Siccità in Toscana: le proposte di Coldiretti, Anbi e Cispel
Giani: «Sì a percentuali obbligate per manutenzione condotte idriche»
[24 Luglio 2017]
In Toscana sono salite a oltre 2 miliardi le perdite causate alle coltivazioni e agli allevamenti dalla siccità e da uno degli anni più caldi degli ultimi 200 anni. La Regione ha dichiarato lo stato di emergenza e Coldiretti Toscana stima in oltre 200 milioni i danni da siccità all’agricoltura: «Solo la perdita di prodotto per grano tenero e duro è valutata in circa 50 milioni di euro; altri 35 milioni sono i danni al mais, altre foraggere e girasole, ma guasti da quantificare sono destinati a riguardare anche i vigneti e gli oliveti».
Sul fronte dell’irrigazione la Regione intende realizzare un Piano Idrico dopo un censimento di tutti i circa 4.000 invasi toscani, per calcolarne bilancio idrico e portata che «dovranno essere risorse polifunzionali da impiegare nel caso di nuove crisi idriche come quella attuale- dice Coldiretti – Nell’ultimo tavolo regionale per affrontare l’emergenza siccità è stata rilanciata la disponibilità della Regione Toscana a varare questo Piano Idrico Regionale da 200milioni di euro con una serie di interventi definiti da una tasck force composta oltre che dalla stessa Regione dall’Autorità Idrica Regionale e dai Consorzi di Bonifica».
Intervenendo al convegno organizzato da Coldiretti e Anbi Toscana, l’Associazione nazionale che dei Consorzi di bonifica, di irrigazione e di miglioramento fondiario, il presidente della Coldiretti Toscana, Tulio Marcelli, aggiunge: «E’ necessario passare dalla gestione dell’emergenza con enorme spreco di risorse, per abbracciare una nuova cultura delle prevenzione in una situazione in cui quasi 9 litri di pioggia su 10 sono perduti. L’Italia resta un paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che annualmente cadono, ma per le carenze infrastrutturali se ne trattengono solo l’11%. Una risorsa troppo importante per le imprese agricole e per il loro sviluppo che richiede una tutela più accorta».
Piogge dimezzate con livelli pluviometrici scesi di oltre 50 centimetri, ma i Consorzi di Bonifica sono mobilitati anche sul fronte opposto. Oltre ad affrontare l’emergenza idrica, che sembra destinata a protrarsi fino a metà agosto, si intensifica il lavoro di manutenzione sul reticolo idrogeologico per prevenire i disagi che potrebbero verificarsi con i temporali in arrivo. I due fenomeni, apparentemente contraddittori, sono infatti probabilmente destinati a convivere per alcune settimane: i nubifragi in arrivo potrebbero essere solo in minima parte assorbiti dal terreno anche se asciutto, a causa della loro forte intensità, non attenuando la siccità ma provocando probabilmente allagamenti e problemi.
Il presidente di Anbi Toscana, Marco Bottino, aggiunge: «I Consorzi di Bonifica sono impegnati in prima linea nel contrasto della siccità -. La politica degli invasi promossa da Regione vede infatti una preziosa sinergia fra Consorzi, agricoltori e Regione stessa. Gli invasi a uso plurimo costituiscono uno degli investimenti migliori per la prevenzione dal rischio alluvioni, per la lotta agli incendi e per l’irrigazione. Una strada che è importante continuare a percorrere incentivando la creazione di nuovi bacini e la manutenzione di quelli esistenti».
Per Massimo Gargano, direttore generale Anbi, «Parlare di siccità o meglio ancora di come prevenirla è doveroso in una stagione caratterizzata dalla consapevolezza che le crisi idriche sono ormai un fenomeno consolidato, che si ripete con periodicità sempre più ravvicinata e non più, quindi, un’evenienza eccezionale. Se da un lato deve proseguire la ricerca per ottimizzare l’utilizzo della risorsa idrica in agricoltura così come va migliorata l’efficienza della rete idrica, dall’altro bisogna aumentare la capacità di trattenere le acque di pioggia attraverso il varo di un Piano Nazionale degli Invasi; si tratta di bacini medio-piccoli, ma la realizzazione non può prescindere da una diffusa consapevolezza dell’opinione pubblica sulla loro utilità come riserva idrica, ma anche come vitalizzatore ambientale e bacini di espansione contro le alluvioni. Per ciò devono moltiplicarsi occasioni di confronto come questa».
Secondo il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, «L’emergenza siccità in Toscana richiede interventi sul piano della prevenzione. La Toscana ha compiuto già da tempo passi lungimiranti, ora deve trovare risorse a tutela dell’agricoltura e per assicurare il necessario approvvigionamento idrico. “Quello che si deve fare è agire nella logica della prevenzione. Per fortuna, la Regione Toscana si è posta in tempi non sospetti il problema della siccità come una delle grandi questioni del nostro tempo. E sta facendo anche adesso i passi giusti e corretti per far fronte alla carenza idrica sempre più frequente, che tocca principalmente l’agricoltura, settore cardine in termini di sviluppo e occupazione». Giani ha evidenziato che « Le scelte della Toscana, a suo tempo assai discusse, sono state assolutamente pertinenti e lungimiranti. Non ci fosse stato il lago di Bilancino, altro che tuboni ai Renai di Signa, la situazione sarebbe ben più grave. Ora, è importantissimo dare seguito in Consiglio regionale alle esigenze manifestate in questi giorni. Lo faremo attraverso risoluzioni e atti d’indirizzo: per la sostituzione delle canalizzazioni degli acquedotti e, importantissimo, la realizzazione di nuovi invasi”, nell’intento di “individuare le risorse che anche dal Consiglio regionale possono essere indirizzate su questo versante».
Giani ha detto di pensarla come Enrico Rossi, «che ha presentato in questi giorni una proposta importantissima, da me assolutamente condivisa: dedicare alla manutenzione delle canalizzazioni idriche una percentuale obbligatoria del patrimonio delle società di gestione dell’acqua. Se gli utili di Publiacqua superano i 20milioni l’anno, ce lo possiamo permettere. Servono interventi forti e consistenti sulle condotte”. Giani ha infine ringraziato Coldiretti “per aver scelto il Consiglio regionale per questo convegno e per il contributo di idee e proposte che ha deciso di portare in un momento così delicato».
Sul tema siccità sono intervenuti anche Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana, e Giuseppe Sardu, coordinatore della Commissione acqua dell’Associazione: «La crisi idrica è sotto gli occhi di tutti anche in Toscana, regione che sta reggendo questo momento di difficoltà grazie alla lungimirante strategia e alle decisioni di decenni fa degli amministratori toscani che decisero gli invasi di Bilancino e Montedoglio e le interconnessioni degli acquedotti. Oggi va fatta la stessa cosa. Per affrontare in modo strutturale il problema della siccità anche in Toscana – dove se perdura la mancanza di pioggia avremo un agosto e settembre drammatici – occorre un rapido e preciso piano di investimenti in opere pubbliche (invasi, connessioni, serbatoi) destinati ad usi plurimi. Gli interventi sono stati individuati dall’Autorità Idrica Toscana sia per quanto riguarda quelli d’emergenza che per quelli strutturali di medio periodo. Circa 200 milioni di euro in 10 anni. Per finanziare queste opere che metterebbero in sicurezza usi agricoli, potabili ed energetici in Toscana tutti devono fare la loro parte».
De Girolamo e Sardu rivelano che «Nei giorni scorsi abbiamo condiviso con l’assessorato regionale al Bilancio una manovra sui canoni di derivazione idrica e di attraversamento dei terreni demaniali, destinata a produrre un gettito di qualche decina di milioni di euro l’anno nelle casse della Regione, a cui chiediamo che una parte di questo gettito (che andrà in tariffa idrica per quanto attiene agli usi potabili) venga destinato al finanziamento di queste opere contro la siccità. Risorse da affiancare a quelle statali disponibili e alla componente tariffaria in corso di definizione, per un grande piano di messa in sicurezza della Toscana, una delle regioni che ha investito di più in campo idrico».
De Girolamo e Sardu spiegano che dall’introduzione della legge Galli ad oggi sono stati investiti oltre 2 miliardi di euro dalle aziende idriche toscane e concludono: «E’ opportuno ricordare a chi genericamente dichiara che serve “obbligare” ad investire ulteriormente per sostituire le tubature, sono chiamate a rispettare piani collegati alle tariffe approvati dalla Autorità nazionale (Aeegsi) e regionale (AIT). Un richiamo dunque che ha poco senso. Crediamo invece che destinare parte delle risorse di natura demaniale alle opere contro la siccità renderebbe ancora più comprensibile a operatori e cittadini il motivo degli aumenti dei canoni decisi dalla Regione, e sarebbe un modo corretto di mettere al servizio del territorio nuove risorse di bilancio regionale, senza alimentare futili polemiche».