Report incendi a Festambiente aumentano gli incendi (+65%) e le superfici devastate dalle fiamme (+ 96%%)

Toscana in fumo. Legambiente: situazione incendi grave. Occorre un radicale cambio di approccio e di risposta

Gentili: «Prevenire i roghi attraverso un aumento del monitoraggio e una migliore gestione del territorio»

[4 Agosto 2022]

In occasione di Festambiente in corso a Rispescia (GR), Legambiente ha presentato una fotografia della “Toscana in fumo” anticipando i numeri di Ecomafia 2022 e analizzando i dati satellitari dell’EFFIS. Un documento che fa il punto sul patrimonio boschivo e non andato in fumo nel 2021 e nei 14 anni precedenti, a partire dal 2008 e dal quale emerge che «In Toscana nel 2021 sono stati 233 gli ettari di superfici boscate e non devastati dalle fiamme (+ 65% sul 2020) mentre i reati tra incendi dolosi, colposi e generici sono 379 (erano 230 nel 2020) con 112 persone denunciate (erano 68 nel 2020). In lieve calo i sequestri: 8 contro i 10 del 2020».

Leggendo i dati EFFIS dal 2008 al 2021 elaborati da Legambiente, a preoccupare è anche il dato complessivo degli ultimi 14 anni: «Parliamo – evidenzia il Cigno Verde – di una superficie complessiva di territorio toscano inceneritodi oltre 6 mila ettari che ha interessato il territorio di 38 Comuni,dove qualcosa non ha funzionato nelle azioni di prevenzione e lotta attiva contro gli incendi.

Dati che Angelo Gentili, coordinatore nazionale di Festambiente e della segreteria nazionale Legambiente, riporta all’attualità degli incendi che negli ultimi giorni hanno colpito la Maremma, l’Amiata e il livornese, «Incendi spesso di natura dolosa con l’aggravante della crisi climatica, dell’ondata di calore e dell’emergenza siccità – dice Gentili – La Toscana e la Maremma, in particolare, sotto le fiamme: ettari su ettari di aree di grande pregio naturalistico stanno andando in fumo proprio in queste ore, complice il caldo eccessivo, con una sequenza di inneschi a poca distanza l’uno dall’altro e incendi che divampano a macchia di leopardo, causando danni enormi in termini di perdita di biodiversità. Di fronte a una situazione di tale gravità, occorre un radicale cambio di approccio e di risposta al fenomeno, che miri a prevenire i roghi attraverso un aumento del monitoraggio e una migliore gestione del territorio, l’utilizzo ecologicamente sostenibile delle risorse agro-silvo-pastorali, la promozione di servizi ecosistemici da remunerare, per sostenere e rivitalizzare le comunità rurali nelle aree interne e montane in una rinnovata funzione di presidio territoriale. In questa partita, servono investimenti veri, ricerca, strumenti e tecnologie, semplificazione di procedure e competenze in una strategia definita e condivisa con le popolazioni locali e i portatori di interesse. Una necessità impellente anche perché, solo dopo i primi sei mese del 2022, solo in Toscana si stima che sarà triplicata la quantità di ettari andati in fumo rispetto al 2021. Un altro segno evidente della crisi climatica già in atto».

Altri due aspetti riguardano l’aggressione subita in questi 14 anni, dal 2008 al 2021, dai siti Natura 2000 e alle aree protette: «In particolare, nei siti Natura 2000 in Toscana – fanno notare a Legambiente – seppur ricordando che analizziamo un dato ampiamente sottostimato (a causa del mancato inserimento delle superfici inferiori ai 30 ettari), sono avvenuti 34 incendi che hanno mandato in fumo circa 1900 ettari, tenuto conto delle sovrapposizioni tra le diverse tipologie dei siti Natura 2000. Per quanto riguarda le aree protette, sempre nell’arco di questi 14 anni, in Toscana è andata in fumo una superficie di 903 ettari che hanno interessato le aree protette».

Di fronte a questo quadro più che preoccupante, Legambiente torna a ribadire l’importanza della prevenzione e del rafforzamento delle attività investigative lanciando 10 proposte – a partire da una gestione integrata degli incendi, dal governo integrato degli incendi e dai piani di adattamento – per contrastare gli incendi con lo scopo di rafforzare la riforma della legge 353 del 2000. «Obiettivo solo parzialmente raggiunto con la legge 155/2021 – ricordano gli ambientalisti –  che ha introdotto nella nostra normativa l’incendio di interfaccia urbano-rurale, ha codificato il fuoco prescritto come misura di prevenzione, messo a disposizione 140 milioni di euro da spendere entro il 2023 e altri 150 a valere sui fondi del Pnrr, previsto pene più severe per alcuni reati di incedi dolosi e poteri sostitutivi affidati alle Regioni e ai Carabinieri Forestali per la mancata redazione da parte dei Comuni del catasto delle aree percorse dal fuoco. Ma la norma approvata non fornisce tutte le risposte che l’associazione ambientalista aspettava per contrastare efficacemente gli incendi boschivi, soprattutto alla luce degli effetti già fin troppo visibili della crisi climatica».