Nuova Funivia Doganaccia Corno alle Scale, le osservazioni di Legambiente, Wwf e Lipu
Un’opera impattante sotto il profilo geologico ambientale e incompatibile con la conservazione del paesaggio montano
[12 Maggio 2023]
Ieri il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e l’assessore regionale all’economia e turismo Leonardo Marras hanno ribadito la volontà di proseguire con il contestato progetto della funivia Doganaccia-Corno alle Scale, unico impianto per collegare i versanti dell’appennino tosco-emiliano. Un’ipotesi contra la quale si erano nuovamente opposte il 9 maggio con un documento comune Legambiente Circolo di Pistoia, Wwf Prato e Pistoia, Lipu Pistoia e numerosi cittadini. Ecco cosa si legge nelle osservazioni degli ambientalisti:
All’incontro “Neve Diversa” tenutosi a Maresca lo scorso 29 Aprile sull’opportunità della realizzazione della Nuova Funivia Doganaccia-Corno alle Scale, hanno partecipato quasi 100 persone tra cittadini e rappresentanti o appartenenti alle seguenti organizzazioni: Unione comunale Partito Democratico; Associazione Tre Mulini Orsigna; Proloco del territorio, Pubblica Assistenza Maresca; sez. CAI di Maresca, di Pistoia, di Pescia, di Prato, di Lucca; Ecomuseo Montagna Pistoiese; Nuoto montagna pistoiese; Associazione Vallelune; ASD Jurassic Bike Bagni di Lucca; Sci Montagna Pistoiese e Ass. sportiva Silvano Fedi di Pistoia; Legambiente Nazionale, Legambiente Valdinievole, Legambiente Pistoia, LIPU Pistoia; Comitato “Un altro Appennino è possibile” Bologna; Cai Focolaccia Lucca; Cai GSAV Lucca; Gruppo Trekking Pegaso-Val di Lima; Trekking Italia del SAT Tesino; Presidente del CAI regionale Toscana, Presidente OTTO regionale Toscana, WWF Pistoia e Prato; Cammino di San Bartolomeo; Trekking Italia sez. Toscana. Presidente Commissione tutela ambiente montano-Cai Toscana.
Cosa prevede il progetto:
Nel 2016 (Governo Renzi-Presidenza Consiglio dei Ministri/Ufficio per lo Sport Luca Lotti) si dà avvio a un accordo di programma (sottoscritto poi nel 2017) fra Governo, Regione Emilia Romagna (Stefano Bonaccini) e Regione Toscana (Enrico Rossi) per “il sostegno e la promozione congiunta degli impianti sciistici della montagna tosco-emiliano romagnola”: si vogliono potenziare le stazioni sciistiche a cavallo dell’Appennino fra la Doganaccia (Toscana) e il Corno alle Scale (Emilia) con la costruzione di nuovi impianti a fune su entrambi i versanti.
In Emilia le associazioni locali si oppongono rapidamente a questa scelta calata dall’alto, si costituiscono in Comitato, ricorrono al TAR contro l’intervento, aprono un sito internet dove si trovano tutti i documenti e a cui si rimanda (vedi https://www.unaltroappennino.it/); In Toscana: per anni si è pensato (erroneamente) che il progetto non andasse avanti. Invece in data 9 marzo 2023 è stato depositato in Provincia a Pistoia lo Studio di fattibilità dell’impianto funiviario Doganaccia-Corno alle Scale.
Costo del progetto ad oggi: circa 15.700.000 euro, di cui 5,7 milioni a carico dello Stato, e 10 milioni a carico della Regione Toscana.
Il progetto prevede la costruzione ex novo di impianto a fune che andrebbe ad aggiungersi al già esistente e funzionante impianto di Funivia Cutigliano-Doganaccia (cabinovia da 45 posti 660 persone all’ora); e alla funivia Doganaccia-Croce Arcana oggi in fase di ammodernamento (lavori per un milione e 500 mila euro già in corso, terminano a breve) . Quindi già usufruendo degli impianti esistenti, a breve sarà possibile arrivare da Cutigliano fino alla Croce Arcana e da lì in assenza di neve raggiungere comodamente a piedi il Lago Scaffaiolo in circa 35-40 minuti di facile passeggiata lungo il crinale.
Il Nuovo progetto prevede di costruire ex novo un’altra funivia, a vantaggio degli sciatori, per avvicinarsi dalla Doganaccia al Lago Scaffaiolo. Questi i dettagli:
Alla Doganaccia (in Comune di Abetone Cutigliano) ad una quota di 1512 m.s.l.m. si prevede di costruire una nuova stazione di partenza, un edificio di tre piani, 250 metri quadri per piano, oltre a vani di servizio per i macchinari; La messa in opera (a sostegno dei cavi funiviari) di 2 piloni con fondazioni in calcestruzzo, alti rispettivamente 45 metri e 32 metri, nelle praterie a declivio che si estendono a est dalla Doganaccia verso il Monte Spigolino, in territorio del Comune di San Marcello Piteglio; A circa 500-700 metri dal Lago Scaffaiolo, sarà costruita la stazione di arrivo in località Prato alla Nevosa a quota 1780 m.s.l.m. nel Comune di San Marcello Piteglio: un edificio con ingombro in altezza di cira 10 metri e una superficie di ca. 200 mq a piano; Lo sbancamento di una strada di servizio, dalla Doganaccia, 1512 m.s.l.m. alla stazione di arrivo, a quota 1780 m.s.l.m., per accedere nei luoghi di cantiere con escavatori, trivelle e camion. Opere fognarie per le due stazioni, scavi per posizionamento piloni e interramento linee elettriche trifase (sui territori dei comuni di Abetone-Cutigliano e di San Marcello Piteglio).
Questo in estrema sintesi il progetto, un’opera di per sé molto impattante sotto il profilo geologico ambientale e incompatibile con la conservazione del paesaggio montano.
Nell’incontro del 29 aprile sono emerse le seguenti questioni:
1 Cambiamenti climatici. Il report di Legambiente “Nevediversa” ha evidenziato che in Italia tutti gli impianti di risalita al di sotto dei 1800 metri (che non sono ancora chiusi o dismessi) soffrono di una cronica mancanza di innevamento naturale per cui richiedono ingenti sostegni di denaro pubblico e contributi per l’innevamento artificiale o ristori.
2 Viabilità. Lo studio di fattibilità tecnica della funivia in oggetto non tiene conto dell’aumento del flusso veicolare che si verificherebbe a Cutigliano, la esistente funivia Cutigliano-Doganaccia Né che la strada che sale da Casotti, ne la strada Cutigliano-Melo-Doganaccia, sarebbero in grado di sostenere tale flusso, né, tantomeno, che a Cutigliano non esiste un parcheggio in grado di raccogliere la quantità di veicoli che vi si riverserebbero.
3 Sicurezza. La stazione di arrivo della costruenda funivia sarebbe collocata a circa 500-700 metri di distanza dall’omologo impianto previsto sul versante emiliano, a lato del rifugio Duca degli Abruzzi, sovrastante il Lago Scaffaiolo. Gli sciatori per raggiungere tale impianto, dovrebbero quindi percorrere a piedi oltre 500 metri con gli sci in spalla, in un terreno fortemente impervio, con neve e ghiaccio in inverno e battuto da forte vento (il Passo della Croce Arcana detiene il record europeo di velocità del vento, oltre 230 Km. all’ora, registrato nel 2016 dalla stazione meteo di Sestola).
4 Logistica. Il rifugio Duca degli Abruzzi, che fa da riferimento per i turisti e gli sciatori, si trova, già adesso, in condizioni problematiche di capienza e capacità di accoglimento, sia in estate che in inverno. Non è assolutamente adeguato ad accogliere ulteriori 240 persone all’ora, portate dalla nuova funivia. Già ora in estate, a causa dell’afflusso di turisti, l’acqua arriva a scarseggiare e rischia di creare problemi di inquinamento ed eutrofizzazione al sottostante Lago Scaffaiolo.
5 Ambiente e paesaggio. L’impianto che si intende realizzare insiste sulla ZSC (zona speciale di conservazione) Spigolino – Monte Gennaio, istituita dalla Regione Toscana nel 2016 su proposta della Provincia di Pistoia, zona facente parte della Rete europea Natura 2000-Direttiva Habitat La normativa di tutela prevede che nella predisposizione dei nuovi impianti, si deve escludere di recare disturbo a praterie alpine e torbiere; non si devono creare interferenze o limitare le risorse panoramiche, gli scenari, i coni ed i bersagli visivi; compromettere gli assetti paesaggistici ed ambientali, e tanto altro. Tutte cose che sarebbe impossibile evitare, in varia misura, se si desse davvero corso alla realizzazione dell’opera. Inoltre un impianto capace di portare duecentoquaranta persone all’ora provocherebbe un notevole incremento degli impatti antropici. Inoltre nell’area di interesse è presente una delle poche stazioni note in Toscana di mirtillo rosso (Vaccinium vitis-idaea), pertanto si sottolinea l’importanza di sviluppare corrette forme di gestione di questa e delle altre specie di mirtilli (Vaccinium myrtillus e Vaccinium uliginosum) presenti in quest’area, come riportato nell’articolo “Fruit production by Vaccinium species in the Tuscan-Emilian Apennines and a new Vaccinium vitis-idaea L. site in the area” di Vergari et al. (2021).
6 Geologia. La zona è assai fragile dal punto di vista geomorfologico e idrologico, un intervento di questo tipo andrebbe a produrre alterazioni assolutamente non rimediabili o compensabili. I lavori di escavazione, di fondazione, trasporto materiali ecc. comporterebbero la necessità di costruire ex novo una pista per consentire l’accesso al cantiere con macchinari (trivelle, escavatori e camion) con ulteriore e non lieve alterazione del paesaggio. Si calcola che solo per preparare le fondazioni dei due piloni alti rispettivamente 45 e 32 m. verrebbero scavati ed estratti 1500 metri cubi di materiale in gran parte roccioso, e sarebbero necessari sessanta viaggi di camion per smaltirlo.
7 Opportunità. Già il comprensorio sciistico del Corno alle Scale, fermo restando che il luogo sia bellissimo dal punto di vista paesaggistico-ambientale, risulta in agonia da addirittura trenta anni per quanto riguarda la sua destinazione sciistica. Ciò è dovuto, in particolare, non solo alle precipitazioni nevose che si stanno facendo sempre più scarse, ma anche all’aumento degli eventi estremi, in particolare il vento, capace di recare danno e causare la chiusura di alcuni impianti, nonché di provocare significative alterazioni ad un manto nevoso già scarso. Particolari che rendono ancora più fuori luogo, da ogni punto di vista, la costruzione della nuova funivia.
8 Bisogni e vocazione del territorio. Gli abitanti del territorio sono orientati verso modelli di sviluppo afferenti al turismo Slow, culturale e enogastronomico al fine di affrancarsi e superare il turismo sciistico o il turismo estivo di massa. Un tipo di turismo in cui ci si rivolge a escursionisti e appassionati della montagna che vogliono andare a piedi, godersi il panorama, avere la soddisfazione di raggiungere la meta con le proprie gambe per raggiungere luoghi tranquilli e non affollati. Va da sé che un impianto di questo tipo non solo risulterebbe inutile ma anzi dannoso, in quanto potrebbe far affluire una massa di turisti della domenica, alieni dal culto e dalla passione della montagna e capaci, magari, di comportamenti anche incivili in un ambiente che non ne ha assolutamente bisogno.
9 Piano economico di gestione. Manca completamente un piano industriale del costruendo impianto , ovvero uno studio che riesca a quantificarne i costi di gestione una volta a regime; non sappiamo quindi quante persone dovrebbero usufruire della funivia per arrivare a pareggiare i costi del suo funzionamento e della sua manutenzione ordinaria, in efficienza e sicurezza. Se poi si immagina di voler rientrare di un investimento di 15 milioni di euro nell’arco di 10/15 anni si renderebbe necessario realizzare un utile netto di minimo 1 milione di euro all’anno che corrisponderebbe ad una massa talmente enorme di persone da risultare inconcepibile da tutti i punti di vista da chiunque conosca o abbia mai solo visitato questi luoghi.
10 Necessità dell’opera. Esistono decine di altri modi per impiegare 15 milioni di euro in opere realmente necessarie al territorio, quali : Il recupero della Casetta Pulledrari, il Rondò Priscilla, il Palazzetto Abetone, la dismissione degli impianti abbandonati di Pratorsi, Foresta del Teso, la manutenzione delle strade, la manutenzione dei sentieri, la promozione del territorio, ecc.
Infine : pochi giorni fa (24 aprile) la Regione Toscana ha riconosciuto agli impiantisti di Abetone un indennizzo di 900.000 euro per coprire le mancate entrate causa mancanza di neve nel periodo 1 novembre 2022-15 gennaio 2023. Questo è l’ultimo di una serie di finanziamenti destinati ormai da anni a coprire i costi di esercizio delle funivie toscane, perché la neve scarseggia e gli sciatori non arrivano. Come si può pensare OGGI di costruire un nuovo impianto alle nostre latitudini, quando sappiamo già che anch’esso richiederà tutti gli anni sostegni economici di denaro pubblico per pareggiare i conti?
I firmatari del presente documento chiedono pertanto alle Istituzioni competenti di riconsiderare la loro volontà di costruire la Nuova Funivia Doganaccia Corno Alle Scale a favore di altri tipi di interventi che risultino in coerenza con i reali bisogni e la vocazione del territorio.
Primi Firmatari:
Legambiente Circolo di Pistoia,
Wwf Prato e Pistoia,
Lipu Pistoia
e numerosi cittadini