I Fridays for future in piazza il 19/5 per manifestare contro l’ignavia delle istituzioni
Per l’Emilia-Romagna doppia alluvione in due settimane: è l’Italia in crisi climatica
Almeno 8 morti e oltre 5mila sfollati, ma Meloni parla di «forte maltempo» e Salvini accosta la tragedia alla partita di Champions persa ieri dal Milan
[17 Maggio 2023]
Dopo mesi di siccità il maggio in corso si va configurando come il più piovoso da 70 anni in Italia, e a farne le spese è di nuovo l’Emilia-Romagna, che ha subito la seconda alluvione in neanche due settimane.
Sono le due facce della crisi climatica in corso, legata all’uso di combustibili fossili, dove gli eventi meteo estremi – dalle ondate di calore alle bombe d’acqua – aumentano in frequenza ed intensità.
Una consapevolezza che sembra però mancare (anche) all’attuale Governo: la presidente Meloni parla di «forte maltempo» mentre il ministro che ha chiamato a presiedere la Cabina di regia contro la siccità – ovvero il leader leghista Salvini, che nel corso degli anni ha manifestato più e più volte una posizione negazionista sulla crisi climatica – addirittura accosta la tragedia alla partita di Champions league persa ieri dal Milan.
Nel mentre in Emilia-Romagna si muore, per la crisi climatica. La Protezione civile conta al momento 8 decessi, 21 fiumi esondati e altri 23 con superamenti del livello 3 (allarme) della soglia idrometrica, 37 Comuni allagati, 250 frane e almeno 5mila persone evacuate dalle proprie case.
Al lavoro, per gestire emergenza e sfollati, ci sono sul territorio più di 1.100 volontari, oltre 600 vigili del fuoco, forze dell’ordine e Croce rossa.
Questo è di nuovo il momento del dolore e di far fronte alla tragedia, ma sapendo però che continuerà a ripresentarsi se non verranno messe in campo azioni decise in termini di contrasto ai cambiamenti climatici e per aumentare la resilienza dei territori.
Non a caso da Legambiente propongono una strategia in tre punti: uscita dalle fonti fossili, rinaturazione dei corsi fluviali e creazione casse di espansione, consumo di suolo zero netto ad effetto immediato e mappatura delle zone per la desigillazione.
Sulla stessa linea il Wwf: «Per il nostro Paese è indispensabile definire il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, dopo la consultazione chiusasi alcune settimane fa, e renderlo uno strumento efficace per operare le scelte necessarie. È soprattutto indifferibile l’abbattimento delle emissioni di CO2, metano e degli altri gas climalteranti, per evitare scenari e impatti ingestibili: abbiamo poco tempo e l’Italia dovrebbe essere alla testa degli Stati che vogliono le emissioni zero, non in retroguardia come è attualmente», con le emissioni di gas serra che sono tornate a crescere.
Di fronte a questa “nuova normalità” e all’ignavia delle istituzioni, gli ambientalisti chiamano l’intera cittadinanza a manifestare.
«Ci mobiliteremo in tutta Italia venerdì 19 maggio per dire che “Questa pioggia è crisi climatica”. Non si tratta di una frase provocatoria, è scienza – dichiara Agnese Casadei, portavoce di Fridays for future Italia – Quante altre trivellazioni vogliamo autorizzare a Eni a Ravenna? Quanto vogliamo continuare a cementificare con inutili supermercati e megastore? Quante altre persone dovranno essere evacuate dalla propria abitazione perché i politici inizino a trattare la crisi climatica come un’emergenza, e agire per contrastarla? Il tempo sta scadendo, quello che ci sembrava appartenere ad un futuro remoto oggi sta diventando la drammatica normalità».