L’incredibile storia del canile dell’Isola d’Elba che non si farà nemmeno questa volta
I Ragazzi del Canile: «Un’isola piuttosto sfigata sul piano amministrativo»
[13 Gennaio 2021]
Da tempo avevamo deciso di non ritornare più sulla situazione del progetto del Canile Comprensoriale. Avevo detto in precedenza che, a mio personale parere, la discussione sulla faccenda avrebbe trovato una collocazione più idonea in altri ambiti, tipo un cinepanettone ambientato su un’isola piuttosto sfigata sul piano amministrativo.
Per una serie di motivi che riassumerò rapidamente: le leggi nazionali e regionali sul randagismo che continuano ad essere disttese; il danno prodotto dal mancato utilizzo (ed adesso la probabile perdita) di una enorme donazione messa a disposizione della Comunità Elbana; il danno all’immagine dell’isola, ormai considerata una sorta di far west in ambito di tutela dei diritti degli animali e di servizi ad essi dedicati.
L’amica Rita Pilato, presidente di Animal Project, ha espresso perfettamente lo sdegno e la rabbia per la perdita della donazione da parte della fondazione tedesca Bastet Stiftung Hamburg ed ha rinnovato l’appello alla realizzazione del Canile di Colle Reciso e del servizio veterinario H24 ad esso strettamente legato. Non c’è molto da aggiungere.
Siccome però siamo stati “mentovati” da alcuni cari amici in merito all’esperienza degli Ex-Macelli, su questo due parole le spendo volentieri.
Il Canile Ex-Macelli fu chiuso anche perché ha rappresentato per anni, grazie ai tanti Volontari ed al lavoro incessante del primo storico presidente Michele Alessi, un polo di aggregazione sociale in grado di opporsi con forza ad una politica completamente sorda ed inadempiente ai propri doveri istituzionali ed etici in materia di tutela degli animali e dei loro diritti.
Agli Ex-Macelli si salvavano i cani abbandonati, ma non solo… al Canile venivano in visita le scuole, al Canile si ritrovavano tanti giovani in cerca di un’attività che desse significato alle loro giornate, al Canile si facevano feste con centinaia di partecipanti.
La presenza di un punto di riferimento fisico rendeva facile la sensibilizzazione contro il maltrattamento e l’abbandono degli animali ed era un memento per chi, con preciso mandato e dovere istituzionale, i suoi compiti disattendeva. Ricordo che ai tempi, prima della gestione del Canile da parte della nostra associazione, i cani randagi o abbandonati che non trovavano adozione venivano abbattuti presso la stessa struttura.
La vicenda della chiusura degli Ex Macelli ha toccato il fondo nella promessa dell’allora Viceprefetto Gallitto, poi inquisito per tutt’altre brutte storie, di realizzare un nuovo canile entro sei mesi. Sono passati più di diciotto anni, un progetto (San Martino) già pagato ed abortito, un altro progetto avviato nel 2008, su mandato datato 2005 dell’allora Comunità Montana, che è rimasto impantanato 12 anni tra contributi non utilizzati (i famosi 250.000 euro erogati dalla Regione Toscana) uffici tecnici, conferenze dei sindaci e GAT. L’unica cosa che ha viaggiato a tempo di record è stata la realizzazione delle villette con vista sul golfo di Lacona ottenute in cambio della cessione dell’area del futuro (remoto) canile.
I 600.000 euro di Bastet che sono persi, sono solo l’ultimo paradosso di una storia che non ci appartiene più, perché non abbiamo mai avuto rapporti di collaborazione con il Comune di Capoliveri, a differenza del coinvolgimento attivo nella prima stesura del progetto.
Lo schema di massima del nuovo canile che abbiamo potuto vedere (un disegnino semplice semplice con dieci box per ospitare i cani abbandonati, cinque per il canile sanitario ed i volumi dell’ambulatorio e dei servizi), ha subito talmente tante potature rispetto al progetto originario (un parco canile con grandi spazi di sgambatura e aree destinate ai visitatori, in grado di riqualificare un’area di nessun interesse turistico data la presenza delle cave Sales al di la della strada), che ci domandiamo come si possano giustificare i 950.000 euro preventivati per la realizzazione. Forse sarebbe il caso che se lo domandassero anche i primi cittadini degli altri sei comuni elbani: dovrebbero essere loro i principali portatori di interesse, non le associazioni di volontariato che, nel mondo normale, supportano il servizio pubblico e non sono costrette a sostituirlo completamente.
Ma, non essendo io un Sindaco, un Architetto o un Magistrato, mi fermo qui.
In questi lunghi anni abbiamo continuato a fare quello per cui siamo nati come Associazione: abbiamo accolto gli animali in situazioni di estremo pericolo. La pandemia in corso ci ha fatto perdere in larga parte la preziosa collaborazione dei Volontari del Carcere di Porto Azzurro, ma le nostre attività continuano nei limiti delle nostre possibilità.
Quando sarà realizzato il Canile fatecelo sapere.
Andrea Tozzi per I Ragazzi del Canile