Pnrr, Legambiente: in Toscana proposta di legge che comprime valutazione e partecipazione
Si rendono più opachi i progetti. Si vuole tornare alla deregulation di Berlusconi?
[22 Dicembre 2021]
In un comunicato congiunto, Stefano Ciafani e Fausto Ferruzza, rispettivamente Presidente nazionale e regionale di Legambiente, ricordano che «Legambiente è perfettamente consapevole del fatto che siamo alla vigilia di una fase cruciale per la storia del nostro Paese. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dovrà infatti rispondere alle tante aspettative che la crisi pandemica, coi suoi nefasti effetti socio/economici, ha generato sui territori. Come è anche comprensibile l’ansia del fare «presto e bene» della Regione Toscana, vista la scadenza insindacabile del 21/12/2026 di Next Generation EU. Tuttavia, la proposta di legge N. 92/2021 appena depositata in Consiglio Regionale da sedici consiglieri di maggioranza contiene un principio del tutto inaccettabile dal nostro punto di vista. E cioè che le procedure di valutazione (e partecipazione) meritoriamente insite negli articolati delle nostre Leggi (n. 10/2010 «Norme in materia di valutazione ambientale strategica (VAS), di valutazione di impatto ambientale (VIA), di autorizzazione integrata ambientale (AIA) e di autorizzazione unica ambientale (AUA)» e n. 65/2014 «Norme per il governo del territorio») siano complicazioni inutili».
Il Cigno Verde evidenzia che «Nello specifico, viene proposto un automatismo per cui per un Progetto da PNRR, per approvare la variante ai piani urbanistici che induce, basta l’avallo a uno studio di fattibilità e alla contestuale dichiarazione di pubblica utilità e indifferibilità dell’opera. L’attuazione di un simile dispositivo determinerebbe una grave compressione dei diritti dei cittadini nell’accessibilità e nella partecipazione agli atti di governo del territorio e un sostanziale azzeramento degli istituti della valutazione. Una norma siffatta, in passato, ha richiesto addirittura l’approvazione di una specifica disciplina, la famigerata Legge Obiettivo, in deroga all’allora vigente Codice degli Appalti».
Ferruzza e Ciafani concludono: «Ma è questo che vogliamo davvero? Tornare alla deregulation di Berlusconi? E poi, proprio in Toscana, terra di diritti e di partecipazione? Le risorse economiche devono essere funzionali ai progetti e non viceversa. Si guardi alle reali necessità del Paese: per declinare e attuare la rivoluzione energetica e circolare che ci attende nei prossimi anni e per costruire più scuole e più presidi sanitari di prossimità, occorre non meno ma più trasparenza e più partecipazione!»