La Toscana prepara una legge per chi accoglie e ha bisogno di essere accolto

Rossi: «La faremo entro Natale». Diritti mai conquistati per sempre e da riaffermare ogni giorno

[11 Dicembre 2018]

Al Mandela Forum di Firenze, dove la Regione ha celebrato il 70esimo anniversario della dichiarazione universale dei diritti umani,  una ricorrenza festeggiata ogni anno da 22 anni con più di ottomila ragazzi di scuole medie e superiori giunti da tutta Toscana, il presidente della Regione Calabria, Mario Oliviero, ha detto che «L’odio in Italia e in Europa si è fatto classe dirigente» e il sindaco di Riace Domenico Lucano ha detto che a quest’odio «Si risponde con la responsabilità» e don Massimo Biancalani della parrocchia di Vicofaro a Pistoia, ha aggiunto che «Si risponde affidandosi alla propria coscienza e disubbidendo a volte».

Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi ha annunciato che «La Regione da parte sua sta per fare una legge: la giunta la proporrà prima di Natale. Una legge, sotto l’albero, per proteggere chi accoglie e chi deve essere accolto, perché aiutare chi è più debole non può diventare un reato». Rossi lo ha spiegato prima ai ragazzi dal palco del Mandela Forum e poi ai giornalisti: «Sanità, assistenza sociale istruzione sono materie concorrenti, dove non legifera solo lo Stato ma anche le Regioni. Con questa legge riconosceremo il diritto in Toscana all’assistenza sanitaria minima per chiunque esso sia, qualunque sia la sua cittadinanza. L’avevamo già: una norma appellata dal governo Berlusconi ma che la Corte costituzionale riconobbe come legittima, perché la salute è un diritto appunto universale che appartiene alla persona. Lo ribadiremo e faremo altrettanto per l’assistenza, per il diritto ad un tetto e ad una minestra calda. Lo faremo per il diritto ad istruirsi e a formarsi».

E’ la risposta toscana al decreto sicurezza di Salvini e Di Maio che, il presidente della Regione Toscana «Rischia di buttare per strada migliaia di migranti oggi ospiti dei centri di accoglienza. Occorre fare rete». Per questo Rossi ha voluto al Mandela Forum  don Biancalani da Pistoia, che accoglie migranti nella propria chiesa, il presidente della Calabria Oliviero e Domenico Lucano, sindaco di Riace, piccolo paese calabrese, dove assistenza diffusa e convivenza che «sono diventati un modello che qualcuno ha giudicato però fuori legge».

Don Massimo Bianclani ha detto che «La legge non ci aiuta a vivere il senso umanità. Siamo tutti oggi chiamati ad essere responsabili», Con lui, sul palco, c’era Ibrahim, un 23enne del Gambia che da 3 anni è in Italia e da qualche mese a Pistoia. «La situazione – ha sottolineato il parroco – è difficile: dopo l’approvazione del decreto sicurezza ogni sera, da una decina di giorni, arrivano due o tre ragazzi nuovi che cercano ospitalità».

«Per questo – ha concluso Rossi – faremo una legge: per lanciare un messaggio chiaro per la protezione di chi si adopera per assistere e prendersi cura di migliaia di persone che dall’oggi al domani rischiano oggi, invece ,di perdere ogni riferimento ed assistenza. Lo faremo lavorando anche con le associazioni e con la Chiesa. Si nasce e si ha diritto alla salute. Si nasce e si ha diritto ad una assistenza minima per poter vivere. Si nasce e si ha diritto all’istruzione ma anche a muoversi nel mondo. Tutte cose di cui parla, per l’appunto, la dichiarazione universale firmata settanta anni fa. Diritti che dovrebbero travalicare ogni confine, di tempo e di spazio. Diritti che hanno a che fare con la dignità della persona e richiamati anche dalla Costituzione italiana. Diritti che Eleonora Roosevelt, la moglie del presidente americano che presiedette la commissione che portò alla firma della dichiarazione universale, diceva che “stanno in piccoli posti, a scuola e nel liceo che frequenti, nella fabbrica o nell’ufficio dove lavori”. Luoghi dove ogni uomo, donna o bambino cerca giustizia. Contro il razzismo, contro l’emarginazione. Contro chi, parole ancora di Rossi, indica nell’immigrato qualcuno da odiare e nel diverso qualcuno da mettere ai margini. Contro anche il bullismo a scuola. Diritti mai conquistati per sempre e da riaffermare ogni giorno».

Al XXII Meeting dei diritti umani, consueto appuntamento promosso dalla Regione Toscana con il patrocinio del Comune di Firenze in collaborazione con il Mandela Forum e Oxfam Italia, il supporto tecnico curato da Stat.tip e l’organizzazione da Fondazione Sistema Toscana, che quest’anno cadeva a 100 anni della nascita di Nelson Mandela, 70 della Dichiarazione universale dei diritti umani, 70 della Costituzione italianahanno partecipato migliaia di ragazze/i  con manifestii, magliette “di sana e robusta Costituzione”, striscioni, palloncini immagini di Nelson Mandela, Rosa Parks, Martin Luther King, Dalai Lama, Gino Bartali, Eleonor Roosvelt, Don Pino Puglisi, Desmond Tutu, Ghandi e con slogan come “La dignità dell’uomo un ideale per cui vale la pena combattere”, “Un mondo senza amore non è un mondo”, “Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso”.  Poi sullo schermo sono passate alcune foto e un video con Jovanotti che entra nella teca che all’ingressa riproduce la cella di Mandela a Robben Island: lunga poco più di due metri e mezzo e larga meno, due piccole finestre, un tappeto come letto, un secchio per i bisogni corporali. Li ha trascorso 18 dei 23 anni di prigionia, combattendo contro l’apartheid in Sudafrica, costretto per 13  anni a dormire nudo sul pavimento di cemento. Ma alla fine il “comunista” Mandela ha vinto ed è diventato il primo presidente del nuovo Sudafrica e ha detto: «Provai odio e paura. Ma se li odi, diverrai loro prigioniero. Volevo essere libero e così li lasciai perdere».

Al XXII Meeting dei diritti umani sono stati premiati i finalisti del concorso “Mai in silenzio: la musica contro la violenza di genere”’, progetto promosso dalla Regione e realizzato da Controradio in collaborazione con Unipol e Siae, riservato ai giovani musicisti under 35 toscani,  Sul palco si sono esibiti Giada Bernardini “Come la pioggia”, poi i “Diari della fine” e i Frigo, primi classificati.

Urla, luci e grida hanno introdotto il video sul progetto Freedom capeggiato da Chris Martin dei Coldplay e ato per celebrare il centenario della nascita di Mandela e raccogliere fondi per le situazioni di disagio.

Per introdurre la parte del Meeting dedicata al primo tema: l’odio, la vicepresidente della Toscana, Monica Barni, ha ricordato le parole di Mandela: «Non siamo nati per odiare e per considerare le differenze come un ostacolo. E non possiamo neppure permettere che gli stereotipi condizionino le nostre vite». Dopo 16 studenti  hanno interpretato “Nati Liberi”, un’azione teatrale dedicata a Mandela. Dj Carletto ha chiamato sul palco Saverio Tommasi, blogger e attore, per un’intervista a Rosy Russo che ha presentato il “Manifesto della comunicazione non ostile”, 10 princìpi utili a ridefinire lo stile con cui stare in rete, ideata insieme a Edoardo Colombo. »Le parole sono un ponte – ha detto la Russo, fondatrice dell’agenzia Uauacademy – possono avvicinare, unire, abbracciare. Ma possono anche fare molto male, dipende da chi le dice. Carolina Picchio, la prima vittima di cyberbullismo, prima di lasciarci disse “Le parole possono far male più delle botte”. Quando postiamo qualcosa in rete, sui social, possiamo ferire qualcuno e fargli male. Le parole sono importanti e forse i commenti peggiori non sono quelli che contengono parolacce o offese ma quelle che, con il loro contenuto, feriscono. Queste sono davvero le peggiori».

Dopo Tommasi ha intervistato Sayak Liam Rijkard, Sayak, fuggito dal Camerun e che oggi vive in Toscana, uno dei vincitori del progetto “Dimmi” che l’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, con il sostegno della Regione, dedica alle storie di chi emigra. «Quando in famiglia e nel mio paese hanno saputo che ero omosessuale mi hanno detto che ero indemoniato – ha ricordato Sayak – Hanno ucciso un pollo e con il sangue mi hanno cosparso il corpo per far fuggire il demonio, come se questa mia condizione fosse una colpa. Tutti siamo un pezzetto di storia e raccontare la mia per me è stata un sorta di terapia, un modo per far capire agli altri, per non restare soli. Le parole che a cui dare risalto? Tolleranza e coraggio».

Il secondo tema della giornata è stati “Dall’odio alla Costituzione”. L’’assessore regionale all’istruzione, Cristina Grieco, ha detto: «Ho lavorato nel mondo della scuola, provengo da lì. A Livorno ho vissuto storie di disagio che non ho potuto ignorare o sottovalutare, protagonisti i bambini. Questo mi ha insegnato che non possiamo dar mai niente per scontato, per assistere a storie i diritti calpestati o violati non occorre andare troppo lontano. Mi rivolgo a tutti voi perché siete voi che dovete esercitare i diritti di cittadinanza che derivano dalla Costituzione e che possono farvi crescere«, Un tema sviluppato da Tommasi con il professore Enrico Galiano, creatore della webserie “Cose da prof”, con oltre 10 milioni di visualizzazioni su Facebook, che ha detto: «Se riesci ad ascoltare i ragazzi puoi capire tante cose. Perché non ti ascoltano? Perché magari sei il primo tu a non ascoltarli. Dobbiamo ripartire da loro, che sanno già quanto buio hanno dentro ma che hanno soltanto bisogno di trovare qualcuno che riesca a scoprire la luce che c’è in loro».

Il terzo tema “Accoglienza e rispetto” è stato raccontato da Don Biancalani, Mimmo Lucano e daii presidenti Rossi e Oliviero. Il sindaco di Riace ha raccontato l’esperienza di accoglienza e convivenza pacifica, tra etnie diverse, del suo paese. Ma qualcuno ha ritenuto che avesse violato la legge, come il parroco di Pistoia che  ha deto ai ragazzi: «Abbiamo papa Francesco ma sui territori dobbiamo forse fare molto di più. Servono la responsabilità di tutti e scelte difficili e coraggiose. I problemi ci sono. Ci sono stati certo aspetti negativi nell’accoglienza e in singoli episodi. Ma non si può fare di tutta l’erba un fascio, è sbagliata la narrazione che si è fatta. E’ mancato un progetto. Si è lavorato sull’emergenza, ma con l’emergenza non si costruisce». E Lucano ha aggiunto: «Non sempre le norme rispettano la dignità umano e a volte ho reagito d’impulso aggredendo quelle norme».

L’introduzione del quarto e ultimo tema, “la violenza di genere”, è stata affidata alla musica e ad un video di Saverio Tommasi sugli stereotipi di cui sono vittime le donne. Sul palco è comparsa in carrozzina Ilaria Bidini, 32 anni, disabile aretina, da anni impegnata in prima linea per i diritti dei disabili e contro il bullismo, cheha scherzato sulla sua disabilità: «Non sono una top model ma una “tap” model. Fin da medie e superiori ho subito episodi di bullismo. Oggi invece sono qui, a rubare il palco a Saverio. Sono cresciuta, dopo un lungo percorso interiore, ed ho accresciuto la mia auto stima col tempo. Secondo me il bullo è vittima di sé stesso e della società. La mia frase di riferimento? “Volere e potere”, se ci metti impegno puoi fare tutto ciò che vuoi».

Il XXII Meeting dei diritti umani si è concluso con la visione e premiazione dei vincitori del concorso video delle scuole del  progetto europeo “Walk the Global Walk” (terzo posto alla 3a G sezione musicale dell’Istituto Comprensivo Severi di Arezzo, secondo alla 3a D Scuola Secondaria di Primo grado Michelangelo di Livorno, primo alla 4°B SIA dell’Istituto Tecnico Einaudi di Piombino) e  con l’esibizione degli Afro Dance.