In Toscana è ancora emergenza idrica
L’assessora Monni al Consiglio regionale: «Situazione ancora non risolta»
[9 Novembre 2022]
L’emergenza idrica in Toscana è stata oggetto della comunicazione della Giunta al Consiglio regionale e l’assessora all’Ambiente Monia Monni ha sottolineato che «Al 30 settembre, grazie alle piogge sopra alla media stagionale di quel mese la situazione sia in leggero miglioramento riguardo alle disponibilità di acque sotterrane». Per quanto riguarda le acque superficiali, con la situazione aggiornata a metà ottobre, l’assessora ha evidenziato che «I volumi di risorsa immagazzinata nei principali invasi della Toscana siano ancora lontani dall’obiettivo del ripristino del 90%» e che il complesso degli invasi del Serchio è a livelli molto bassi.
La Monni ha aggiunto che «Ad oggi il ripristino degli stock di riserva di risorsa idrica superficiale e sotterranea, necessaria a scongiurare il ripetersi di una situazione di crisi idrica nel 2023, sia solo in fase una iniziale e il suo completamento possa essere garantito solo con piogge superiori alla media fino a tutto il maggio 2023».
Ripercorrendo le tappe della gestione della crisi l’assessora ha spiegato che «Il 6 luglio 2022 il presidente della Giunta ha dichiarato lo stato di emergenza regionale relativamente alla situazione di crisi idrica in atto per tutto il territorio regionale, fino al 31 ottobre 2022. Con delibera del primo settembre 2022 il Consiglio dei ministri ha concesso lo stato di emergenza nazionale per la Toscana riconoscendole un contributo economico di 4milioni e 300mila euro per la realizzazione del piano operativo di emergenza per la crisi idropotabile predisposto dall’Autorità idrica toscana. La Regione Toscana si è così coordinata con l’Autorità idrica toscana, con ANBI-Toscana, i consorzi di bonifica e l’Autorità di distretto dell’Appennino Settentrionale, per definire un pacchetto di proposte progettuali: captazione e accumulo, potabilizzazione, trasporto e distribuzione, fognatura, depurazione, riutilizzo e restituzione all’ambiente per centrare l’obiettivo di arrivare a una gestione sostenibile della risorsa idrica, relativamente ai sottobacini idrografici del territorio regionale attraverso la predisposizione di interventi tra loro integrati d’ area, o a specifiche esigenze locali. Nella riunione di Giunta del 3 ottobre 2022 si è provveduto ad approvare gli elenchi delle schede progettuali relative a 47 interventi integrati d’area dei quali 24 sono in uno stadio di progettazione definitivo o esecutivo e 61 interventi relativi al servizio idrico integrato dei quali 26 sono in via di progettazione definitiva o esecutiva. Con la collega Saccardi sto lavorando a una semplificazione normativa per facilitare la creazione di invasi a uso agricolo e si stanno facendo approfondimenti per valutare come e dove realizzare invasi di natura multifunzionale dove poter accumulare anche acqua potabile».
Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (23 voti a favore, Pd e Iv; 10 voti contrari, Lega, Fratelli d’Italia e Gruppo misto-Toscana domani) una proposta di risoluzione presentata dal Partito democratico a firma Vincenzo Ceccarelli, Massimiliano Pescini e Lucia De Robertis, che condivide «I contenuti della comunicazione e in particolare il quadro complessivo degli interventi proposti» e impegna la Giunta regionale a «Portare avanti le proposte progettuali e gli interventi strategici», al fine di «articolare una risposta complessiva ai cambiamenti climatici, in un’ottica di maggiore sostenibilità ed efficienza della gestione della risorsa idrica in Toscana, in grado di far fronte alle crisi; a proseguire, contestualmente, un necessario lavoro di semplificazione delle procedure per la realizzazione e manutenzione degli invasi e di tutte quelle opere idriche che possano rivelarsi fondamentali nei periodi di siccità».
Sono state respinte maggioranza le proposte di risoluzione presentate dalla Lega che affrontava anche il rischio alluvioni: La Capogruppo della Lega Elena Meini ha evidenziato che «In un report si dice che circa il 16% del nostro territorio è a pericolosità elevata o molto elevata e che la Toscana è tra le 6 regioni con un potenziale di superficie allagabile pari al 39,5%». Poi ha ricordato l’impegno del suo gruppo sul tema: «Con una mozione presentata già nel mese di marzo, poi approvata a maggio. Alcune regioni sono intervenute prima della Toscana per chiedere lo stato d’emergenza. E ha chiesto alla Monni «Se c’è la volontà di prorogare lo stato di emergenza e se chiederemo ulteriori fondi: c’è una programmazione nel caso in cui non piova oltre la media nei prossimi sette-otto mesi?».
La consigliera del Movimento 5 Stelle Silvia Noferi ha ringraziato l’assessora Monni per l’aggiornamento, ma ha preso atto «Con preoccupazione del mancato ripristino degli invasi», chiedendosi «cosa accadrà se le attese piogge da qui al maggio del 2023 non si dovessero verificare» e ha chiesto qualche particolare in più al presidente Eugenio Giani, in quanto commissario straordinario, su come intende spendere i 4milioni e 300mila euro concessi dal Governo: «Monitorare la situazione non può bastare, ma su un fenomeno complesso come quello della siccità, figlio del cambiamento climatico, bisogna agire capendo quali sono le cause a partire dalla tutela delle foreste troppo spesso sfruttate nel territorio regionale per fare legna in modo indiscriminato», Poi la Noferi ha ricordato con preoccupazione «Le concessioni rinnovate alla Solvay che consuma 32milioni di metri cubi di acqua dolce. La relazione ci dice cosa volete fare per tamponare l’emergenza ma non ci dà la misura della consapevolezza di quello che veramente va fatto per eliminare le cause del cambiamento climatico».
Il consigliere Alessandro Capecchi di Fratelli d’Italia ha detto che i dati «Non ci fanno stare tranquilli e di una situazione molto critica al netto di precipitazioni eccezionali. Sull’Appennino c’è poca neve e non si attendono più di due o tre nevicate fino ad aprile. “Per la risorsa idropotabile, la dispersione si attesta nella media nazionale intorno al 40%, perdite che vanno contrastate in maniera ferrea ed è evidente che la risposta non può arrivare dall’utilizzo di autobotti. Gli interventi previsti nel piano straordinario dovrebbero stare in quello ordinario. Il pericolo arriva anche dallo stato di emergenza con il sistema del commissariamento che è abusato e semplificando controlli e procedure rischia di lasciare spazio alla corruzione. Bene dunque introdurre controlli a campione standardizzati nella rendicontazione delle spese». Capecchi ha evidenziato anche il problema delle risorse idriche per l’agricoltura: «Un settore sotto stress con pressioni sulle falde acquifere già notevoli per innaffiare i campi, Sono ancora sotto il 50 per cento i progetti previsti dal piano straordinario in fase esecutiva. La proposta di risoluzione di Fratelli d’Italia va nel solco che abbiamo condiviso: mettere in piedi piccoli e grandi provvedimenti per migliorare la dotazione idrica plurima di questa regione».
Il consigliere Marco Niccolai del Partito democratico ha definito la discussione sui cambiamenti climatici «Molto importante e prioritaria in questo momento storico. Un argomento in evidenza nella riunione della Conferenza delle Nazioni Unite proprio in questi giorni, con il segretario generale dell’Onu Guterres che l’ha definito come l’autostrada verso l’inferno se non viene affrontato come vera sfida del nostro tempo, una sfida che ora stiamo perdendo. Sono parole allarmanti e, al netto dell’emozione, qui ci sono da fare atti e provvedimenti che vadano in una certa direzione. La siccità è la declinazione di una situazione climatica che ha impatti rilevanti su tutti gli aspetti della nostra vita. E l’approvvigionamento idrico fa parte della nostra sicurezza sociale. Il tema dell’utilizzo della risorsa idrica nell’agricoltura è molto rilevante e il consumo è un tema fondamentale e per affrontarlo c’è uno strumento importante in fase di definizione che è il nuovo piano di sviluppo rurale. Il cambiamento climatico è una questione fondamentale e il negazionismo pericoloso. Questi aspetti non vanno subiti ma governati».
Il presidente della Regione, Eugenio Giani, ha ricordato «Il grande risultato, per il quale ringrazio l’assessora Monni e il direttore Massini, che ci ha portato ad ottenere risorse per 4,3milioni di euro da investire sull’emergenza, in 35 interventi strutturali per dare l’acqua in tempi rapidi e immediati. Poi ci sono gli interventi strutturali. La Toscana, ha retto meglio di altre Regioni, perché aveva fatto opere lungimiranti, come Bilancino, che dev’essere motivo di orgoglio per tutti, e con esso Montedoglio, che ha capacità addirittura doppia. Ho insediato un gruppo tecnico di lavoro tra gli assessori Monni e Saccardi, con tutti i tecnici per la realizzazione di laghi, laghetti, invasi. Dobbiamo pianificare microinterventi di invasi e laghetti per la ritenzione delle risorse idriche. Nel prossimo bilancio metteremo forti risorse, a partire da uno studio di fattibilità, 2milioni di euro, per San Piero in campo, che con 17milioni di metri cubi sarà il terzo grande invaso della Toscana. La Toscana varerà anche una proposta di legge sulla disciplina urbanistica per modificare alcune norme che ad oggi impediscono la realizzazione di piccoli invasi». Per quanto riguarda la dispersione, per Giani «La situazione della Toscana è migliore rispetto alla media delle Regioni italiane. E detto questo, siamo comunque una delle Regioni in assoluto più virtuose sul Pnrr quanto ai risultati sui bandi”. Emergenza, maggiore efficienza e manutenzione delle reti, interventi strutturali: “Il successo che abbiamo avuto nell’ottenere risultati su tutte e tre le dimensioni è qualcosa che merita di essere condiviso con tutto il Consiglio regionale».
La capogruppo del Movimento 5 stelle, Irene Galletti, ha detto di non condividere «La stessa visione ottimistica. La crisi idrica è ampia e coinvolge la Toscana con differenziazioni e problematiche, la principale è la mancanza di programmazione. Molti degli interventi previsti prevedono il trasporto con autobotti, con conseguente ricaduta sul complessivo bilancio ambientale. Le falde non sappiamo quanto e con quali tempistiche si riempiranno. Per gli interventi più risolutivi e permanenti, si tratta di azioni che dovrebbero essere messe in atto ordinariamente e continuativamente. Il problema delle perdite degli acquedotti è estremamente rilevante. Emergono tutte le pecche di una cattiva gestione della risorsa idrica da parte della Regione. Una riflessione generale: chi governa la Toscana ha un problema con la gestione pubblica dell’acqua, un bene comune che dovrebbe e essere gestito esclusivamente nell’interesse dei cittadini e invece si pensa alla Multiutility, con l’intenzione di portare anche l’acqua e altri beni sullo stesso mercato finanziario che ha prodotto l’attuale emergenza sui costi energetici. Serve una politica che ritenga questo investimento una risorsa e non un costo. Una reale ripubblicizzazione dell’acqua, non la finanziarizzazione della gestione, che per noi resta inaccettabile».