Resta da sciogliere il nodo di una dotazione impiantistica degna dell'economia circolare
L’Aamps torna a nuova vita, si chiude definitivamente l’era del concordato
Salvetti: «Ora finalmente si può in maniera concreta parlare di nuovi investimenti per dare forza al futuro dell'azienda»
[6 Dicembre 2021]
Aamps, la municipalizzata livornese attiva nella raccolta e gestione rifiuti – oggi attiva sul territorio come “società operativa locale” del gruppo Retiambiente – è uscita in anticipo dal concordato iniziato nel 2017, quando a guidare il Comune di Livorno c’era una maggioranza M5S.
A dare l’annuncio è stato oggi il sindaco Luca Salvetti, sostenuto dal centro-sinistra, dando lettura in Consiglio comunale «dei contenuti del Decreto del Tribunale ordinario di Livorno che, il primo dicembre, ha disposto l’archiviazione della procedura indicando la piena soddisfazione dei creditori», come dichiarano dall’Amministrazione.
Secondo i dati già resi noti nel merito, alle banche e agli altri creditori sono stati ripagati l’87% dei crediti, prendendo però i soldi in larga parte dalle tasche dei cittadini livornesi, ribaltando i “crediti inesigibili” Tia nella Tari (cresciuta del 12%).
Inoltre, in questi cinque anni l’attività di Aamps è stata giocoforza imbrigliata nei vincoli del concordato: adesso si annuncia un cambio marcia.
«Si chiude definitivamente un capitolo dell’azienda Aamps fatto di incertezze e precarietà – commenta il sindaco di Livorno, Luca Salvetti – La scelta del concordato, che poteva essere evitata, ha ingessato per cinque anni Aamps e il suo futuro sotto il profilo finanziario e occupazionale. Ora finalmente si può in maniera concreta parlare di nuovi investimenti per dare forza al futuro dell’azienda, ed è per questo che abbiamo lavorato per uscire in anticipo dalla fase concordataria entrando in Retiambiente con la possibilità di giocare un ruolo da protagonisti anche di fronte ai finanziamenti del Pnrr».
L’ingresso di Aamps in Retiambiente ha infatti permesso al Comune di Livorno di diventare socio di maggioranza del gestore unico per i servizi d’igiene urbana in tutto l’Ato costa, lasciandosi così alle spalle l’insensata logica autarchica inseguita dalla precedente Amministrazione; resta però da definire quale ruolo avrà Livorno nell’assetto impiantistico dell’Ato per la gestione e valorizzazione dei rifiuti.
Nel merito risulta particolarmente critico il recupero degli scarti del riciclo o delle frazioni non riciclabili, ad oggi indirizzate nel termovalorizzatore Aamps – l’unico attivo in tutto l’Ato –, dato in chiusura al 2023.
Senza soluzioni impiantistiche alternative, restano solo le discariche o – peggio ancora – il turismo dei rifiuti pagato coi soldi della Tari; non si tratta di un problema da poco, dato che il piano industriale di Retiambiente approvato un anno fa ipotizza l’invio di 90-100mila tonnellate l’anno di rifiuti fuori dal territorio dell’Ato.
Proprio le risorse contenute nel Pnrr potrebbero offrire una via d’uscita più sostenibile, mettendo a disposizione risorse per impianti innovativi in grado di produrre metanolo, etanolo o idrogeno da rifiuti, in modo non dissimile dal “gassificatore” proposto a suo tempo per la raffineria Eni di Livorno e poi accantonato perché – a torno o a ragione – riferito alla gestione di rifiuti prodotti al di fuori (Ato Toscana centro) del perimetro costiero in cui la raffineria ricade.
Oggi però le tecnologie waste to chemicals, come quelle recentemente presentate dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa insieme a NextChem, sono state qualificate dall’inserimento nel Pnrr e – soprattutto – stanno attirando le attenzioni della Regione Toscana insieme a Legambiente e sindacati, dato che una loro realizzazione potrebbe evitare la costruzione di nuovi termovalorizzatori, dando al contempo nuova vita ad aree industriali in declino tramite Distretti circolari verdi. Una prospettiva che in un’area di crisi complessa come Livorno potrebbe risolvere più di un problema contemporaneamente.