 settimane infatti ha insistito sul Mediterraneo centrale un’area depressionaria alimentata da aria fredda di origine artico-marittima che ha portato una serie quasi ininterrotta di piogge».